"VI SUPPLICO: CONVERTITEVI!" (REGINA DELLA PACE-MEDJUGORJE)

Categoria: IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE Pagina 2 di 33

GLI INGANNI DI SATANA

Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.

2. “Vengono a voi vestiti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci” (Matteo 7,15)

I falsi profeti sono “figli del maligno” che è il falso profeta per eccellenza. Essi sono la zizzania mescolata al buon grano. Il loro campo d’azione più pericoloso è nell’ambito stesso del Popolo di Dio, perché cercano di ingannarlo presentandosi come inviati del Cielo. Infatti i falsi maestri e i falsi profeti che pullulano nel mondo sono assai meno pericolosi, perché facilmente identificabili come avversari della verità rivelata. Le ideologie anticristiane, sotto le varie forme con cui si presentano lungo il corso della storia, sono avvertite dai credenti come tali e, pur provocando, con la loro forza di seduzione, l’apostasia dalla verità, sono avvertite come un errore da chi resta saldo nella fede. Visioni del mondo e della vita alternative al cristianesimo non mancheranno mai, perché lo spirito della menzogna ha libertà di azione fino alla fine del mondo.  Per riuscire vittoriosi è sufficiente che i credenti rimangano ben radicati nella verità della loro fede.

Ben più grave invece è il pericolo quando la fede stessa è intaccata al suo interno e quando questi “operatori di iniquità” ( Matteo 13,41) agiscono in  mezzo al Popolo di Dio arrogandosi una rappresentanza divina. La loro identificazione è uno dei problemi più sentiti dagli autori sacri, ma è dalla stessa bocca di Gesù che escono le parole più chiare e severe nel medesimo tempo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse una dalle spine o fichi dai rovi? Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete” (Matteo, 7,15-20).

L’espressione di Gesù “ vengono a voi  in veste di pecore” è particolarmente efficace e illuminante. Essa designa coloro che dentro la Chiesa si presentano come gli emissari di Dio, ma che in realtà si servono di questa apparenza per trarre in inganno i fedeli e per trascinarli nelle spire del serpente. In che modo questo diabolico tranello si realizza? In primo luogo falsificando la dottrina della fede e presentando l’errore come se fosse una verità. Facendo allusione a questa triste attività di satana nell’ovile della santa Chiesa, l’apostolo Pietro afferma: “ Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta da improperi. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato” ( “ Pietro 2,1-3).

E’ qui profetizzata una realtà ricorrente lungo i due millenni di storia cristiana, quando una moltitudine impressionante di “lupi rapaci”, travestiti da pecore, hanno fatto stragi nel popolo di Dio, distogliendo il gregge dalla verità e seminando errori di ogni genere.  Le “eresie perniciose” con le quali il drago dilania il popolo di Dio, dall’inizio fino ai nostri giorni, hanno avuto e hanno come autori dei servi infedeli, che non di rado occupano posti di responsabilità,  i quali, sedotti dal maligno, hanno ripudiato “la sana dottrina” ( 1 Timoteo, 1,10) e hanno “fatto naufragio nella fede” ( Ibidem 1,19). Essi, ora tacendo la verità, ora manipolandola, ora seminando astutamente l’errore, somministrano al gregge il veleno dell’errore, convincendolo che si tratti della parola  rivelata.

Una categoria specifica di questi falsi profeti è quella che ha da satana il potere di compiere prodigi, cosi come i profeti autentici hanno da Dio il potere di compiere miracoli. Gesù stesso al riguardo si premura di mettere in guardia gli apostoli: “Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti” ( Marco 13, 22). Questa categoria specifica di ingannatori che “compiono prodigi” è particolarmente pericolosa nei confronti delle persone sprovvedute, che non sanno distinguere fra il vero e il falso soprannaturale e, attratti da ciò che esula dall’ordinario, scambiano per segni di Dio i raggiri del maligno. Chi potrà contare le anime che cadono nelle fauci del serpente a causa della mancanza di discernimento?

“Dai loro frutti li riconoscerete”. Con queste parole il vangelo ci dà il prezioso criterio di identificazione dei falsi profeti, la cui somiglianza con quelli autentici può trarre in errore. Infatti scoprire un falso profeta non è facile e a volte solo il dono eccezionale, che Gesù aveva in misura divina, di leggere nei cuori può portare alla loro certa identificazione. Chi infatti potrebbe riconoscere dei servi  del maligno in coloro che  si sono perfettamente camuffati in servitori del Signore, specialmente quando i segni esteriori sono quelli della rispettabilità e dell’apparente santità?

L’ipocrisia infatti è quella maschera che riveste di esteriorità attraenti il putridume interiore. La santità finta, recitata ed esibita è uno dei pezzi migliori del repertorio satanico e non a caso è stata bollata con parole di fuoco da Colui che è la Verità e la Santità: “ Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità” (Matteo, 23,27-28).

Quali sono dunque quei frutti che permettono di distinguere i veri profeti da quelli falsi? Il più importante di essi è la santità della vita. Un’esistenza autenticamente cristiana non può che essere frutto della grazia e da sola costituisce un motivo certo di credibilità. Il problema sorge quando si tratta di distinguere la vera santità da quella falsa, perché questo è possibile solo all’occhio limpido del discernimento spirituale. Ci sono i santi e ci sono i cosiddetti “santoni”. La stessa Chiesa, dopo aver accertato la presenza delle virtù eroiche, chiede infine la conferma del miracolo, prima di elevare all’onore degli altari. Tuttavia virtù come l’umiltà, l’obbedienza e la carità, unite alla sapienza, alla sana dottrina, alla pace e alla gioia, danno testimonianza della divina presenza. Mentre l’orgoglio spirituale, la gola spirituale, l’avarizia spirituale, la lussuria spirituale, non di rado uniti alla vanagloria, all’attaccamento al denaro e all’impudicizia, sono quelle fessure, per quanto piccole e ben mimetizzate, attraverso le quali esce il fetore dell’inferno da sedicenti servitori di Dio. Da questa corruzione del cuore provengono poi inevitabilmente quegli errori contro la fede e quelle dottrine di comodo, che dimostrano come gli sbandamenti intellettuali e quelli morali vadano spesso insieme. Infatti non si è mai trovato un santo che abbia, ad esempio, minimizzato o negato l’esistenza del diavolo e dell’inferno.

I frutti di cui parla il vangelo, per distinguere gli alberi buoni da quelli cattivi, sono dunque la santità della vita e la sana dottrina. E’ da queste caratteristiche di una persona che si possono discernere le pecore dai lupi rapaci. Il quadro che ci offre la Scrittura si completa con l’esito della vita dei falsi maestri e dei falsi profeti: “ Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco” , afferma Gesù. L’apostolo Pietro non usa parole meno severe: “ La loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato” . L’Apocalisse di Giovanni metto poi il sigillo definitivo: “E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta. Saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”  (Apocalisse, 20, 10).

GLI INGANNI DI SATANA

Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.

Satana, il falso profeta (1)

La tematica riguardante i falsi profeti è una delle più ricorrenti e dibattute nella Sacra Scrittura, dall’inizio alla fine, nell’Antico come nel Nuovo Testamento. Il discernimento dei falsi profeti è fondamentale per riconoscere e accettare la verità che viene da Dio, ma si tratta di un’arte ardua perché la loro caratteristica è quella di presentarsi sotto le mentite spoglie di messaggeri divini, spesso accompagnati da segni e prodigi tipici dell’autentica profezia. Vi è nella Bibbia una sforzo continuo di riflessione per mettere a fuoco i criteri di discernimento che permettano di separare il buon grano dalla zizzania. Anche Gesù è intervenuto con parole decise su questo argomento, indicando i principi con i quali giudicare e raccomandando la più grande  precauzione e vigilanza.

 La messa in guardia da parte della Parola di Dio nei confronti della capacità di inganno dei falsi profeti è così insistita da lasciare stupefatti solo gli incauti principianti nel cammino spirituale. In realtà, chi è sperimentato nelle cose dello spirito sa che i falsi profeti sono lo strumento, consapevole o inconsapevole, di satana, il grande falsario, il quale, scimmiottando il Creatore, gode nell’ingannare e nell’attirare a sé con quei medesimi  metodi con cui Dio si rivela e si comunica alle creature. Facendo leva sulla loro golosità spirituale, l’astuta serpe presenta come parola celeste il suo veleno mortale e, rivestendosi da angelo di luce, illude gli ingenui di comunicare col cielo, quando invece stanno sprofondando nell’inferno.

