"VI SUPPLICO: CONVERTITEVI!" (REGINA DELLA PACE-MEDJUGORJE)

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IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici, la Madonna a Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché, se aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà troppo tardi. Con questa nuova iniziativa del Blog offriamo la possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali da meditare e da vivere. (Le  troverai man mano nella sezione: “Il Combattimento spirituale”).

18. La confessione  completa  il cammino di conversione

Ti sei mai chiesto perché nel cristianesimo la croce ha un importanza fondamentale? Guarda a colui che vi è crocifisso e chiediti chi è. Chi è appeso alla croce è il Figlio di Dio, che si è fatto uomo, in tutto simile a noi, eccetto il peccato. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” ( Gv 3,16).

E’ dalla croce che sgorga la grazia che sta operando nella tua anima, infondendo una nuova vita. Dal cuore di Gesù sgorga il sangue che ti lava e ti fortifica. Nel momento supremo del suo sacrificio Gesù implora sul mondo il perdono dei peccati. Anche tutti i tuoi sono compresi. L’Agnello immolato li ha espiati al tuo posto e per la tua salvezza.

Caro amico, nessuno avrebbe potuto liberarci dal male, se il Figlio di Dio non si fosse fatto uomo e non lo avesse espiato col suo sacrificio e consumato nel suo amore. E’ giunto il momento che tu accolga nella tua vita l’ immensa grazia  del perdono dei peccati, accostandoti al sacramento della confessione. E’ un momento chiave del tuo cammino di conversione, senza il quale rischieresti di segnare il passo.

La Chiesa, che è madre, ha reso questo sacramento semplice e umano, breve ed efficace. Se tu, con l’aiuto della grazia, avrai preparato il cuore, sperimenterai quanto è buono e soave il Signore con coloro che confidano nella sua infinita misericordia.

Potrai comprendere la grandezza di questo sacramento se lo guarderai alla luce della croce. Medita soprattutto sulla grazia del perdono che ti viene concesso, alla sola condizione che ti penta e decida di cambiare vita, anche se ti sei macchiato dei peccati più gravi. Considera, caro amico, quanto è vasto l’oceano di iniquità che sommerge il mondo. Chi lo potrebbe svuotare? 

Il peccato, in quanto offesa fatta a Dio, non può essere riparato dall’umanità peccatrice. L’uomo, nella sua situazione di accecamento, è incapace persino di rendersi conto del male che ha fatto. E’ infatti proprio dei santi considerarsi peccatori ed è tipico dei peccatori ritenersi senza peccato.

Il Figlio di Dio, divenendo uomo, ha assunto una natura umana esente dal male. Egli è senza peccato e la sua eccelsa santità  ha stupito i suoi contemporanei, i quali non potevano accusarlo di nulla (Gv 8,46). Egli, il Santo, ha preso su di sé i peccati degli uomini di tutti i tempi. Lo ha fatto perché c ci ama, anche se siamo creature degeneri.

Lo ha fatto per ridonarci la libertà e la dignità dei figli  di Dio.Il Padre ha inviato il Figlio sulla terra perché con la sua vita, passione e morte ci liberasse dal potere delle tenebre e dalla perdizione eterna e ci introducesse nel regno della luce e della pace.

Se Dio, spinto dall’amore, non avesse preso questa iniziativa, l’umanità sarebbe stata per sempre schiava del diavolo. Poteva un uomo prendere su di sé i peccati dell’intera umanità ed espiarli?

Non poteva, se non fosse stato il Figlio di Dio. Egli nel suo cuore umano e divino ha espresso per il Padre un’obbedienza e un amore così grandi da bruciare e distruggere l’orgoglio e il disamore presenti in tutti i  peccati del mondo. Mentre Egli muore in croce, colpito da un’ondata di malvagità senza eguali, implora dal Padre quel perdono che purifica le anime  fino alla fine dei secoli.

Ora comprendi perché, mentre tu, accecato, correvi sulla via della perdizione, la grazia ti ha toccato il cuore e qualcuno è venuto a visitarti. Tu non avevi fatto nella per meritarlo. Al contrario puntavi i piedi e resistevi al richiamo, mostrandoti infastidito. Un amore più grande del tuo peccato ti ha preceduto.

Il Sacramento della confessione sgorga dalla croce dove è stato inchiodato il Figlio di Dio, che ti ha amato e ha dato se stesso per te ( cfr Gal 2,20).  Attraverso di esso ti viene concesso il perdono dei peccati che Gesù  ha ottenuto col suo sacrificio. In ogni peccato commesso vi è una miscela mortale di egoismo e di rifiuto di Dio.

Puoi immaginare quale forza negativa sia la somma dei peccati degli uomini di tutti i tempi? Nel tuo esame di coscienza passa in rassegna gli sbandamenti, i tradimenti, le cattiverie e le innumerevoli proliferazioni del male che hanno macchiato la tua vita.  

Ebbene, tutto è stato distrutto nella fiamma ardente del cuore di Gesù. La sua umiltà, la sua obbedienza e il suo amore sono il braciere  ove ogni iniquità viene consumata . Non puoi comprendere la grandezza e la bellezza della confessione se non guardi il Crocifisso.  Da quel Cuore trafitto scaturisce la grazia del perdono che ristabilisce l’uomo nell’amicizia con Dio.

Ora comprendi perché Gesù abbia rivendicato per sé il potere di rimettere i peccati (Mt 9,6). Questa potestà gli è stato dato dal Padre, perché Egli è l’Agnello di Dio che ha espiato i peccati del mondo. Solo Lui ha la capacità di perdonare e di riconciliare.

E’ un potere di misericordia e di amore che proviene dal sacrifico della croce. Nel medesimo tempo ti rendi conto di quanto sia grande l’amore di Dio per gli uomini.  Dio infatti non solo è l’offeso, ma è anche colui che ripara l’offesa. Il male che tu ti sei fatto peccando, Lui l’ha preso su di sé. Con le ferite che gli abbiamo arrecato siamo stati guariti (Is 53,5).

Ha preso su di sé la nostra morte, per donarci la vita eterna. Grazie alla croce, la maledizione del peccato è divenuta la benedizione della grazia. Tu stai sperimentando la verità di tutto questo. Non si tratta di enunciazioni astratte, ma di una esperienza di liberazione che riguarda la tua vita.

Anche tu, grazie al sacramento della riconciliazione, stai morendo e risorgendo con Gesù. Muori al peccato e risorgi alla vita nuova della grazia. Non dimenticherai mai più momenti come questi.

Non ti sei mai chiesto per quale motivo, quando ti confessi, vieni assolto da ogni peccato di cui ti sei pentito? Anche se avessi compiuto i delitti più abominevoli, se ti presenti con un cuore contrito, ricevi un’assoluzione completa.

Non avviene così nei tribunali umani, i quali infliggono sempre una pena proporzionata, anche in presenza dell’ammissione di colpa e del pentimento.  La ragione per cui il sacerdote assolve sempre chi si pente dei suoi peccati è da ricercare nel sacrificio della Croce, dove Gesù ha già espiato al nostro posto e a nostro favore.

