
Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.
2. “Vengono a voi vestiti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci” (Matteo 7,15)
I falsi profeti sono “figli del maligno” che è il falso profeta per eccellenza. Essi sono la zizzania mescolata al buon grano. Il loro campo d’azione più pericoloso è nell’ambito stesso del Popolo di Dio, perché cercano di ingannarlo presentandosi come inviati del Cielo. Infatti i falsi maestri e i falsi profeti che pullulano nel mondo sono assai meno pericolosi, perché facilmente identificabili come avversari della verità rivelata. Le ideologie anticristiane, sotto le varie forme con cui si presentano lungo il corso della storia, sono avvertite dai credenti come tali e, pur provocando, con la loro forza di seduzione, l’apostasia dalla verità, sono avvertite come un errore da chi resta saldo nella fede. Visioni del mondo e della vita alternative al cristianesimo non mancheranno mai, perché lo spirito della menzogna ha libertà di azione fino alla fine del mondo. Per riuscire vittoriosi è sufficiente che i credenti rimangano ben radicati nella verità della loro fede.
Ben più grave invece è il pericolo quando la fede stessa è intaccata al suo interno e quando questi “operatori di iniquità” ( Matteo 13,41) agiscono in mezzo al Popolo di Dio arrogandosi una rappresentanza divina. La loro identificazione è uno dei problemi più sentiti dagli autori sacri, ma è dalla stessa bocca di Gesù che escono le parole più chiare e severe nel medesimo tempo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse una dalle spine o fichi dai rovi? Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete” (Matteo, 7,15-20).
L’espressione di Gesù “ vengono a voi in veste di pecore” è particolarmente efficace e illuminante. Essa designa coloro che dentro la Chiesa si presentano come gli emissari di Dio, ma che in realtà si servono di questa apparenza per trarre in inganno i fedeli e per trascinarli nelle spire del serpente. In che modo questo diabolico tranello si realizza? In primo luogo falsificando la dottrina della fede e presentando l’errore come se fosse una verità. Facendo allusione a questa triste attività di satana nell’ovile della santa Chiesa, l’apostolo Pietro afferma: “ Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta da improperi. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato” ( “ Pietro 2,1-3).
E’ qui profetizzata una realtà ricorrente lungo i due millenni di storia cristiana, quando una moltitudine impressionante di “lupi rapaci”, travestiti da pecore, hanno fatto stragi nel popolo di Dio, distogliendo il gregge dalla verità e seminando errori di ogni genere. Le “eresie perniciose” con le quali il drago dilania il popolo di Dio, dall’inizio fino ai nostri giorni, hanno avuto e hanno come autori dei servi infedeli, che non di rado occupano posti di responsabilità, i quali, sedotti dal maligno, hanno ripudiato “la sana dottrina” ( 1 Timoteo, 1,10) e hanno “fatto naufragio nella fede” ( Ibidem 1,19). Essi, ora tacendo la verità, ora manipolandola, ora seminando astutamente l’errore, somministrano al gregge il veleno dell’errore, convincendolo che si tratti della parola rivelata.
Una categoria specifica di questi falsi profeti è quella che ha da satana il potere di compiere prodigi, cosi come i profeti autentici hanno da Dio il potere di compiere miracoli. Gesù stesso al riguardo si premura di mettere in guardia gli apostoli: “Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti” ( Marco 13, 22). Questa categoria specifica di ingannatori che “compiono prodigi” è particolarmente pericolosa nei confronti delle persone sprovvedute, che non sanno distinguere fra il vero e il falso soprannaturale e, attratti da ciò che esula dall’ordinario, scambiano per segni di Dio i raggiri del maligno. Chi potrà contare le anime che cadono nelle fauci del serpente a causa della mancanza di discernimento?
“Dai loro frutti li riconoscerete”. Con queste parole il vangelo ci dà il prezioso criterio di identificazione dei falsi profeti, la cui somiglianza con quelli autentici può trarre in errore. Infatti scoprire un falso profeta non è facile e a volte solo il dono eccezionale, che Gesù aveva in misura divina, di leggere nei cuori può portare alla loro certa identificazione. Chi infatti potrebbe riconoscere dei servi del maligno in coloro che si sono perfettamente camuffati in servitori del Signore, specialmente quando i segni esteriori sono quelli della rispettabilità e dell’apparente santità?
L’ipocrisia infatti è quella maschera che riveste di esteriorità attraenti il putridume interiore. La santità finta, recitata ed esibita è uno dei pezzi migliori del repertorio satanico e non a caso è stata bollata con parole di fuoco da Colui che è la Verità e la Santità: “ Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità” (Matteo, 23,27-28).
Quali sono dunque quei frutti che permettono di distinguere i veri profeti da quelli falsi? Il più importante di essi è la santità della vita. Un’esistenza autenticamente cristiana non può che essere frutto della grazia e da sola costituisce un motivo certo di credibilità. Il problema sorge quando si tratta di distinguere la vera santità da quella falsa, perché questo è possibile solo all’occhio limpido del discernimento spirituale. Ci sono i santi e ci sono i cosiddetti “santoni”. La stessa Chiesa, dopo aver accertato la presenza delle virtù eroiche, chiede infine la conferma del miracolo, prima di elevare all’onore degli altari. Tuttavia virtù come l’umiltà, l’obbedienza e la carità, unite alla sapienza, alla sana dottrina, alla pace e alla gioia, danno testimonianza della divina presenza. Mentre l’orgoglio spirituale, la gola spirituale, l’avarizia spirituale, la lussuria spirituale, non di rado uniti alla vanagloria, all’attaccamento al denaro e all’impudicizia, sono quelle fessure, per quanto piccole e ben mimetizzate, attraverso le quali esce il fetore dell’inferno da sedicenti servitori di Dio. Da questa corruzione del cuore provengono poi inevitabilmente quegli errori contro la fede e quelle dottrine di comodo, che dimostrano come gli sbandamenti intellettuali e quelli morali vadano spesso insieme. Infatti non si è mai trovato un santo che abbia, ad esempio, minimizzato o negato l’esistenza del diavolo e dell’inferno.
I frutti di cui parla il vangelo, per distinguere gli alberi buoni da quelli cattivi, sono dunque la santità della vita e la sana dottrina. E’ da queste caratteristiche di una persona che si possono discernere le pecore dai lupi rapaci. Il quadro che ci offre la Scrittura si completa con l’esito della vita dei falsi maestri e dei falsi profeti: “ Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco” , afferma Gesù. L’apostolo Pietro non usa parole meno severe: “ La loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato” . L’Apocalisse di Giovanni metto poi il sigillo definitivo: “E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta. Saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli” (Apocalisse, 20, 10).