Satana è il capostipite dei falsi profeti e il loro sottile ispiratore. Potremmo dire che egli è falso profeta per vocazione. Infatti la sua natura, come afferma Gesù, è quella di essere menzognero  e padre della menzogna. “ Egli non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo.” ( Giovanni, 8,44).  Quando il demonio si avvicina, lo fa sibilando la sua lingua di serpente, pronto a mordere e a uccidere. Egli inganna sempre, qualunque parola pronunci. Anche quando sembra dire la verità, lo fa per attirare l’attenzione degli sprovveduti. per poter poi iniettare senza che se ne accorgano la dose mortale di veleno. “ In cauda velenum”, affermavano gli antichi. Il veleno si trova nella coda, come nello scorpione, nel senso che l’arte consumata di satana consiste nel simulare all’inizio le parole di verità per assestare alla fine il morso fatale. 

La vocazione di satana alla menzogna è dovuta al fatto che egli è l’avversario per eccellenza di Dio che è la verità. Dio attraverso innumerevoli vie non cessa di gettare nel mondo i semi della luce vera, finché, come compimento e dono supremo, il suo stesso Verbo di verità non è venuto sulla terra, ponendo la sua tenda in mezzo a noi. Satana fin dall’inizio contrasta con astuzia e ferocia la divina rivelazione, cercando in tutti i modi, anche i più sofisticati e impensabili, di adulterarla, di manipolarla, di mutilarla, di diffamarla e infine di perseguitarla, nella vana speranza di cacciarla da questo mondo e di spegnere la luce che lo illumina. Non si è adeguatamente compresa la natura di satana come “controrivelatore” e la sua attività di infaticabile falsario e manipolatore. Gesù ce l’ha rivelata, ma la sua parola sul demonio è rimasta troppo spesso trascurata.

Qual è l’azione di satana nel mondo? Anch’egli, come Gesù, è un seminatore, il quale però, dopo che è stato gettato a piene mani il buon seme,  sparge “la zizzania in mezzo al grano “ (Matteo, 13, 26).  Questa parabola mette in luce l’attività di satana come diffusore per eccellenza di falsità. Infatti, se il buon grano è la Parola di Dio, che arreca pace e gioia, la zizzania è  il complesso di menzogne che l’infaticabile  serpe diffonde nelle menti e nei cuori degli uomini, aizzandoli gli uni contro gli altri, e trovando in questo alleati formidabili in ogni tempo e in ogni angolo della terra. La negazione dell’esistenza di Dio, dell’anima e dell’aldilà, la negazione della divinità di Cristo e della parola del Vangelo,  la negazione della legge morale, la negazione dell’esistenza stessa della verità, come si potrebbero spiegare senza questa attività malefica che non ha mai sosta? Il suo è veramente il “potere delle tenebre” , dove la parola d’ordine è “menzogna”.

Colui che è ingannatore per vocazione, lo è necessariamente anche per professione. Essendo la mente dell’uomo per sua natura rivolta alla verità, il maligno ha bisogno di presentare il falso sotto forma di vero. Di qui la necessità di vestire i panni della religione e di presentarsi come un profeta di Dio e un testimone della verità. Egli lo fa mediante i suoi servitori, quelli che egli ha ingannato e ha attirato dalla sua parte. “ Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno” ( Matteo, 13,38). Essi sono mescolati insieme al buon grano, ma mimetizzati. Sono servitori della menzogna e del mentitore infernale, ma dichiarano di essere al servizio della verità divina. Operano fuori della Chiesa, ma anche al suo interno, con raddoppiata pericolosità.  La messa in guardia nei loro confronti da parte di Gesù Cristo e degli apostoli è fra le più vibranti di tutta la Sacra Scrittura.

(Continua)

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,  la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. (Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale).


17. La vendetta  del  maligno contro chi si converte

La rinuncia al peccato è il momento decisivo nel cammino di conversione. Proseguendo potrai ancora cadere e sperimentare quanto l’uomo sia debole. Non devi meravigliarti. Considera che i progenitori hanno voltato le spalle a Dio, tradendone l’amicizia, quando erano rivestiti di sapienza e di grazia.

 In loro non vi era la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita che noi, loro discendenti, abbiamo ricevuto in eredità. La loro condizione esistenziale era di perfetta santità e di profonda amicizia con il Creatore. Eppure hanno seguito satana, invece di restare fedeli a Dio, e  hanno disprezzato i suoi doni, illudendosi persino di diventare come lui.

 Ti rendi conto quanto l’uomo sia una canna sbattuta dal vento, incapace di restare saldo nella grazia della fede. Satana lo sa e lo circuisce offrendo sempre la medesima esca. Se qualcuno resiste, come il Figlio di Dio nel deserto, sta in agguato, cercando uno spiraglio per insinuarsi e colpire.

Non devi dunque meravigliarti della tua debolezza e della lotta estenuante che hai dovuto sostenere per liberarti della sua soffocante schiavitù. Tuttavia, ora che hai fatto arretrare il nemico con l’arma della rinuncia, non sentirti al sicuro. Sei come un uccello che è sfuggito al laccio del cacciatore. La prossima trappola sarà ancora più studiata e più sottile.

 Satana è un angelo decaduto e della natura angelica conserva il dono naturale dell’intelligenza, che egli mette al servizio della sua malizia. Ora che l’hai cacciato dal cuore e l’ha umiliato, medita la vendetta. Per resistere ai suoi assalti, che saranno ancora più numerosi e più violenti, devi aggrapparti alla croce di Cristo. Se la terrai ben stretta la tua conversione sarà al sicuro.

E’ giunto il momento, caro amico, di mettere a fuoco, senza formule diplomatiche, la condizione dell’uomo durante il suo pellegrinaggio nel tempo. L’uomo è una creatura che è stata plasmata ad immagine del Creatore per essere abitata da lui.

 La malefica serpe ha ottenuto con l’inganno che l’uomo desse sfratto a Dio, per  prendere il suo posto. Il cuore umano è abitato da Dio o da satana. Non esiste qualcuno che si trovi in una situazione di neutralità. O sei figlio di Dio o sei figlio del maligno. O accogli la divina paternità, o scegli quella del menzognero. E’ Gesù stesso che pone questo aut – aut  e che ti mette davanti a una drammatica alternativa.

Quando tu ti credevi emancipato perché avevi eliminato Dio dall’orizzonte della tua vita, in realtà eri sotto l’influsso del maligno, anche se non ne eri consapevole. Pensa al caso di Giuda. Nel momento in cui esce dal cenacolo per tradire Gesù, satana entra in lui.

Nonostante la grazia del risveglio della coscienza,  la sua mancata adesione a Cristo, lo porta laddove il perfido ingannatore voleva che andasse. Se avesse avuto il coraggio di correre ai piedi della croce a invocare il perdono, ora potremmo invocare Giuda come il patrono di tutti i traditori convertiti. Gli sono cadute le squame dagli occhi. Ha visto l’abisso orrendo in cui era caduto, ma non si è aggrappato a Cristo, l’unico che poteva salvarlo dalla ferocia dell’avversario.

Anche per te è giunto il momento di fare la scelta radicale, che decide della tua vita nel tempo e nell’eternità. Nel momento stesso in cui gridi in faccia a satana “Rinuncio”, devi abbracciare Cristo con tutte le tue forze. Ti sei liberato da una schiavitù, ma per restare nella libertà devi vivere un’appartenenza.

 Il “no” al maligno è saldo e inattaccabile se è seguito dal tuo “sì” incondizionato a Cristo. Con queste decisione divieni suo per sempre. Non vi è altra appartenenza concessa all’uomo se non quella di Cristo. Infatti sei stato creato per mezzo di lui e in vista di lui.

 Non puoi essere padrone di te stesso, perché la tua vita ti è stata data. Hai voluto appropriartene, ma era un furto. Ora devi restituirla a colui che l’ha progettata fin dall’eternità e desidera portarla a compimento come un dono immenso di amore.

 Considera, caro amico, chi colui dal quale ti sei liberato e chi è colui al quale hai aperto la porta del cuore. Richiamalo alla memoria ogni volta che la via stretta e erta della salvezza ti fa guardare indietro. Guarda bene in faccia chi è colui che ti ha creato e redento e chi è colui che ti ha sedotto.

Satana è il tuo nemico giurato. Ti vuole rubare a Dio, per trascinarti con sé nel suo regno di tenebra e di morte.  E’ mosso dall’odio verso il Creatore e dall’invidia verso di te. Si presenta ai tuoi occhi come un benefattore, offrendoti felicità fasulle, con le quali ti irretisce e ti tiene in schiavitù.