Per essere liberati dal male spirituale che ci affligge, basta accogliere il perdono che il Crocifisso ci offre attraverso la persona del sacerdote. La migliore preparazione alla tua confessione è dunque quella di inginocchiarti davanti alla Croce, sulla quale l’Agnello di Dio si è offerto in sacrificio per distruggere col suo amore tutte  le iniquità del mondo. Ha conosciuto e riparato anche le tue e ora ti chiede di presentarle alla sua infinita misericordia.

 Compi questo passo decisivo con fiducia, con umiltà e con immensa gratitudine.

GLI INGANNI DI SATANA

Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.

6. Le imitazioni del Falsario

Quando Gesù ci invita a guardarci dai falsi profeti “ che vengono in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci” ( Matteo, 7,15) ci mette in guardia innanzi tutto da colui che è il lupo per eccellenza, il demonio, il quale però, come dice il detto popolare, non si maschera mai così bene da non lasciar spuntare la punta delle orecchie. Egli opera con particolare accanimento e tenacia nell’ambito delle manifestazioni spirituali, per far razzie di anime pie che si dedicano a Dio. “ I contemplativi, afferma Santa Teresa d’Avila, sono particolarmente esposti agli inganni e alle astuzie del demonio. Che l’anima cerchi di scoprire ciò che è, che rimanga umile e supplichi il Signore affinché non permetta che cada nella tentazione. Se l’anima si conserva umile, se cerca di conoscere la Verità e si mostra sottomessa al proprio confessore, allora lì dove il demonio si compiaceva di darle la morte, le darà invece la vita, malgrado le sue lusinghe e le sue illusioni” (Cammino di perfezione, 42).

I segni che provengono dal maligno, per quanto cerchino di imitare le manifestazioni divine, portano il sigillo del loro autore. Egli è orgoglioso, simulatore, adulatore, seminatore di zizzania, e queste caratteristiche affiorano inevitabilmente laddove egli opera. Quando nelle persone o nei messaggi o nei segni esterni trapelano questi veleni si può ben essere certi che il falso angelo di luce è al lavoro per adescare e per ingannare. E’ lo stesso vangelo che ci mostra come un medesimo segno possa avere prospettive radicalmente diverse, a seconda che lo usi Dio o il demonio. Si tratta del miracolo della moltiplicazione dei pani.

“(Gesù) vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati” (Matteo, 14,13). Il contesto da cui nasce lo strepitoso miracolo della moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci è quello della predicazione della Parola di Dio. Le folle, lasciano la casa, il lavoro e si dimenticano persino del cibo materiale per nutrire la propria anima col pane vivo della verità che illumina e dà senso alla vita. Siccome esse cercano innanzi tutto il Regno di Dio, il cibo temporale viene dato loro in sovrappiù (Matteo 6,33). Il miracolo è dunque collocato in un contesto di conversione e di risposta alla chiamata divina. Esso manifesta non solo l’onnipotenza, ma anche e soprattutto la carità di Dio per le sue creature. Inoltre Gesù quasi nasconde se stesso, velandosi della più grande umiltà, perché vuole che siano i suoi stessi discepoli a dar da magiare alla folla. Il contesto in cui si colloca il segno divino è quello tipico della verità, della santità e dell’umiltà. Il miracolo è rivestito di una luce soprannaturale inconfondibile che ne fa un segno mirabile dell’eucaristia.

Ben diversamente invece si presenta il medesimo segno nel contesto delle tentazioni nel deserto. Gesù ha fame e il tentatore si avvicina quasi intimandogli: “ Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane” (Matteo, 4,3). Qui c’è il marchio inconfondibile dell’astuto falsario, ingannatore e aggressivo. Innanzi tutto c’è una motivazione egoistica di fondo a provocare il miracolo. Esso ha come scopo di placare la propria fame e non la sollecitudine per i bisogni del prossimo. Vi  è inoltre una sottile finalità di autoesaltazione. Il miracolo servirebbe infatti a dimostrare la propria figliolanza divina. Indubbiamente Gesù ha compiuto miracoli in questo senso, ma per venire incontro alla nostra debole fede, incapace di vedere segni ben più eloquenti, come quelli della sua straordinaria sapienza e soprattutto della sua sublime santità. Inoltre il segno in se stesso, la trasformazione dei sassi in pane ha  qualcosa di plateale e di grottesco che non appartiene all’agire divino. Dio usa segni più umili e modesti, molto vicini a quelli della natura, come quando sfama con la manna  e disseta con l’acqua sgorgata dalla roccia, di cui ci dà testimonianza la Sacra Scrittura.

Queste medesime considerazioni si potrebbe fare per l’altro segno sollecitato da satana, quando invita Gesù a gettarsi dal pinnacolo del tempio, per dimostrare la sua origine divina (Matteo, 4,6). Anche qui c’è la finalità impura di innalzare il proprio e non manca neppure la messinscena teatrale, come pure l’intenzione di stupire e non di convertire, attirando dei seguaci che contribuiscano a soddisfare il proprio delirio di onnipotenza. Satana non esita persino a citare la Bibbia per coprire di buone intenzioni i suoi obbiettivi improntati all’orgoglio e alla seduzione. Egli infatti si propone di attirare il Messia sulla via del successo terreno e del plauso delle folle. Gesù invece ci darà come segno la croce, che resterà fino alla fine dei secoli il sigillo dell’agire divino.

C’è qui quanto basta perché anche nel cuore dei comuni cristiani incominci a squillare l’allarme quando dei fenomeni in apparenza soprannaturali mandano suoni di moneta falsa. Indubbiamente il discernimento autorevole, ufficiale e vincolante spetta all’autorità ecclesiastica. Tuttavia quando manca il clima di umiltà e di semplicità, di purezza e di santità, quando si insinua l’orgoglio, la discordia e l’inganno bisogna incominciare e temere. Il linguaggio di Dio è soave e dà pace, anche quando è esigente. I suoi segni hanno la bellezza delle cose vere e sante. Cadono nelle trappole del maligno coloro che sono affetti da curiosità e da gola spirituale. I palati impuri sono pronti ad afferrare le esche ben confezionate e attraenti, ma velenose e mortali.

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“GLI INGANNI DI SATANA”

5. Le caratteristiche dei segni che vengono da Dio

Quando si tratta di esaminare se un determinato fenomeno sia o meno di origine soprannaturale sono molti gli elementi da prendere in considerazione. Oltre alla persona e al messaggio, è necessario valutare le caratteristiche della manifestazione in se stessa e il contesto nel quale si colloca. Infatti non vi è dubbio che i segni del vero soprannaturale abbiano un loro linguaggio inconfondibile, che per semplicità, bellezza ed efficacia non può essere confuso con le imitazioni sataniche. La Sacra Scrittura non esita a mettere a confronto già nell’Antico Testamento i “segni” compiuti da Dio attraverso Mosè e Aronne da quelli effettuati dai maghi del Faraone. Allo stesso modo nel Nuovo Testamento “ i segni e i portenti” (Marco 13,21) compiuti dai falsi profeti, come pure “i prodigi” compiuti dai demoni non devono essere confusi dai credenti con “i segni” compiuti da Gesù Cristo e dagli apostoli. San Paolo descrive uno scenario impressionante per quanto riguarda i tempi della fine, che vedranno l’avvento dell’anticristo, “ la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno” (2 Tessalonicesi, 3,9).