 Lui ti paga con ciò che ha di suo: la malvagità, la menzogna e la disperazione eterna. Da lui non puoi ricevere nessun bene, ma solo del male. Come potresti ascoltarlo e seguirlo? Come potresti servirlo? Chiedi a Dio la grazia di vederlo sempre col suo orribile volto. Risuoni sempre nel tuo cuore il comando di Gesù: “Vattene, satana” ( Mt 4, 10).

Considera invece chi è colui che hai deciso di ascoltare e di seguire. E’ il tuo Creatore, che ti ha tratto dal nulla con infinito amore, creandoti a sua immagine e somiglianza e predestinandoti alla partecipazione della vita divina, nella gloria e nella gioia della Santissima Trinità. E ’ il tuo Salvatore, che si è fatto uomo e che ha portato sulle sue spalle i tuoi peccati, espiandoli sul legno della croce al tuo posto e per la tua salvezza.

 E’ lui che è venuto a cercarti quando ti sei perso. E’ lui che ha bussato alla porta del tuo cuore. E’ lui che ti ha illuminato, ti ha chiamato, ti ha scosso e ti ha liberato dalla potenza del male. E’ lui, l’unico che ti ama di un amore senza limiti e senza condizioni.

E’ giunto per te il momento di guardare alla croce, se vuoi sapere di chi puoi fidarti e a chi devi affidarti. E’ guardando alla croce che scopri di essere infinitamente amato. E’ dalla croce che ti giunge il perdono dei peccati e la grazia della vita eterna. E’ dal cuore trafitto di Cristo che sgorga un fiume inesauribile capace di placare la tua sete di infinito.

 Renditi conto, caro amico, che cosa significa per te, l’aver cacciato satana dal tuo cuore e l’aver aperto la porta a Cristo. Hai forse perso qualcosa? Temi di aver fatto un cattivo affare? Il seduttore approfitterà della prima occasione per insinuarlo.

 Me se stai aggrappato ai piedi di Cristo crocifisso fino alla fine, toccherai con mano quanto le sue parole siano vere, quanto la sua grazia sia benefica, quanto la sua salvezza sia reale. Hai trovato la perla preziosa e il tesoro nascosto. Hai incontrato la fonte inesauribile della felicità.  Non permettere che una grazia così grande ti possa venire rubata.  Cristo non ti abbandonerà mai, se tu ti tieni stretto ai suoi piedi inchiodati al duro legno della croce

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,  la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. ( Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale


16.  Rinunciare a Satana costa sudore di sangue

E’ più facile spezzare delle catene forgiate col ferro che quelle intrecciate col peccato. Infatti spezzare i legami del male significa incidere sulla carne viva e sanguinante. La mala bestia che si nasconde in ogni uomo “mai non empie la bramosa voglia, e dopo il pasto ha più fame che pria” ( Dante – Inferno. 1, 97). Le passioni che stai tenendo a freno, aprono le loro bocche affamate ed elevano i loro ululati di protesta. La decisione di non peccare più viene contestata ferocemente e tu ti senti ribollire dentro.

 Hai trascorso la vita a soddisfarle e ora che le tieni a digiuno si ribellano. Il tentatore, maestro insuperabile di seduzione, sa che rischia di perderti e, sapendoti ancora debole, dispiega tutta la sua potenza di seduzione. Egli vuole impedirti che la decisione di cambiare vita ti porti al confessionale, dove lo sfratto dal tuo cuore sarebbe inevitabile.

Sei giunto a un momento cruciale  del tuo cammino di conversione. Se cedi, ritorni di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Se vinci, fai un passo decisivo sul cammino della salvezza. Una delle condizioni decisive per la vittoria è quella di conoscere l’avversario che devi affrontare. Non sei soltanto alle prese con la tua debolezza.

Il peccato non è  soltanto un tuo sbandamento personale. L’influenza negativa del mondo ha il suo peso, ma non spiega tutto. Dietro tutto ciò c’è un regista, malefico e ingannatore, che ti vuole sottrarre a Dio e attirarti nel suo Regno di menzogna e di morte. E’ il serpente antico, il nemico giurato della tua anima, che devi affrontare con il discernimento e la forza che Dio ti dona.

La sua prima mossa sarà quella di soffiare sul fuoco delle tue passioni, perché ritorni di nuovo ad ardere e a incendiarti. Scatenerà dentro di te delle tentazioni così violente, che ti sembrerà impossibile poterle dominare. L’astuta serpe fomenta la tua concupiscenza, sapendo che è ancora viva e piena di pretese. Ti suggestiona fino a convincerti  che se rinuncerai a quell’obbiettivo, al quel piacere, a quel bene terreno non ti sarà possibile vivere.

Ti presenta le felicità illusorie, che hai inseguito fino ad allora, come sirene irresistibili, senza le quali  la tua vita sarebbe infelice. La bufera che ti investe rischia di travolgerti e tenere salda la tua decisione ti costerà sudore di sangue. E’ un momento drammatico, ma nel medesimo tempo un’occasione di grazia, perché comprendi che la salvezza è a caro prezzo, anche se Dio rimette gratuitamente i peccati.

Caro amico, rinunciare a satana e alle sue seduzioni costa sangue. E’ il tuo contributo alla grazia della conversione. Non dimenticare che Dio non permette mai tentazioni al di sopra delle nostre forze e che ogni tentazione è governata dalla sua mano potente.

Mentre satana tenta di suggestionarti, tu invoca da Dio la luce del discernimento. Per respingere l’offensiva del seduttore è indispensabile smascherare l’inganno che ti viene teso. Non è vero quello che l’astuta serpe ti insinua e cioè che, afferrando ciò che ti offre, sarai felice. E’ vero il contrario. Satana ha avvelenato la tua vita con quello che ti ha messo davanti.

Devi ricordare come ogni volta che hai ceduto alla tentazione tu sia rimasto con l’amaro in bocca. Quando hai voluto assaggiare la mela, ti sei accorto a tue spese che era avvelenata. Chiediti se sei stato felice per aver creduto  al seduttore. Nel momento terribile del ritorno di satana, quando l’ingannatore ti vuol convincere che non puoi fare a meno di quello che ti offre, ripensa a quante volte, per indurti a peccare, ti diceva la medesima cosa.

 Tu l’avevi ascoltato, ma poi ti eri sentito tutt’altro che felice. Ora ti sta ripetendo il medesimo ritornello, per carpire il tuo consenso. Ebbene, caro amico, raccogli le tue forze e respingi quanto ti offre. Gridagli contro un “no” senza tentennamenti, che tagli con un colpo netto la sua testa velenosa.

In quel preciso momento la tentazione si sgonfierà  e ti meraviglierai di aver esitato a rinunciare a ciò che credevi fosse oro, ma che ora scopri essere fango. E’ necessario che il tuo libero arbitrio, con l’aiuto della grazia, acquisti questa capacità di decidere, che fa di te una fortezza inespugnabile.

S. Ignazio di Loyola descrive nella sua biografia questo genere di esperienza che anche tu stai vivendo. Apparendogli sotto forma di angelo di luce, il maligno cercava di dissuaderlo dicendogli: “ Tu potrai davvero rinunciare alle cose che ti offro? Come potrai farne a meno per tutto il tempo della vita? Come potrai rinunciare al denaro, al sesso, ai piaceri del mondo? Come privarti dei godimenti  della vita per tutti gli anni che hai ancora davanti?”.

Anche a te l’astuta serpe fa queste insinuazioni, che ti penetrano nel cuore come aculei  velenosi. Tu però tieni gli occhi del discernimento fissi su ciò che il menzognero ti ha sempre offerto. Ormai hai scoperto la sua impostura e sai che la merce che ti pone davanti è avariata. Ora sai che la felicità che ti promette è falsa e che le illusioni che hai coltivato si sono sempre rivelate delle delusioni.

 Non soffermarti neppure per un istante sulle sue menzogne e non cadere nel tranello di dialogare con la tentazione. Chiudigli la porta in faccia con un no secco, e abbraccia Gesù Cristo.  Vinci la battaglia opponendo un rifiuto, tagliente come una rasoiata. Nel tuo cuore, anche a costo di sudare sangue, fai risuonare il tuo triplice: “ Rinuncio!, Rinuncio! Rinuncio!”

Ogni volta che Satana ti presenta il suo sterco, coperto da foglie di fico dorate, tu  non esitare a dirgli in faccia: “ Puzza!”. La battaglia è furibonda, ma la puoi vincere in un istante con una semplice decisione della volontà.

Caro amico, rafforza il tuo libero arbitrio e affila la lama della decisione, in modo tale che il tuo “Rinuncio” salga dal fondo del cuore. Tu fai la tua parte, con pazienza, perché la volontà si rafforza con la lotta. Anche se vacilla, non temere. Dio ti mantiene nell’umiltà, affinché  comprenda che è la sua grazia che porta alla vittoria. Sappi che se esiti e indietreggi, il nemico fiuta la preda e raddoppia gli assalti.  Se stai saldo nella rinuncia a satana e a tutte le due seduzioni, la bufera diminuisce di intensità, le passioni perdono forza e la tentazione evapora. Una volta scomparsa la suggestione satanica, sei inondato di luce e di gioia perché  Dio, che ti è sempre stato accanto anche se non te ne accorgevi, ti abbraccia col suo amore e ti dona la sua pace.

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,  la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. ( Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale)


15. Il  peccatore  è un uomo in catene

Salvo nel caso di illuminazioni folgoranti, la conversione è un lungo travaglio interiore. La luce della grazia penetra un po’ alla volta nelle tue oscurità, risvegliando la vita laddove regna la morte. Non è molto diverso dal passaggio dall’inverno alla primavera, quando la terra, prigioniera del gelo invernale, incomincia  a mostrare le prime gemme, che spuntano al tepore del sole.

Questo mirabile miracolo della natura è però ben poca cosa rispetto a ciò che avviene nei cuori. Il fiorire della vita soprannaturale laddove regna la devastazione del peccato è senza paragone il più grande dei prodigi. La resurrezione di un morto è un evento meno significativo della conversione di un peccatore. Sappi, caro amico, che il tuo ritorno alla luce, sotto l’impulso della grazia, è un dono così grande, del quale non avresti potuto desiderarne uno maggiore.

Tu eri un ramo secco, anche se ti illudevi di vivere e di goderti la vita. Fantasticavi sul tuo futuro, ma ciò che ti atteneva era il fuoco nel quale si gettano le cose morte. Ecco che cosa dice colui che, per eccellenza, è la vita, senza la quale nessuno vive: “Chi non rimane in me viene gettato via, come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano” ( Gv 15, 6).

Il tuo ritorno alla vita è un miracolo della grazia, al quale sei chiamato a cooperare. Ti sei data la morte da solo, facendo un cattivo uso della libertà, che Dio ti aveva dato per compiere il bene. Ora è Dio che, nella sua infinita misericordia, ti ridona la vita. Lo potrebbe fare in un istante, perché a colui che ti ha chiamato all’essere dal nulla, non fa certo difetto la potenza. Invece agisce con dolcezza e pazienza, come la madre che insegna al bambino a camminare.

Considera la lapidaria affermazione di Gesù: “ Chiunque commette il peccato, è schiavo del peccato” ( Gv 8,34). Quando il libero arbitrio, che Dio ha creato a sua immagine, perché si realizzi nel bene, si muove in direzione del male, si indebolisce sempre di più, fino a divenirne schiavo. E’ un’esperienza che hai fatto personalmente.

Pensavi di essere un uomo libro perché ti eri liberato dai dieci comandamenti, in particolare di alcuni. Ti eri convinto che è libero chi fa quello che vuole. In realtà sei caduto in balia delle tue passioni, le quali ti hanno assoggettato al loro potere. Hai così sperimentato che il vizio è una schiavitù e che la dittatura del male è l’unica dalla quale l’uomo è incapace di liberarsi. Infatti come lo potresti se la tua volontà è in stato di coma, incapace risalire la china?

La volontà è il motore dell’esistenza umana. E’ con le tue libere scelte che decidi di te stesso di fronte all’Altissimo, sia che credi come se non credi in lui. Compiendo il male, la volontà consuma se stessa, fino a perdere la capacità di decidersi per Dio e per il bene. Se la medicina della grazia non viene in soccorso per rianimarla, tu saresti già consegnato alla morte eterna.

Ora sei nel momento in cui l’Amore misericordioso non solo ti chiama a sé, ma ti dà anche la forza di guardare verso di lui e di incominciare ad avvicinarti. Ogni tua riposta  alle sollecitazioni della grazia, rafforza la tua volontà ancora molto debole. Ogni esitazione ti indebolisce, ogni caduta ritarda il cammino, ma ogni passo in avanti ti fortifica.

 Hai piegato le ginocchia, hai invocato aiuto, ti sei affidato alle grandi braccia della divina misericordia. Ti sei consolidato sulla via del bene, anche se cammini ancora su gambe molto incerte. Sei come un corpo pieno di ferite, ma una di esse è quella decisiva per la vita o per la morte. E’ la ferita che riguarda la tua libera volontà.

Il processo di guarigione è essenzialmente un recupero della tua capacità di compiere il bene. Si tratta di un lavorio della grazia e della tua corrispondenza ad essa. All’inizio, quando le passioni sono ancora virulente, pur sentendo dentro di te il desiderio di dominarle, non sei capace di assestare un colpo di accetta alle loro radici malefiche .

Vorresti decidere, ma non ne hai la forza. La tua volontà non produce decisioni, ma velleità. Tuttavia non scoraggiarti. La grazia non cesserà di venirti in soccorso se  non ti stancherai di invocarla. Davanti agli occhi ti è posto un traguardo, al quale devi arrivare a tutti i costi.

Tienilo sempre presente e non distogliere mai lo sguardo, facendoti distrarre da altri obbiettivi. La meta che non puoi fallire è la salvezza eterna della tua anima. La potrai conseguire solo con la rinuncia al peccato. Il peccatore è un uomo in catene. In un primo momento non se ne rende conto. Anzi si illude di potersi muovere a suo piacimento.

Quando la grazia gli fa cadere le squame dagli occhi, prende coscienza della sua situazione di estrema miseria. Che fare? Qualunque cosa faccia non concluderà nulla, finché non troverà la forza di spezzare le catene. Chi è schiavo del peccato può liberarsene solo con la decisione di rigettarlo dalla sua vita. E’ necessario che la volontà, con l’aiuto della grazia, divenga capace di tagliare i legami col male.

Tu devi mirare a questo obbiettivo, rafforzando la tua volontà con tutti i mezzi che hai a disposizione. Sappi che finché non decidi di non peccare più, non hai saltato il fosso che ti impedisce di imboccare la via della salvezza. Ti sembra impossibile una decisione così radicale? Umanamente è impossibile, perché non è alla portata della nostra natura umana, resa debole dal peccato. Ma Gesù ti incoraggia: “ Impossibile agli uomini, ma non a Dio. Perché tutto è possibile a Dio” ( Mc 10,27).

Non meravigliarti se, in un primo momento, la decisione di dare un taglio netto ai legami col male  sembra fuori dalla tua portata. Sappi che è stato così per tutti, anche per i santi. Devi pazientemente irrobustire la tua volontà con le piccole rinunce. Devi spronarla considerando lo stato di miseria nel quale sei precipitato e che ti rende impossibile la vita.

La schiavitù del male è un tormento tremendo. Richiamala alla memoria, ogni volta che la memoria si sbiadisce. Il tentatore non si lascia sfuggire facilmente la preda. Vedendoti in difficoltà, ti tenterà con lo scoraggiamento e ti insinuerà che è impossibile cambiare vita. L’astuta serpe tenterà di convincerti che la resa al peccato è l’unica cosa ragionevole che l’uomo possa fare.

Ma tu ora non sei più solo. Colui che è venuto a visitarti e a bussare alla porte del tuo cuore, è al tuo fianco ed è pronto a sostenerti con la sua grazia. Se tu resisti e ti affidi, arriverà il momento in cui, come per miracolo, sarai capace di spezzare quelle catene che sembravano indistruttibili.

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,

la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. ( Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale


14.  La fiducia nella Divina  Misericordia sconfigge il  maligno

Ti sei mai chiesto perché, dopo aver peccato, Adamo è fuggito ed è andato a nascondersi laddove pensava che Dio non lo vedesse? Adamo aveva paura di Dio e temeva il suo castigo. Eppure, se avesse chiesto perdono, l’Onnipotente glielo avrebbe concesso.

 Il cristianesimo è la religione del perdono. Innanzi tutto del perdono di Dio verso i peccati degli uomini. Infatti il Figlio di Dio se li è addossati tutti e si è offerto in sacrificio, espiandoli al nostro posto e per la nostra salvezza. Come effetto del perdono divino, che non ha né limiti né eccezioni, viene richiesto il nostro perdono reciproco: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, recita la preghiera che il Signore ci ha insegnato.