Questo avvertimento, spesso richiamato dalla Parola di Dio, ci deve innanzi tutto mettere in guardia riguardo a quei fenomeni che sembrano non rientrare nell’ambito dell’ordinario. Non tutto ciò che sembra “prodigioso” viene necessariamente da Dio. Potrebbe avere origini naturali, che per il momento sono sconosciute, oppure potrebbe rientrare nel repertorio degli inganni di cui sono maestri sia i falsi profeti come il maligno. Molti fenomeni, comprese le apparizioni, le comunicazioni di messaggi e persino delle guarigioni possono avere il demonio come autore, mascherato all’occorrenza da angelo di luce (2 Corinzi, 11,14). In particolare tutto ciò che avviene nel mondo fisico ( lacrimazioni, profumi, segni nel cosmo, ecc…) potrebbe anche essere un inganno dell’astuto falsario. Al riguardo è molto eloquente la descrizione del libro dell’Apocalisse:  “(La bestia) operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso ricompiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra “  (13,13).

Tuttavia, nonostante le imitazioni sataniche, Dio opera i suoi segni e attraverso di loro si manifesta e comunica agli uomini i suoi messaggi. In ultima istanza è solo il discernimento fatto dall’autorità ecclesiastica quello che premunisce il fedele dall’inganno e gli dà la certezza che in quel determinato segno vi è “il dito di Dio”. Ne consegue che solo camminando con la Chiesa e nella Chiesa il cristiano è al sicuro. La Chiesa però, nell’esaminare le varie situazioni con la sua proverbiale calma e prudenza, si attiene ad alcuni criteri di valutazione, ai quali anche i fedeli possono fare riferimento per un primo giudizio personale, in attesa di quello ufficiale.

A questo riguardo è molto utile guardare concretamente a quei fenomeni soprannaturali che sono già stati avvallati dalla Chiesa, per evidenziare alcune caratteristiche del vero soprannaturale. A questo riguardo va innanzi tutto sottolineato che i fenomeni che hanno Dio per autore si caratterizzano per una loro semplicità evangelica, per la luce spirituale che emanano, per il contesto di verità e di santità in cui si collocano, per lo squarcio di Cielo che aprono sulla terra. Chi ha assistito, sia pure come spettatore, a una vera apparizione della Madonna ed è  provvisto di un minimo di discernimento e di sensibilità spirituali, non potrà poi essere tratto in inganno da apparizioni fasulle, dove Dio non è presente, ma dove agisce l’uomo o il demonio. Laddove operano la sapienza e la grazia dell’Onnipotente sono presenti la bellezza e la pace, la sobrietà e l’umiltà, la trasparenza e la gioia. I segni che vengono da Dio hanno caratteristiche e finalità divine. Essi si collocano in un conteso di divina onnipotenza, ma nel medesimo tempo di verità e di santità che non ammettono equivoci.

A questo riguardo si esamini il miracolo del sole che è avvenuto a Fatima. E’ un segno nel cosmo che manifesta innanzi tutto l’onnipotenza e la grandezza di Dio. La sua finalità è quella di  riaccendere la fede nel cuore dei presenti, i quali invocando l’Altissimo, si prostrano a terra chiedendo il perdono dei  loro peccati. L’esito ultimo è il ravvedimento e l’inizio del cammino di conversione.  La manifestazione di potenza, non è fine a se stessa e non è improntata alla fatua spettacolarità, ma è orientata a quel cambiamento dei cuori che è il fine Dio si propone con i suoi interventi straordinari.

Un fenomeno che in un primo tempo ha scandalizzato per la sua apparente mancanza di decoro è quello che ha caratterizzato la nona apparizione di Lourdes. In quell’occasione la piccola Bernadette, all’invito della Madonna di andare a bere alla fonte e a lavarsi, si imbratta il volto di fango e poi tenta di bere un po’ di acqua sporca. Quindi obbedisce all’invito di mangiare un po’ erba che si trovava vicino alla sorgente. La gente in un primo momento non capisce il segno di Dio e se ne va scuotendo il capo. Solo quando l’acqua sgorga limpida e compie guarigioni, afferra il significato del messaggio della penitenza, dell’umiltà e dell’obbedienza. Quei segni, in un primo tempo incomprensibili, acquistano tutto il loro grande valore alla luce del richiamo evangelico della conversione.

Si consideri anche il segno mirabile che la Madonna ha lasciato impresso sul mantello di Juan Diego, il veggente di Guadalupe, e che non cessa tuttora di destare l’ammirazione degli studiosi. “ La Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio”, come lei si definisce,  viene incontro al desiderio del Vescovo di dargli un segno prima di acconsentire alla costruzione di una cappella. La Madonna però non dà uno ma due segni. Il primo è una quantità enorme di fiori, nonostante l’aridità del luogo e la stagione invernale, che lei stessa mette nell’ayate (mantello) del povero contadino. Mentre questi, davanti al vescovo, sparge i fiori per terra, subito sul mantello si designa l’immagine della Madonna, come ancora si può osservare.  Si tratta di due segni improntati a grande bellezza e semplicità e che hanno in se stessi il valore di un messaggio profetico. Come non vedere in quel numero sterminato di fiori fuori stagione il grande numero di conversioni, specie fra gli Indios, che l’immagine della Vergine Maria avrebbe suscitato lungo il corso dei secoli?

Anche i miracoli di guarigione hanno caratteristiche inconfondibili. Essi sono opera di Dio per chi ha fede e sono un segno di quella guarigione interiore che è l’unica veramente necessaria. La Madonna a Fatina afferma che non avrebbe operato alcune guarigioni perché Dio non si fidava di alcune persone. Mentre per altre dice che non avrebbe concesso subito la grazia, in quanto erano ancora necessarie la preghiera e la penitenza. L’Onnipotente non guarisce per ovviare ai limiti della medicina, ma intende piuttosto manifestare il suo volto di Padre buono e premuroso, affinché con la guarigione conosciamo la sua onnipotenza e la sua tenerezza, e nel medesimo tempo gli manifestiamo la nostra gratitudine e il nostro amore di figli.

I segni che vengono da Dio, in definitiva, hanno sempre delle caratteristiche che permettono di risalire al loro autore. Sono improntati alla sobrietà e alla chiarezza evangeliche. Parlano il linguaggio dell’anima. Il loro fine è di aprire il cuore dell’uomo rafforzandolo nella fede e nella volontà di convertirsi. Vi è una perfetta sintonia fra i segni del soprannaturale, il messaggio divino e la persona del veggente. Queste realtà formano un tutt’uno, dove l’occhio limpido del discernimento nota la presenza della santità, della verità e della bellezza. Le cose di Dio, nella loro semplicità, non scadono mai nel banale, ma conservano sempre una dignità e una luce inconfondibili. Chi è da Dio e ha il cuore puro li sa vedere e li distingue con sicurezza dalle contraffazioni, non di rado grottesche, stravaganti e ridicole del demonio.