Per quanto i tuoi peccati ti sembrino gravi, ed in realtà lo sono, perché il peccato è un male assoluto, sappi che l’amore di Dio è infinitamente più grande. Non c’è nessun peccato che Dio non perdoni a un cuore pentito e deciso a cambiare vita. Anche l’apostolo traditore sarebbe stato perdonato, se fosse andato a inginocchiarsi davanti all’albero della croce.

Non lasciarti opprimere dal male che hai commesso e del quale provi nausea. Dio sa quanto siamo deboli e quanto astuto sia il nemico.  L’Altissimo guarda con compassione chi ha peccato e fa tutto il possibile per la sua guarigione. Egli, mentre posa su di te i tuoi occhi misericordiosi, ti invita a gettare tutto il fardello del male nel fiamme della sua misericordia.

In questo passaggio del tuo cammino di conversione devi vigilare sull’insidia del demonio, che tenta di insinuarti il dubbio, la diffidenza e indurti allo scoraggiamento. Si tratta di una tentazione sottile, perché l’uomo fa fatica a credere all’amore di Dio. La nostra natura inquinata dal peccato ci rende più inclini a temere il suo castigo che a credere nel suo amore.

 E’ perciò necessaria la fatica del cuore per vincere il timore carnale.  Il nostro cuore è ancora troppo impregnato di egoismo per afferrare l’immensità dell’amore divino. Quando sarai più avanti nel cammino spirituale, comprenderai quanto ciò sia vero.

Tu mi obbietti che i tuoi peccati sono innumerevoli e giustamente ne provi vergogna. Ti chiedi come Dio possa cancellarli semplicemente su tua richiesta, con un colpo di spugna che non lascia più traccia. Ti rispondo dicendo che il peccato è un male così grande che mai potremmo comprenderne la portata mentre siamo sulla terra. E’ un “mistero di iniquità” la cui sconfinata malizia ci sfugge.

 Peccando l’uomo disprezza Dio, il Creatore che lo ha tratto dal nulla, plasmandolo a sua immagine, e che lo ama immensamente. Non basteranno mai le lacrime per piangere i nostri tradimenti. Guai a sottovalutare il peccato!  Solo il Figlio di Dio fatto uomo ha potuto espiarlo adeguatamente. Nessun uomo avrebbe potuto compiere una tale impresa.

Tuttavia l’Onnipotente distrugge nel suo amore ogni peccato che gli venga presentato da un cuore pentito e deciso a convertirsi. Questo è il miracolo della sua infinita misericordia alla quale devi affidarti senza restrizioni.

Emblematico al riguardo è il caso di Giuda e di Pietro. Il primo, dopo aver avuto la consapevolezza di aver tradito “un innocente”, va a impiccarsi. Il secondo invece versa le lacrime del pentimento e riprende il suo posto nel collegio apostolico. Pietro ha avuto fiducia nella bontà del Maestro. Si è ricordato della sua infinita misericordia verso i peccatori.

Per chiedere il perdono è necessario credere che Dio lo concede. Questo atto di fede non è facile, specialmente quando i peccati “gridano al cielo”. Eppure solo la fiducia nella divina misericordia, che è più grande di ogni peccato, può ottenere il perdono. Senza l’abbandono all’amore misericordioso non è possibile salvarsi.

In ultima istanza è questo il peccato che perde le anime. Ci troviamo dinanzi a uno di quei peccati contro lo Spirito Santo che non vengono perdonati. Ciò che ha condotto Giuda alla rovina è la sua incredulità. Per lui Gesù non era il Redentore, al quale poter ricorrere per ottenere la grazia della salvezza, come ha fatto il buon ladrone, ma solo un uomo “innocente”.

Tuttavia, anche se hai fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e nostro Salvatore, non è facile aprirsi totalmente al mistero del suo Cuore, nel quale ogni peccato viene consumato dal fuoco dell’amore. Quando la grazia ti mostra l’orrore dei peccati di cui è piena la tua vita, l’astuta serpe si frappone di mezzo insinuandoti il dubbio sul perdono di Dio.

 Quante persone satana frena sulla via della salvezza, colpendole con questa freccia micidiale. Insieme alla grazia del riconoscimento dei peccati, Dio ti dona anche quella della fiducia nel suo perdono senza limiti. Tu però devi saperla accogliere e farla fruttificare. Per questo ti è necessario uno sforzo del cuore per lasciarti dietro le spalle sensi di colpa che satana è abilissimo a sfruttare a proprio favore.

 “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tuo grande amore cancella il mio peccato ( Sal 51). Il grido di Davide, che chiede perdono, fa appello per ben due volte alla bontà di Dio. E’ in questo sguardo di fiducia nell’Amore misericordioso che ti devi stare saldo.

Caro amico, per te che stai uscendo dalla palude del male, col peso di una vita sbagliata sulle spalle, è fondamentale rafforzarsi nella fiducia in Dio. Credere all’amore di Dio è la grande sfida della fede. Anche chi è molto avanti nel cammino di santità può essere tentato su questo punto fondamentale e rischiare di vacillare sotto il peso della propria indegnità.

 Come ogni virtù soprannaturale, anche quella delle fede è un dono di grazia, ma che ha bisogno di un continuo esercizio da parte nostra. Quando dunque ti sfiora il dubbio che Dio non ti abbia perdonato o non ti possa perdonare a causa dei peccati che hanno devastato la tua vita,  devi fare lo sforzo del cuore e gettarti nelle grandi braccia della sua misericordia.

Guai se cedi anche un minimo spazio al sibilo del serpente il quale, dopo averti indotti al male, ti fa dubitare del valore del sangue di Cristo versato in espiazione di tutti i peccati del mondo.

Non si è lontani dal vero affermando che il cammino della salvezza si identifica con una crescente fiducia nell’amore misericordioso. Questo è il grande insegnamento delle rivelazioni di Santa Faustina Kowalska, che hanno portato la Chiesa a istituire la festa della Divina Misericordia.

Non si tratta di una nuova devozione da aggiungere a tante altre che alimentano la vita cristiana. Si tratta piuttosto dell’affermazione della verità fondamentale della fede e cioè che siamo stati salvati per grazia, perché Dio ci ha amato per primi ed ha inviato il Figlio per cercare e salvare ciò che era perduto.

Abbi dunque la consapevolezza della gravità dei tuoi peccati, che Gesù ha espiato sulla croce. Ma è proprio dal suo Cuore trafitto che sgorga il fiume inesauribile della sua Misericordia.  

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13. Mostra a Dio il male che ti affligge

L’uomo che si mette in ginocchio davanti a Dio si colloca nella luce della verità. Si riconosce creatura, che l’Onnipotente ha tratto dal nulla e dal quale dipende. Si colloca così nella giusta situazione esistenziale perché la sua preghiera sia ascoltata. Dio infatti “resiste ai superbi e fa grazia agli umili” ( 1 Pt 5,5).

Ogni volta che ti metti in ginocchio, col corpo ma soprattutto col cuore,  poni la premesse per essere ricolmato di grazie. La luce che ti ha investito ti ha aperto gli occhi e ti ha mostrato il cumulo dei tuoi peccati. Non avresti mai immaginato di essere caduto così in basso.  “La nuvola della superba” (Caterina da Siena) ti impediva di vedere. Ora l’occhio, reso limpido dall’umiltà, ti fa scorgere anche le colpe più sottili e le malizie più nascoste.

Ti rendi conto che la devastazione dell’anima è una sventura più grave delle peggiori malattie del corpo. Comprendi che cosa significhi  l’enigmatica espressione di “peccato mortale”, che avevi imparato da piccolo al catechismo. Stai facendo l’esperienza di che cosa sia la morte dell’anima perché, nonostante la grazia della conversione che sta operando, ti senti paralizzato e incapace di uscire dalla plaude nella quale annaspi.

Hai preso coscienza della gravità della tua situazione, ma non sai come apportarvi un rimedio. Sei come uno che, dopo una caduta rovinosa, vorrebbe rialzarsi e riprendere il cammino, ma sente che le gambe spezzate non rispondono alla sua volontà.

Che fare? Caro amico, fai ciò che hanno fatto innumerevoli anime nei primi passi della loro conversione. Incomincia a pregare. Lancia verso il Cielo il tuo grido di aiuto. Chiama Dio in tuo soccorso. Fallo con le tue parole, quelle che ti uscirebbero spontanee dalla bocca se stessi per annegare e non trovassi un appiglio al quale afferrarti.

Grida a squarciagola, senza rispetto umano. L’urlo della creatura che chiama in suo soccorso il Creatore è forse la preghiera più antica, che rimbomba fin dagli albori della storia e il cui eco non si spegnerà mai. La Sacra Scrittura trabocca di queste invocazioni che escono dai cuori straziati dei esuli figli di Eva.

“O Dio vieni a Salvarmi”, “Signore vieni presto in mio aiuto” è la supplica quotidiana  della Chiesa in preghiera. “Signore salvaci!” è il grido che attraversa i Salmi. Anche gli apostoli, che temono di affondare da un momento all’altro, lo fanno proprio: “ Signore salvaci, siamo perduti”.

Come vedi, c’è una preghiera che nasce spontaneamente dalla vita e che non ha bisogno di apprendistato. Anche tu, nella tua infermità, non esitare a al Cielo. Mostra al Creatore il male che ti affligge, l’angoscia che ti opprime, il peso che ti schiaccia. Grida come un bambino che nel pericolo chiama la madre. Invocalo senza covare risentimenti, perché non Dio ma tu stesso sei la causa del tuo male.

“Dal profondo a te grido, o Signore, Signore ascolta la mia voce. Siamo i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica” ( Sal 130). Forse, caro amico, ti chiedi perché sia necessario gridare a Dio. La ragione ormai ti è chiara davanti agli occhi. Da solo non ce la faresti mai. Sei spiritualmente morto.

 Se la grazia non fosse venuta a visitarti, non ti saresti neppure accorto che l’abisso senza ritorno ti stava inghiottendo. La morte spirituale e quella fisica sono in uno stretto rapporto di causa ed effetto. “ Per invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono” ( Sap 2, 24).

Chi può liberare l’uomo dal peccato e dalla morte? L’umanità ci ha tentato più volte, ma con quali risultati? La catena delle illusioni e delle illusioni è senza fine. L’uomo non può salvare se stesso, dal male, dall’infelicità e dalla morte.

 Per questo Dio è venuto a visitarci, scendendo negli inferi della condizione umana e condividendo la nostra vita in tutto eccetto il peccato. Infatti ha portato sulle sue spalle il fardello del male commesso dall’umanità, per espiarlo e bruciarlo nel fuoco del suo amore.

Sappi che nessun uomo ti potrebbe liberare dal male che ti affligge e che porta alla rovina la tua vita. Nessuno, eccetto Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. O gridi a Lui, o la tua voce rimarrà senza risposta. E’ lui infatti che è venuto a cercarti, che ha bussato alla porta del tuo cuore e che ti ha chiesto di entrare. E’ lui che ti ha investito con la sua luce e che ti ha avvolto col suo amore.

A che cosa ti dovresti aggrappare se non alla sua mano? E’ l’unico che ha non solo il desiderio ma anche la possibilità di aiutarti. Chi dei tuoi amici e conoscenti è venuto in tuo soccorso nelle tue disavventure? I migliori hanno fatto uno sforzo per ascoltarti e per capirti. Non ti hanno negato la comprensione e la parola di incoraggiamento. Ma poi sei rimasto solo con te stesso e con il tuo peso soffocante sulle spalle.

L’uomo non riesce a rimuovere il male che lo assedia implacabile, corrodendolo nell’anima e nel corpo. Caro amico, non c’è forza umana che possa far fronte al potere delle tenebre. O chiami Dio in tuo soccorso o sei perduto. Se hai l’umiltà di rivolgerti al tuo Salvatore, la barchetta vacillante della tua vita verrà portata al sicuro.  

Non dovrai gridare a lungo. E’ vero, Dio ama farsi pregare, perché la preghiera stessa è una medicina che guarisce. Mentre tu gridi a Lui, la sua forza ti investe. Anzi, non saresti capace neppure di invocarlo, se la sua grazia non operasse nel tuo cuore.

 “Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica”. Non una sola sillaba sfugge ai suoi orecchi. Anche il minimo movimento della tua anima è presente al suo sguardo. Davanti ai suoi occhi sei un libro aperto, del quale conosce ogni parola. Ha presente ogni istante della tua vita, ogni pensiero della tua mente, ogni battito del tuo cuore. “Signore tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposto, ti sono note tutte le mie vie” ( Sal 139).

 Dio aspetta che tu lo invochi. E’ pronto ad aprire l’orecchio al tuo grido di aiuto. Egli da sempre ti segue e attende con pazienza questo momento.  Dio è l’unico al quale tu stai veramente a cuore. Conosci qualcun altro?  Ed è l’unico che ti vuole e che ti può aiutare. Sei un naufrago, come lo sono tutti gli uomini. O gridi a Dio o affoghi.

 Il problema della salvezza ora ti è chiaro. Si salvano tutti coloro che  hanno l’umiltà di inginocchiarsi e di elevare la loro voce verso il Cielo. Non pensavi che fosse così semplice. Dio è un padre che è pronto ad accogliere  i figli che cercano rifugio fra le sue braccia.  Ora comprendi perché Gesù ha detto che per entrare nel Regno dei cieli bisogna essere come dei bambini

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12. Non vergognarti di metterti in ginocchio

Il movimento verso Dio, quando si è immersi nella palude del peccato, è nel medesimo tempo un dono di grazia e una decisione della volontà. Il libero arbitrio da solo sarebbe incapace se la grazia non venisse in suo soccorso  e non lo sostenesse. “Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” ( Gv 8,34). Gesù conosce bene la tragica situazione esistenziale dalla quale è venuto a liberarci.

Il suo appello alla conversione è raccolto dalle persone più varie, persino pubblici peccatori e prostitute. I loro primi passi verso la conversione sono fra le pagine più commuoventi dei vangeli. Vorrei che tu prendessi in esame uno di questi episodi per poterti immedesimare. Ti renderesti conto che cosa significa accogliere l’appello di quella voce interiore che ti chiama con dolce fermezza.      

“Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e, stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato” . Chi è questa donna? “ Una peccatrice di quella città” risponde asciutto l’evangelista Luca. Dunque una di quelle prostitute  della quali Gesù ha detto in polemica con i farisei:

“ I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio” ( Mt 21,31). Infatti è un cuore che segretamente si è aperto alla grazia, forse ascoltando Gesù o forse avendone soltanto sentito parlare. Viene a sapere dove Gesù si trova e decide di non perdere tempo. Nel suo cuore si è già risolto il combattimento spirituale fra il bene e il male e la risoluzione è presa.

Ciò che però colpisce è il miracolo di luce e di grazia che è avvenuto nell’anima di quella donna. Lei intuisce e aiuta anche te a capire che, in ultima istanza, la conversione è un evento di amore. Si tratta  innanzi tutto dell’amore di Dio che si manifesta e si rende palpabile nella persona e nelle parole di Gesù.  Sente che dal cuore di Gesù emana una bontà piena di misericordia  che invano ha cercato altrove.

E’ un cuore che perdona, che rispetta, che accoglie e che non tradisce. E’ un cuore che ogni uomo desidererebbe incontrare, ma non lo trova fra le creature. Il cuore di Gesù le fa comprendere la miseria dei falsi amori, degli amori vagabondi e di quelli  mercificati nei quali sta dissipando la sua vita. Allora decide nel suo intimo che Gesù è colui che deve amare e al quale donare il suo cuore.

 il pentimento e il cambiamento di vita non sono espressi a parole, ma a gesti e sono tutti gesti sublimi di amore, che solo un cuore femminile poteva concepire. Innanzi tutto il rannicchiarsi ai piedi di Gesù piangendo. Non si sente degna di guardare il Signore in faccia: si rannicchia ai suoi piedi. C’è umiltà, consapevolezza della propria indegnità e sentimento profondo della santità divina di Gesù.

Ma nel medesimo tempo c’è fiducia e confidenza. Si rannicchia ai piedi: li prende in mano, li accarezza, li bacia  e li lava con le sue lacrime. Perché piange? Non sono lacrime di disperazione, ma di pentimento per i peccati commessi e per una vita sprecata nel male.

Sono anche lacrime di gioia per  l’amore vero che ha trovato e per la misericordia che si sta riversando sulla sua vita. La peccatrice è tutta presa dall’amore per Gesù.  I piedi del Maestro è come se fossero diventati suoi: li lava con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia e li ribacia e infine li cosparge di olio profumato.