GLI INGANNI DI SATANA

4. I segni della profezia autentica

L’identificazione dei falsi spirituali e dei falsi veggenti non è sempre facile ed è un’opera che spetta in primo luogo alla Chiesa ai suoi diversi livelli di responsabilità. Sovente richiede del tempo perché il male si possa manifestare e si possa fare un adeguato discernimento attraverso i frutti. Se il grano e la zizzania germogliano insieme, è poi difficile distinguere l’uno dall’altra.  E’ necessaria una paziente attesa perché le male erbe si manifestino e possano venire sradicate, senza correre il pericolo che siano strappate anche quelle buone. Siccome il nemico è instancabile nella sua opera di inganno, è necessario che i credenti abbiamo presenti alcuni criteri di discernimento per non cadere nelle reti che egli tende soprattutto alle anime devote.

Quando Gesù parla dei “frutti” per distinguere un albero buono da quello cattivo, vuole indicare un complesso di realtà soggettive e oggettive che, tutte insieme, conducono la persona prudente a un giudizio certo. Il primo frutto riguarda lo stesso soggetto che è protagonista di esperienze mistiche straordinarie, siano esse visioni o comunicazioni spirituali. Egli deve innanzi tutto essere convincente con la testimonianza della sua vita. Questo non vuol dire che Dio conceda dei doni straordinari a delle persone già avanti nel cammino spirituale, però significa che questi doni incidono positivamente nella loro vita e li portano, attraverso la fatica e l’impegno di ogni giorno, lungo la via della santità.  Quando la Madonna sceglie dei veggenti, in particolare dei fanciulli, non si rivolge a persone particolarmente avanti sulla strada della santità. Tuttavia noi possiamo vedere che, al contatto con lei e alla sua scuola, i veggenti sono progrediti nel cammino spirituale e alcuni di loro sono giunti alla gloria degli altari.

Si può dunque affermare che questi doni straordinari sono incompatibili con una vita di peccato. I falsi mistici e i falsi veggenti questo lo sanno molto bene e infatti cercano di apparire irreprensibili all’esterno, mentre sono corrotti all’interno. Guardando da vicino l’esito della loro vita, il cristiano prudente sarà in grado di formarsi un primo giudizio. Virtù cristiane come l’umiltà, l’obbedienza, la purezza della vita, l’onestà e in genere l’osservanza sostanziale dei comandamenti e della legge morale non possono mancare nella vita di chi Dio ha chiamato a una più intima comunione con lui. Questo non significa che manchino le fragilità e le imperfezioni. Forse che gli apostoli ne erano esenti? Tuttavia chi è portatore di una testimonianza soprannaturale straordinaria non può non essere impegnato in un cammino di perfezione autentico e perseverante. Sappiamo però come dei lupi rapaci siano così abili nel mimetizzarsi da essere scambiati per delle pecore non solo dai pastori ma anche dal resto del gregge.

La credibilità della persona deve essere accompagnata dalla sana dottrina. Non è infatti possibile che il Cielo affermi qualcosa che sia contrario a ciò che insegna la Chiesa, la quale custodisce e tramanda la rivelazione divina illuminata dalla luce e dalla grazia dello Spirito Santo. Quando supposti messaggi celesti si discostano  dall’insegnamento della fede e della morale o anche dalle disposizioni disciplinari della Chiesa, significa che non hanno Dio come autore. Inoltre non deve fare meraviglia che in supposte comunicazioni divine ci siano degli insegnamenti conformi alla dottrina della Chiesa. Come infatti potrebbe il maligno far accettare il suo immancabile veleno, se prima non si è guadagnata la fiducia? Arriva però sempre il momento in cui somministra alle anime svagate il suo mortale veleno senza che se ne accorgano.

La presenza della santità e della verità sono essenziali perché si possa affermare che ci troviamo di fronte a messaggeri che vengono da Dio. Tuttavia è necessario completare il quadro facendo riferimento ad alcuni tratti che sono tipici dall’autentica profezia. Essa si muove in un clima di semplicità, di modestia, di umiltà e di riservatezza, che non escludono la forza e il coraggio della testimonianza. Io suoi frutti più visibili sono la pace e la gioia. Satana  ama il rumore e la spettacolarità. Nei suoi messaggi è possibile avvertire qua e là il veleno della tortuosità, della critica e della vanagloria.  Le persone che ne sono il portavoce più o meno consapevole non sono limpide e gioiose, ma oscure e tormentate. Il veggente autentico, pur nella sua umana fragilità, è pieno di luminosità e diffonde intorno a sé la serenità e la pace. Egli, pur non essendo esente da difetti, è sincero, umile e trasparente.

Non vi è dubbio che Dio spesso accompagni le sue manifestazioni soprannaturali straordinarie con i segni classici di credibilità, come i miracoli, le guarigioni e altri segni. Le vicende di Lourdes e di Fatima, per restare alle apparizioni approvate dalla Chiesa, ci confermano che Dio non è avaro nel dare le prove della sua presenza a sostegno della nostra fede. Si tratta di una pedagogia divina che vediamo all’opera già nei vangeli. Non solo la sapienza e la santità, ma anche i miracoli sono i segni di credibilità riguardo alla missione e alla persona divina del Salvatore. Tuttavia il segno per eccellenza che certifica la presenza del dito di Dio è la conversione dei cuori. Qui siamo di fronte a un autentico miracolo che solo la grazia divina può compiere. Laddove le persone si convertono veramente e cambiano vita, significa che opera la potenza dello Spirito Santo. E questo è il segno che la Chiesa prende in considerazione con particolare attenzione, perché è proprio la salvezza eterna delle anime la ragione ultima degli interventi di Dio nella vita della Chiesa e del mondo.

Queste breve indicazioni possono indubbiamente aiutare per un primo discernimento sui veri o i falsi veggenti. Molte altre se ne potrebbero dare, ma ve n’è una che non si può tralasciare ed è la presenza della croce laddove vi è l’azione di Dio. I veri testimoni del soprannaturale non possono che percorrere il cammino di colui che è il Testimone fedele, Gesù Cristo ( Apocalisse, 3,14). La loro vita è una vera “via crucis”, anche se sul loro volto risplende il sorriso. Incomprensioni e persecuzioni sono il loro pane quotidiano. La fedeltà nella missione e il coraggio della testimonianza li sollecitano senza sosta. La pazienza con cui sopportano e perseverano sono esse stesse un segno di inestimabile valore. Più grandi sono i doni e più importante è la missione che Dio affida a un ‘anima e più pesante è la croce. Chi è predestinato da Dio a ricevere grandi grazie si prepari prima ad accogliere grandi croci.

GLI INGANNI DI SATANA

Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.