Il fariseo si scandalizza, ma forse ci saremmo scandalizzati anche noi. Avremmo detto che era un comportamento sconveniente, esagerato, sentimentale, tipicamente femminile e via criticando. Ma Gesù mostra di apprezzare questi gesti affettuosi verso la sua persona.

 Nel cuore di Simone ribolle una mormorazione mista a incredulità che allo sguardo di Gesù non sfugge: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”.  Il ragionamento, nella sua logica stringente, è da brividi e manifesta come anche uno zelante seguace della legge di Mosé, come erano in genere i farisei, fosse lontano da una retta concezione di Dio.

 Siccome Gesù è misericordioso, allora non è un inviato di Dio. Se venisse da Dio non si lascerebbe toccare da una peccatrice come quella.  Credere incondizionatamente alla divina misericordia è sempre difficile per gli uomini peccatori, anche quando sono cresciuti nella fede. Il male ha lasciato nel fondo delle anime un misto di paura e di diffidenza che fanno da freno al cammino spirituale.

Gesù ha già per sé il cuore della donna peccatrice, ma non ne è pago. Cerca di fare breccia anche in quello del fariseo e, invece di rimproverarlo, lo fa riflettere con parole di bontà, manifestando nel medesimo tempo il suo potere divino di rimettere i peccati:

“ Simone – gli dice Gesù – ho una cosa da dirti. Ed egli: Maestro, dì pure. Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più? Simone rispose: Suppongo quello a cui ha condonato di più. Gli disse Gesù: Hai giudicato bene. E volgendosi verso la donna disse a Simone:

 Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.

Per questori dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece a quello a cui si perdona poco, ama poco. Poi disse a lei: Ti sono perdonati i tuoi peccati. Allora i commensali cominciarono a dire fra sé: chi è quest’ uomo che perdona i peccati? Ma egli disse alla donna: La tua fede ti ha salvata; va in pace”.

Caro amico, forse ti stai chiedendo se sia così facile ottenere il perdono dei peccati, la pace del cuore, la divina figliolanza e la vita eterna. Ti sembra una cosa umanamente impossibile. Hai ragione, ma con Dio le cose vanno diversamente che con gli uomini.

Ciò che agli uomini è impossibile, è possibile a Dio. Puoi diventare una persona nuova anche tu, persino un amico intimo del tuo Signore, semplicemente con un atto di umiltà, come ha fatto quella donna. Lei si è rannicchiata ai piedi di Gesù, lavandoli con le sue lacrime e baciandoli con i suoi capelli.

 Tu non esitare a metterti in ginocchio davanti all’Amore misericordioso che ti guarda con gli occhi della compassione. Riconosci l’umile grandezza del tuo Creatore e Salvatore. Accetta di essere una sua creatura, piccola debole e malata.

Presenta le tue piaghe al medico della tua anima. Sputa fuori il veleno della superbia, col quale Lucifero ha pervertito te stesso e umiliati sotto la potente e benefica mano di Dio. Piegando le tue ginocchia entri sulla via della salvezza.

Con questo gesto di umiltà imprimi una svolta irreversibile alla tua vita. Colui che umilia i superbi ed esalta gli umili ti tende la mano per risollevarti.

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11. Assumiti la responsabilità di mettere in salvo la tua vita

La luce della grazia ti ha consentito di scoprire la verità sulla tua situazione esistenziale. Ti sei reso conto di aver indirizzato la tua vita su una strada senza sbocchi. Sei immerso nell’immonda palude del male che prima non scorgevi. Ti senti stanco e svuotato. Vorresti gettare la spugna e arrenderti come uno che ha perso la voglia di combattere.

 Tuttavia c’è un fatto nuovo nella tua vita, che alimenta nel cuore la fiammella della speranza. Non sei più solo, come lo eri stato negli anni precedenti, quando ti eri allontanato da Dio, illudendoti di far fortuna nel mondo. Allora eri circondato da molta gente e non ti mancavano mai gli amici, con i quali sperperavi gli anni migliori.

Proprio quando ti sei trovato solo con te stesso, come il figliol prodigo quando contendeva le carrube ai porci, hai sentito la nostalgia della casa paterna. Hai avvertito Dio vicino a te, proprio quando gli altri erano distanti e forse persino indifferenti al tuo dramma interiore. Questa misteriosa presenza è la tua forza e la tua speranza.

Ora sai che la vita non è un labirinto nel quale vagare a vuoto e non è necessariamente una strada che si dissolve nel nulla. C’è una direzione e una meta. Tu incominci a intravederla e senti sempre più forte una voce interiore che ti invita. Hai fatto la fatica di aprire la porta del cuore. Hai anche il coraggio di iniziare una vita nuova?

Finora il tuo atteggiamento è stato prevalentemente passivo. Se nel tuo intimo hai sentito montare l’inquietudine  e l’angoscia non è certo per tua iniziativa. Anzi hai cercato di rimuoverle, intensificando le tue ubriacature nella fiera delle vanità.

Se all’improvviso dai tuoi occhi sono cadute le squame che ti accecavano e hai visto con orrore la tua reale situazione, ciò è dovuto a un intervento che ti sfugge e che ti sovrasta. Se hai avvertito qualcuno che bussava alla porta del cuore, lo devi all’amore e all’umiltà del misterioso visitatore.

Tu però hai aperto, come se fossi incapace di resistere alla sua dolce insistenza. Tutto ciò è accaduto per grazia, non per tuo merito. Infatti eri un fuggitivo e un ingrato, che meritava una giusta punizione. Dio avrebbe potuti lasciarti in mano dei tuoi desideri e delle tue velleità. Gli avevi voltato le spalle, perché avrebbe dovuto rincorrerti?

Ora ti rendi conto che Dio ci ama anche quando noi lo disprezziamo. Ci segue, anche quando noi gli voltiamo le spalle. Si prende cura di noi anche quando non ne vogliamo sapere. La grazia della conversione è sempre gratuita. Sembra una fredda affermazione teologica. In realtà tu hai sperimentato nella tua vita  quanto sia vera.

Ora è giunto il momento di “alzarti”, come ama esprimersi il Vangelo, quando giunge la chiamata della conversione. “Mi alzerò e andrò da mio Padre”  (Lc 15, 18), è la decisione del figliol prodigo. Anche Levi, il futuro evangelista Matteo, che sedeva al banco delle imposte, alla chiamata di Gesù si alza prontamente, senza tergiversare e senza ritardare: “ Seguimi. – gli disse – Egli, alzatosi, lo segui” (Mc 2,14).

 E’ il momento della risposta libera. Più precisamente è il momento della  volontà. Sei tu ora che devi assumerti la responsabilità di mettere in salvo la tua vita, dopo la grazia che è venuta in tuo soccorso. Sembra tutto chiaro, ma è proprio ora che comprendi che cosa volesse dire Gesù affermando che “chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” ( Gv  8,34).

Infatti vorresti alzarti, ma ti senti debole. Vorresti deciderti, ma il tuo libero arbitrio è incapace di auto-determinarsi. Caro amico, risalire la china del male non è facile, perché ti senti privo di forze. Anche i più piccoli sforzi costano fatica e sudore di sangue.

 La riabilitazione della volontà è un lungo esercizio, che richiede tempo, pazienza e soprattutto aiuto della grazia. Eppure non ti devi scoraggiare. Colui che ha bussato alla porta del cuore è pronto a prenderti per mano.

Al riguardo ti può essere di grande conforto quando afferma l’apostolo Paolo che, nel suo cammino personale di conversione, ha vissuto nella sua carne la tua stessa esperienza. Le sue parole sono a prima vista stupefacenti. “ In me – dice – c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio” ( Rm 7, 18-19).

 Il peccato ha ridotto la libera volontà in uno stato di impotenza. Vorresti decidere, ma non ci riesci. Rimani nel campo delle velleità, come chi volesse alzarsi in volo pur non avendo le ali. Che fare, se la libera volontà, che è il motore della vita, giace in uno stato di estrema debolezza?

Caro amico, devi procedere a piccoli passi, con pazienza e perseveranza, come un bambino che incomincia a camminare. Il primo passo, forse il più facile, è quello di guardare bene in faccia la devastazione che il peccato ha provocato nella tua vita.

La luce soprannaturale ha rischiarato la tenebra nella quale vivevi senza vederti e ti ha mostrato fino a quale livello di degradazione sei giunto. Provane vergogna e disgusto. Il male è un maledetto paese del quale non devi più sentire il fascino ingannevole.

Ora che è stata tolta la maschera e che lo conosci per quello che è, non devi più farti attirare dalla sua falsa luce. Ripudialo! Anzi odialo! Un solo odio infatti è concesso al cristiano: l’odio del peccato. Non esitare a odiarlo e a detestarlo.

Non solo il male in se stesso, ma quello che hai commesso tu, quello che ha sfregiato il tuo volto, quello col quale anche tu hai contribuito a inquinare il mondo.

Se l’Amore misericordioso non fosse venuto in tuo soccorso, se il tarlo del peccato avesse potuto compiere la sua opera fino alla fine, quale sarebbe stato il tuo destino? Il peccato è il tuo nemico per eccellenza. E’ il veleno mortale iniettato da colui che è “peccatore fin dal principio! (Gv 3,8).

Sei debole, ma questo primo passo non è difficile. Ti viene quasi spontaneo, come uno che scuote se stesso scoprendosi coperto di fango. E’ tuttavia un passo importante perché sei in grado di distinguere il bene dal male, amando l’uno e odiando l’altro. 

Sai ciò che ti giova e ciò che nuoce. Distingui la luce dalle tenebre e il vero dal falso. Una volta scoperto l’inganno e l’astuzia dell’ingannatore, non sarà facile attirarti di nuovo nella rete.

Ora però devi incominciare a camminare sulla nuova via, quella della salvezza, che per sua natura è stretta e in salita. Sappi che da solo non farai molta strada. E’ giunto il momento di metterti in ginocchio e di incominciare a pregare.

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,

la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. ( Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale).


10. Scopri l’inganno del falsario

Solo con la decisione di aprire a chi bussa alla porta del cuore imprimi una svolta radicale alla tua vita.  Chi si lamenta di non aver mai avuto la grazia della fede, dovrebbe esaminarsi se non ci sia stato un momento in cui è mancato il coraggio di una scelta.

Dio infatti ama immensamente ogni persona, che ha creato a sua immagine, predestinandola a conoscerlo e ad amarlo. Dio chiama con infinita pazienza chi si allontana da lui sulla via della rovina. Non nega la luce a chi lo cerca con cuore sincero. Si perde eternamente solo chi avrà resistito fino alla fine ai richiami del suo amore.

Nel momento in cui la luce della grazia ti ha illuminato e una voce piena di bontà ti ha chiamato, si sono dissolti i pregiudizi e i dubbi nei quali era irretita la tua vita. Hai compreso che, solo rispondendo a una misteriosa chiamata, si entra nella luce della verità che fa liberi.

 Se avessi esitato, se avessi rimandato ancora una volta, se avessi atteso di avere quelle certezze che al momento ti mancavano, saresti rimasto nella tenebra della menzogna e della morte.

 La decisione della fede è per sua natura oscura, diversamente non sarebbe libera. Lungo il cammino della vita c’è abbastanza luce per scommettere su Dio e abbastanza  oscurità per negarlo. Gli argomenti a favore e contro attraversano tutto il corso della storia umana, senza che gli uni prevalgano sugli altri. Alla fine è la tua libera volontà a fare la scelta di campo..

 E’ una opzione del cuore che decide del tuo destino eterno. Tuttavia, dopo che l’hai compiuta, una grande luce ti investe. La fede ha ancora le sue notti oscure, ma è divenuta una convinzione intima, che la rende simile a una casa costruita sulla roccia. Avendo avuto il coraggio di deciderti per Dio, ti trovi improvvisamente nelle sue braccia.

La certezza di Dio la puoi avere solo se lo scegli. Se non apri la porta, non lo puoi incontrare. E’ in questa situazione che ti rendi conto che cosa significhi essere liberi. Dio ci ha messi nelle nostre mani e attende che ci mettiamo liberamente nelle sue.

Solo quando hai deciso, caro amico, ti rendi conto dell’immensa grazia che hai avuto e sei in grado di valutare il pericolo mortale che stavi correndo. Sei nella condizione di uno che, sul ciglio di un abisso nel quale sta per precipitare, guarda con terrore a ciò che avrebbe potuto accadere.

Un brivido ti attraversa da capo a piedi, mentre un sentimento di infinita riconoscenza pervade l’anima. Ora i tuoi occhi sono in grado di scorgere l’inganno nel quale eri caduto e dal quale sei stato salvato . Rifletti alla disperazione che ti avrebbe afferrato se questo risveglio fosse avvenuto a tempo scaduto, quando ormai non vi era più nulla da fare.

Guardando il Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina, hai osservato i volti attoniti e sgomenti di coloro che sentono su di sé il “Via maledetti nel fuoco eterno” pronunciato dal Giudice divino? Quando scoprono l’inganno è ormai troppo tardi. L’ingannatore rivendica per sé la sua preda.

Tu invece hai aperto gli occhi in tempo. Rabbrividisci guardando l’abisso della perdizione, ma soprattutto esulti per la grazia della salvezza. Davanti al tuo sguardo si dissolve la false luce che ti aveva ammaliato e scopri  la sequela degli inganni che ti aveva fatto deviare. Il luccichio dell’effimero ti aveva attirato nella trappola mortale. Il menzognero e l’omicida fin dal principio aveva predisposto ogni cosa per la tua rovina.

Ora sei in grado di vedere uno per uno gli inganni nei quali sei staso irretito. Ti sei ingannato su Dio. Pensavi che fosse un residuo di un passato bigotto e  ignorante. Ti eri disfatto molto presto della fede, che avevi ereditato dalla famiglia. Avevi aderito con baldanza a una visione altezzosa  della vita, dove l’uomo sarebbe padrone del suo destino.

Ti sei sentito emancipato e libero di fare quello che volevi. Ti sei auto-convinto che senza Dio si vive meglio e hai incominciato a guardare con fastidio e persino con disprezzo quelli che credono e pregano.  Anche tu sei  rimasto incantato dal sibilo del serpente. Le sue parole sono sempre le stesse, ma trovano in ogni epoca orecchi attenti per ascoltarle.

Ora ti rendi conto che erano portatrici di veleno mortale.  Ti  sei fatto rubare Dio e la sua amicizia e al suo posto ti è rimasto un vuoto colmo di paura e di angoscia. Ti chiedi come hai potuto divenire così cieco, mentre presumevi di vedere meglio degli altri. Il  tuo cuore si colma di gratitudine al pensiero che colui al quale avevi voltato le spalle ti è venuto umilmente a cercare

Ti sei ingannato su te stesso, sulla dignità della tua persona, sul valore della tua vita e di quella degli altri. Ora che sai di essere una creatura che viene da Dio e a lui  ritorna, ti domandi come hai potuto identificarti con la tua carne mortale che viene dalla polvere e in essa si dissolve.

Hai rimosso la parte più nobile di te stesso, la tua anima, la scintilla divina che ti rende capace di conoscere Dio e di corrispondere al suo amore eterno. Pensavi che la vita finisse con la morte, come se l’uomo e l’animale fossero accomunati dal medesimo destino.

Ora che ti sei aperto all’immensità del Cielo, guardi con orrore all’oscuro carcere nel quale ti eri rinchiuso. Che impressione ti fanno ora le felicità che hai inseguito come chimere e che mai ti hanno rallegrato? Ciò che ti sembrava oro luccicante ora lo vedi come una spazzatura nauseabonda. Hai ribrezzo di ciò che per tanto tempo hai desiderato. Rifuggi con orrore da ciò che hai inseguito.

La luce divina che si è accesa dentro di te, ti rivela la vastità del male che stava ti distruggendo. Come un morbo silenzioso avanzava e ti corrodeva dall’interno, come avviene a quegli alberi, apparentemente solidi e frondosi, che schiantano improvvisamente a terra.

Vedi l’orrore del peccato che devasta e conduce alla morte. Quando ne eri schiavo, pensavi di essere libero. Quando ti immergevi in esso, ti illudevi di godere la vita. Ora sai che il male è una realtà orrenda , che non si può commettere impunemente. Vedi su di te la lebbra che ti corrode e ti chiedi come abbia potuto esaltare ciò che ti distrugge. Ora sai che il male fa male e che non è possibile rovesciare l’ordine divino delle cose.

Stai vivendo  un momento di verità che non devi mai più dimenticare. Ora vedi la tua vita come Dio la vede. Nella sua infinita misericordia ti mostra l’inganno del quale sei vittima. Nel medesimo tempo ti prende per mano per tirarti fuori. Ti indica una via dove splende la luce vera. E’ un nuovo inizio. E’ il dono di una nuova nascita. E’ il momento della tua corrispondenza alla grazia.

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