3. Falsi mistici e falsi veggenti

Gesù e gli apostoli ci mettono in guardia dai lupi travestiti da pecore. Si tratta di un avvertimento che riguarda non solo le singole persone, ma anche gruppi e ideologie apparentemente religiosi, dietro ai quali agisce il potere delle tenebre (*). Ieri, come oggi, ci sono coloro che contrastano il vangelo e lo combattono consapevolmente. Anche satana ha i suoi militanti, alcuni dei quali vestono le divise dell’esercito di Cristo. Dio nella sua sapienza ha permesso che l’esempio di Giuda rimanesse come monito per tutti i secoli, fino alla fine del mondo. Per quanto sia motivo di dolore e di scandalo, il cristiano non deve meravigliarsi di trovarsi, anche dentro l’ovile della Santa Chiesa, davanti a lupi rapaci nascosti sotto le sembianze di miti agnelli. Le parole del Maestro contro “gli ipocriti”, la “razza di vipere” e i “sepolcri imbiancati”, nonché il riferimento ai “mercenari”,  “ai ladri e “ai briganti” hanno il valore di un ammonimento perenne.

Tuttavia il quadro dei falsi profeti non sarebbe completo se non facessimo riferimento anche al fenomeno spesso ricorrente  dei falsi mistici e dei falsi veggenti. Ci sono momenti storici in cui la ricerca del soprannaturale esce dai binari sicuri della fede e diviene un pericoloso tentativo di stabile un filo diretto con l’aldilà. Non di rado persino i credenti escono dall’alveo dell’ordinaria spiritualità per entrare nei campi pericolosi e illeciti della divinazione, della magia, dello spiritismo e della stregoneria. Un ambito particolarmente importante su cui esercitare il discernimento spirituale è quello che riguarda esperienze mistiche e  di veggenza, che oggi prolificano in modo impressionante e rispetto alle quali la Chiesa assume saggiamente un atteggiamento di riserbo, lasciando il più delle volte che sia il tempo, “grande galantuomo”, a pronunciare il suo verdetto di verità.

A questo riguardo è necessario affermare che nella storia della spiritualità cristiana sono sempre esistiti dei falsi spirituali accanto a quelli autentici e dei falsi veggenti accanto a quelli che poi la Chiesa ha ufficialmente riconosciuto. Va anche detto che la Chiesa non interviene necessariamente su ogni fenomeno, ma soltanto su quelli che hanno un influsso ecclesiale rilevante. Per la maggior parte di essi lascia che siano i fedeli ad esercitare la loro capacità di prudente giudizio. E’ quindi necessario indicare alcuni criteri di valutazione per orientarsi in un passaggio storico dove sembra che l’esperienza normale della fede vada

stretta a molti e dove  messaggi di incerta provenienza sono ricercati più delle Sacre Scritture.

E’ proprio la via comune della fede che va innanzi tutto sottolineata nella sua bellezza e grandezza. Non bisogna dimenticare che questo itinerario oscuro e coraggioso è una vera e propria beatitudine, secondo l’affermazione di Gesù Risorto all’apostolo Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno” (Giovanni, 20,29). Abbiamo esempi straordinari di percorsi di santità fatti esclusivamente nell’oscurità della fede, come quello di S. Teresa di Gesù Bambino, non a caso dottore della Chiesa, la quale è pervenuta alle più alte vette delle perfezione attraverso la strada maestra della fiducia e dell’amore. Anche delle anime beneficate dal dono straordinario di vedere e parlare con la Madonna, come Bernadette Soubirous, hanno poi fatto un cammino ordinario di purificazione e di santificazione, che le hanno portate a essere lampade luminose  nella Chiesa.

Tuttavia bisogna sottolineare che la vita cristiana ordinaria, se è vissuta con impegno e fervore, comporta una forte esperienza di Dio. A questo riguardo si può e si deve affermare che la mistica, intesa come intima unione con Dio, è un traguardo a cui tutte le anime devono tendere. Essa infatti non è un dono straordinario, ma quella tappa che corona ogni cammino di perfezione. Non c’è cristiano che non sia guidato dalla luce e dalla grazia dello Spirito Santo, le cui illuminazioni e ispirazioni sono generosamente distribuite a ogni anima. Quando una persona sperimenta Dio nella sua vita, e si sforza di camminare nella sua luce e nel suo amore, vive già in un certo senso il paradiso sulla terra e, pur nella fragilità della carne, entra in comunione con l’oceano sconfinato del mondo soprannaturale. Tutto questo è patrimonio della vita cristiana ordinaria, quando la preghiera nasce dal cuore ed eleva l’anima fino a Dio.

Allo stesso modo appartiene all’esperienza comune di ogni cristiano ricevere da Dio delle grazie particolari, mirabili e inaspettate, perché la grazia sempre sorprende, ma che tuttavia non devono meravigliare, perché ciò appartiene al governo divino delle anime. Perché mai dovremmo ritenerci fortunati, come quelle persone che vincono alle lotterie, quando riceviamo grazie speciali? Dio concede a tutti coloro che credono in lui le più grandi grazie, sia spirituali che temporali, se solo trovasse un po’ di fede. e dei cuori che le accolgono nell’umiltà, senza montare in superbia. Non di rado il Signore concede alle anime anche segni particolari del soprannaturale, per rafforzarle nella fede, per aiutarle in un momento di prova, per difenderle dal maligno. Anche questo fa parte della provvidenza ordinaria del Creatore verso ogni anima. Noi dobbiamo solo saper credere, mettere a frutto e imparare a ringraziare. Invece succede che queste grazie vengano ritenute come segni straordinari di distinzione o di predilezione e si cede al desiderio, non sempre purificato dalla vanagloria, di metterle in pubblico, col pericolo di gettare le perle ai porci (Matteo, 7,6).

Ogni vita cristiana ordinaria comporta per sua natura un’esperienza mirabile di Dio e dei suoi molteplici doni. Se solo pensassimo che ogni cristiano in grazia di Dio è abitato dalla Santissima Trinità e se vivessimo questo mirabile mistero, si dissolverebbe come nebbia al sole ogni ricerca di sensazionalismo. Se ricevessimo con fede una sola santa comunione, non ci riterremmo sfortunati per non aver mai potuto essere presenti, sia pure come spettatori, a una apparizione della Madonna. Allo stesso modo ci renderemmo conto che anche le parole che ci provengono dal Cielo attraverso le rivelazioni private non fanno che riprendere quelle Sacre Scritture che noi spesso trascuriamo colpevolmente.

Tuttavia, accanto all’esperienza mistica ordinaria, ci sono anche esperienze mistiche straordinarie, di cui le apparizioni e le comunicazioni di messaggi celesti sono le espressioni più significative. Si tratta di doni soprannaturali, dove l’iniziativa è di Dio, mentre coloro che ne sono i destinatari entrano, quasi sempre loro malgrado, in un cammino pieno di difficoltà e contrassegnato dalla croce. E’ proprio in questo tipo di esperienze che non di rado il maligno si inserisce mascherandosi come “angelo di luce” ( 2 Corinzi, 11,14), ingannando le anime interessate e tutti coloro che le seguono senza un adeguato discernimento. Il fenomeno dei falsi spirituali e dei falsi veggenti si è manifestato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma subito lo si è distinto dalle esperienze spirituali autentiche, come si separa il buon grano dalla zizzania.

E’ lecito vedere sempre la presenza del maligno quando ci si trova di fronte alla realtà di falsi mistici e di falsi veggenti? A questo riguardo oggi si tende a spiegare molto se non tutto con la psicologia, parlando di allucinazioni, di conversioni isteriche, di proiezioni del subconscio e quindi riportando sul piano della psiche più o meno turbata fenomeni che si pretendono soprannaturali.  I veggenti di Medjugorje sono state visitati da équipes mediche di diverse parti del mondo. Ma accertata la normalità, il che è un dato prezioso, la scienza non può andare molto oltre. Indubbiamente certi fenomeni, come ad esempio la scrittura automatica, si possono tentare di spiegare con la psicologia del profondo, ma non vi è dubbio che l’opera del discernimento spirituale va ben oltre e laddove sembra esserci il dito di Dio è in grado di scoprire l’azione dell’astuto falsario.

Non vi è dubbio infatti che la tradizione dei grandi maestri di spirito e la stessa vita dei santi ci conferma quanto asserito da S. Paolo e cioè che satana cerca di sedurre le anime anche mascherandosi da angelo di luce. L’eterna scimmia di Dio entra in concorrenza con lui anche nei modi straordinari con cui si comunica alle anime. Anche satana può “apparire”, non solo nella sua oscura malvagità e oscena bruttura, ma anche con le sembianze di Gesù, della Madonna, degli angeli, dei santi e delle anime dei trapassati. Egli lo fa non di rado, come ci testimonia l’esperienza di tanti santi, e la sua abilità è tale da trarre in inganno molte anime prive di discernimento, affette da gola spirituale e senza un direttore spirituale illuminato.

Non si può neppure escludere che l’azione del maligno cerchi di inserirsi in comunicazioni soprannaturali autentiche. A questo riguardo sono innumerevoli le testimonianze desunte dalla vita di numerose anime elette, a dimostrazione che il demonio non tralascia nessuna occasione per ingannare e per sedurre soprattutto quelle persone che sono alla ricerca dello straordinario e non praticano quella sana rinuncia nei confronti di tutto ciò che solletica il palato spirituale. Proprio alcuni santi, che sono stati beneficati con doni straordinari, ci insegnano che è preferibile rinunciarvi piuttosto che cadere in un inganno demoniaco.

Ci possono essere dunque dei fenomeni apparentemente soprannaturali, come le visioni e le comunicazioni spirituali, dove è possibile scoprire l’azione astuta e perversa del falsario. D’altra parte sappiamo come la Sacra Scrittura attribuisca ai falsi profeti la possibilità di compiere “segni e portenti”  tali, se fosse possibile, da ingannare anche gli eletti (Marco 13,21). Chi ne è l’operatore se non il potere delle tenebre, sempre pronto a contrastare e a falsificare l’azione di Dio? Dobbiamo dunque concludere che ci sono mistici e veggenti ingannati da satana, che si presenta loro mascherato da angelo di luce. Compito dei fratelli nella fede, in particolare dei sacerdoti, è di fare un primo illuminato discernimento e aiutare queste persone a rendersi conto della trappola in cui sono cadute e a rinunciare ai presunti doni ricevuti.

Tuttavia non si può escludere che fra queste anime e satana si stabilisca pericolosamente nel tempo una crescente complicità e connivenza, fino a divenire una vera e propria collaborazione, perversa e consapevole, nella diffusione del male mediante l’inganno. Tremenda è la situazione di questi soggetti ingannati e ingannatori, che divengono schiavi del maligno e strumenti mortali di seduzione per le anime svagate e superficiali, le quali corrono qua e là per il prurito di udire qualcosa che solletichi le orecchie e soddisfi la loro curiosità (2 Timoteo, 4,3). Questi servi di satana si trovano in una situazione di vera e propria possessione diabolica e quindi di gravissimo pericolo per la loro salvezza eterna. Tuttavia anche a loro è aperta la via del riscatto mediante un atto eroico di rinuncia al maligno e ai suoi doni mortiferi e l’abbandono fiducioso alla divina misericordia.

GLI INGANNI DI SATANA

Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.

2. “Vengono a voi vestiti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci” (Matteo 7,15)

I falsi profeti sono “figli del maligno” che è il falso profeta per eccellenza. Essi sono la zizzania mescolata al buon grano. Il loro campo d’azione più pericoloso è nell’ambito stesso del Popolo di Dio, perché cercano di ingannarlo presentandosi come inviati del Cielo. Infatti i falsi maestri e i falsi profeti che pullulano nel mondo sono assai meno pericolosi, perché facilmente identificabili come avversari della verità rivelata. Le ideologie anticristiane, sotto le varie forme con cui si presentano lungo il corso della storia, sono avvertite dai credenti come tali e, pur provocando, con la loro forza di seduzione, l’apostasia dalla verità, sono avvertite come un errore da chi resta saldo nella fede. Visioni del mondo e della vita alternative al cristianesimo non mancheranno mai, perché lo spirito della menzogna ha libertà di azione fino alla fine del mondo.  Per riuscire vittoriosi è sufficiente che i credenti rimangano ben radicati nella verità della loro fede.

Ben più grave invece è il pericolo quando la fede stessa è intaccata al suo interno e quando questi “operatori di iniquità” ( Matteo 13,41) agiscono in  mezzo al Popolo di Dio arrogandosi una rappresentanza divina. La loro identificazione è uno dei problemi più sentiti dagli autori sacri, ma è dalla stessa bocca di Gesù che escono le parole più chiare e severe nel medesimo tempo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse una dalle spine o fichi dai rovi? Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete” (Matteo, 7,15-20).

L’espressione di Gesù “ vengono a voi  in veste di pecore” è particolarmente efficace e illuminante. Essa designa coloro che dentro la Chiesa si presentano come gli emissari di Dio, ma che in realtà si servono di questa apparenza per trarre in inganno i fedeli e per trascinarli nelle spire del serpente. In che modo questo diabolico tranello si realizza? In primo luogo falsificando la dottrina della fede e presentando l’errore come se fosse una verità. Facendo allusione a questa triste attività di satana nell’ovile della santa Chiesa, l’apostolo Pietro afferma: “ Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta da improperi. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato” ( “ Pietro 2,1-3).

E’ qui profetizzata una realtà ricorrente lungo i due millenni di storia cristiana, quando una moltitudine impressionante di “lupi rapaci”, travestiti da pecore, hanno fatto stragi nel popolo di Dio, distogliendo il gregge dalla verità e seminando errori di ogni genere.  Le “eresie perniciose” con le quali il drago dilania il popolo di Dio, dall’inizio fino ai nostri giorni, hanno avuto e hanno come autori dei servi infedeli, che non di rado occupano posti di responsabilità,  i quali, sedotti dal maligno, hanno ripudiato “la sana dottrina” ( 1 Timoteo, 1,10) e hanno “fatto naufragio nella fede” ( Ibidem 1,19). Essi, ora tacendo la verità, ora manipolandola, ora seminando astutamente l’errore, somministrano al gregge il veleno dell’errore, convincendolo che si tratti della parola  rivelata.

Una categoria specifica di questi falsi profeti è quella che ha da satana il potere di compiere prodigi, cosi come i profeti autentici hanno da Dio il potere di compiere miracoli. Gesù stesso al riguardo si premura di mettere in guardia gli apostoli: “Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti” ( Marco 13, 22). Questa categoria specifica di ingannatori che “compiono prodigi” è particolarmente pericolosa nei confronti delle persone sprovvedute, che non sanno distinguere fra il vero e il falso soprannaturale e, attratti da ciò che esula dall’ordinario, scambiano per segni di Dio i raggiri del maligno. Chi potrà contare le anime che cadono nelle fauci del serpente a causa della mancanza di discernimento?

“Dai loro frutti li riconoscerete”. Con queste parole il vangelo ci dà il prezioso criterio di identificazione dei falsi profeti, la cui somiglianza con quelli autentici può trarre in errore. Infatti scoprire un falso profeta non è facile e a volte solo il dono eccezionale, che Gesù aveva in misura divina, di leggere nei cuori può portare alla loro certa identificazione. Chi infatti potrebbe riconoscere dei servi  del maligno in coloro che  si sono perfettamente camuffati in servitori del Signore, specialmente quando i segni esteriori sono quelli della rispettabilità e dell’apparente santità?

L’ipocrisia infatti è quella maschera che riveste di esteriorità attraenti il putridume interiore. La santità finta, recitata ed esibita è uno dei pezzi migliori del repertorio satanico e non a caso è stata bollata con parole di fuoco da Colui che è la Verità e la Santità: “ Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità” (Matteo, 23,27-28).

Quali sono dunque quei frutti che permettono di distinguere i veri profeti da quelli falsi? Il più importante di essi è la santità della vita. Un’esistenza autenticamente cristiana non può che essere frutto della grazia e da sola costituisce un motivo certo di credibilità. Il problema sorge quando si tratta di distinguere la vera santità da quella falsa, perché questo è possibile solo all’occhio limpido del discernimento spirituale. Ci sono i santi e ci sono i cosiddetti “santoni”. La stessa Chiesa, dopo aver accertato la presenza delle virtù eroiche, chiede infine la conferma del miracolo, prima di elevare all’onore degli altari. Tuttavia virtù come l’umiltà, l’obbedienza e la carità, unite alla sapienza, alla sana dottrina, alla pace e alla gioia, danno testimonianza della divina presenza. Mentre l’orgoglio spirituale, la gola spirituale, l’avarizia spirituale, la lussuria spirituale, non di rado uniti alla vanagloria, all’attaccamento al denaro e all’impudicizia, sono quelle fessure, per quanto piccole e ben mimetizzate, attraverso le quali esce il fetore dell’inferno da sedicenti servitori di Dio. Da questa corruzione del cuore provengono poi inevitabilmente quegli errori contro la fede e quelle dottrine di comodo, che dimostrano come gli sbandamenti intellettuali e quelli morali vadano spesso insieme. Infatti non si è mai trovato un santo che abbia, ad esempio, minimizzato o negato l’esistenza del diavolo e dell’inferno.

I frutti di cui parla il vangelo, per distinguere gli alberi buoni da quelli cattivi, sono dunque la santità della vita e la sana dottrina. E’ da queste caratteristiche di una persona che si possono discernere le pecore dai lupi rapaci. Il quadro che ci offre la Scrittura si completa con l’esito della vita dei falsi maestri e dei falsi profeti: “ Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco” , afferma Gesù. L’apostolo Pietro non usa parole meno severe: “ La loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato” . L’Apocalisse di Giovanni metto poi il sigillo definitivo: “E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta. Saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”  (Apocalisse, 20, 10).

GLI INGANNI DI SATANA

Cari amici, la Madonna ci ha messo in guardia proprio in occasione del suo anniversario: “Satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili dal mio Cuore materno” (2021). Vi offro a puntate alcune riflessioni sugli inganni più sofisticati del maligno.

Satana, il falso profeta (1)

La tematica riguardante i falsi profeti è una delle più ricorrenti e dibattute nella Sacra Scrittura, dall’inizio alla fine, nell’Antico come nel Nuovo Testamento. Il discernimento dei falsi profeti è fondamentale per riconoscere e accettare la verità che viene da Dio, ma si tratta di un’arte ardua perché la loro caratteristica è quella di presentarsi sotto le mentite spoglie di messaggeri divini, spesso accompagnati da segni e prodigi tipici dell’autentica profezia. Vi è nella Bibbia una sforzo continuo di riflessione per mettere a fuoco i criteri di discernimento che permettano di separare il buon grano dalla zizzania. Anche Gesù è intervenuto con parole decise su questo argomento, indicando i principi con i quali giudicare e raccomandando la più grande  precauzione e vigilanza.

 La messa in guardia da parte della Parola di Dio nei confronti della capacità di inganno dei falsi profeti è così insistita da lasciare stupefatti solo gli incauti principianti nel cammino spirituale. In realtà, chi è sperimentato nelle cose dello spirito sa che i falsi profeti sono lo strumento, consapevole o inconsapevole, di satana, il grande falsario, il quale, scimmiottando il Creatore, gode nell’ingannare e nell’attirare a sé con quei medesimi  metodi con cui Dio si rivela e si comunica alle creature. Facendo leva sulla loro golosità spirituale, l’astuta serpe presenta come parola celeste il suo veleno mortale e, rivestendosi da angelo di luce, illude gli ingenui di comunicare col cielo, quando invece stanno sprofondando nell’inferno.

Satana è il capostipite dei falsi profeti e il loro sottile ispiratore. Potremmo dire che egli è falso profeta per vocazione. Infatti la sua natura, come afferma Gesù, è quella di essere menzognero  e padre della menzogna. “ Egli non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo.” ( Giovanni, 8,44).  Quando il demonio si avvicina, lo fa sibilando la sua lingua di serpente, pronto a mordere e a uccidere. Egli inganna sempre, qualunque parola pronunci. Anche quando sembra dire la verità, lo fa per attirare l’attenzione degli sprovveduti. per poter poi iniettare senza che se ne accorgano la dose mortale di veleno. “ In cauda velenum”, affermavano gli antichi. Il veleno si trova nella coda, come nello scorpione, nel senso che l’arte consumata di satana consiste nel simulare all’inizio le parole di verità per assestare alla fine il morso fatale. 

La vocazione di satana alla menzogna è dovuta al fatto che egli è l’avversario per eccellenza di Dio che è la verità. Dio attraverso innumerevoli vie non cessa di gettare nel mondo i semi della luce vera, finché, come compimento e dono supremo, il suo stesso Verbo di verità non è venuto sulla terra, ponendo la sua tenda in mezzo a noi. Satana fin dall’inizio contrasta con astuzia e ferocia la divina rivelazione, cercando in tutti i modi, anche i più sofisticati e impensabili, di adulterarla, di manipolarla, di mutilarla, di diffamarla e infine di perseguitarla, nella vana speranza di cacciarla da questo mondo e di spegnere la luce che lo illumina. Non si è adeguatamente compresa la natura di satana come “controrivelatore” e la sua attività di infaticabile falsario e manipolatore. Gesù ce l’ha rivelata, ma la sua parola sul demonio è rimasta troppo spesso trascurata.

Qual è l’azione di satana nel mondo? Anch’egli, come Gesù, è un seminatore, il quale però, dopo che è stato gettato a piene mani il buon seme,  sparge “la zizzania in mezzo al grano “ (Matteo, 13, 26).  Questa parabola mette in luce l’attività di satana come diffusore per eccellenza di falsità. Infatti, se il buon grano è la Parola di Dio, che arreca pace e gioia, la zizzania è  il complesso di menzogne che l’infaticabile  serpe diffonde nelle menti e nei cuori degli uomini, aizzandoli gli uni contro gli altri, e trovando in questo alleati formidabili in ogni tempo e in ogni angolo della terra. La negazione dell’esistenza di Dio, dell’anima e dell’aldilà, la negazione della divinità di Cristo e della parola del Vangelo,  la negazione della legge morale, la negazione dell’esistenza stessa della verità, come si potrebbero spiegare senza questa attività malefica che non ha mai sosta? Il suo è veramente il “potere delle tenebre” , dove la parola d’ordine è “menzogna”.

Colui che è ingannatore per vocazione, lo è necessariamente anche per professione. Essendo la mente dell’uomo per sua natura rivolta alla verità, il maligno ha bisogno di presentare il falso sotto forma di vero. Di qui la necessità di vestire i panni della religione e di presentarsi come un profeta di Dio e un testimone della verità. Egli lo fa mediante i suoi servitori, quelli che egli ha ingannato e ha attirato dalla sua parte. “ Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno” ( Matteo, 13,38). Essi sono mescolati insieme al buon grano, ma mimetizzati. Sono servitori della menzogna e del mentitore infernale, ma dichiarano di essere al servizio della verità divina. Operano fuori della Chiesa, ma anche al suo interno, con raddoppiata pericolosità.  La messa in guardia nei loro confronti da parte di Gesù Cristo e degli apostoli è fra le più vibranti di tutta la Sacra Scrittura.

(Continua)

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,  la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. ( Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale


16.  Rinunciare a Satana costa sudore di sangue

E’ più facile spezzare delle catene forgiate col ferro che quelle intrecciate col peccato. Infatti spezzare i legami del male significa incidere sulla carne viva e sanguinante. La mala bestia che si nasconde in ogni uomo “mai non empie la bramosa voglia, e dopo il pasto ha più fame che pria” ( Dante – Inferno. 1, 97). Le passioni che stai tenendo a freno, aprono le loro bocche affamate ed elevano i loro ululati di protesta. La decisione di non peccare più viene contestata ferocemente e tu ti senti ribollire dentro.

 Hai trascorso la vita a soddisfarle e ora che le tieni a digiuno si ribellano. Il tentatore, maestro insuperabile di seduzione, sa che rischia di perderti e, sapendoti ancora debole, dispiega tutta la sua potenza di seduzione. Egli vuole impedirti che la decisione di cambiare vita ti porti al confessionale, dove lo sfratto dal tuo cuore sarebbe inevitabile.

Sei giunto a un momento cruciale  del tuo cammino di conversione. Se cedi, ritorni di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Se vinci, fai un passo decisivo sul cammino della salvezza. Una delle condizioni decisive per la vittoria è quella di conoscere l’avversario che devi affrontare. Non sei soltanto alle prese con la tua debolezza.

Il peccato non è  soltanto un tuo sbandamento personale. L’influenza negativa del mondo ha il suo peso, ma non spiega tutto. Dietro tutto ciò c’è un regista, malefico e ingannatore, che ti vuole sottrarre a Dio e attirarti nel suo Regno di menzogna e di morte. E’ il serpente antico, il nemico giurato della tua anima, che devi affrontare con il discernimento e la forza che Dio ti dona.

La sua prima mossa sarà quella di soffiare sul fuoco delle tue passioni, perché ritorni di nuovo ad ardere e a incendiarti. Scatenerà dentro di te delle tentazioni così violente, che ti sembrerà impossibile poterle dominare. L’astuta serpe fomenta la tua concupiscenza, sapendo che è ancora viva e piena di pretese. Ti suggestiona fino a convincerti  che se rinuncerai a quell’obbiettivo, al quel piacere, a quel bene terreno non ti sarà possibile vivere.

Ti presenta le felicità illusorie, che hai inseguito fino ad allora, come sirene irresistibili, senza le quali  la tua vita sarebbe infelice. La bufera che ti investe rischia di travolgerti e tenere salda la tua decisione ti costerà sudore di sangue. E’ un momento drammatico, ma nel medesimo tempo un’occasione di grazia, perché comprendi che la salvezza è a caro prezzo, anche se Dio rimette gratuitamente i peccati.

Caro amico, rinunciare a satana e alle sue seduzioni costa sangue. E’ il tuo contributo alla grazia della conversione. Non dimenticare che Dio non permette mai tentazioni al di sopra delle nostre forze e che ogni tentazione è governata dalla sua mano potente.

Mentre satana tenta di suggestionarti, tu invoca da Dio la luce del discernimento. Per respingere l’offensiva del seduttore è indispensabile smascherare l’inganno che ti viene teso. Non è vero quello che l’astuta serpe ti insinua e cioè che, afferrando ciò che ti offre, sarai felice. E’ vero il contrario. Satana ha avvelenato la tua vita con quello che ti ha messo davanti.

Devi ricordare come ogni volta che hai ceduto alla tentazione tu sia rimasto con l’amaro in bocca. Quando hai voluto assaggiare la mela, ti sei accorto a tue spese che era avvelenata. Chiediti se sei stato felice per aver creduto  al seduttore. Nel momento terribile del ritorno di satana, quando l’ingannatore ti vuol convincere che non puoi fare a meno di quello che ti offre, ripensa a quante volte, per indurti a peccare, ti diceva la medesima cosa.

 Tu l’avevi ascoltato, ma poi ti eri sentito tutt’altro che felice. Ora ti sta ripetendo il medesimo ritornello, per carpire il tuo consenso. Ebbene, caro amico, raccogli le tue forze e respingi quanto ti offre. Gridagli contro un “no” senza tentennamenti, che tagli con un colpo netto la sua testa velenosa.

In quel preciso momento la tentazione si sgonfierà  e ti meraviglierai di aver esitato a rinunciare a ciò che credevi fosse oro, ma che ora scopri essere fango. E’ necessario che il tuo libero arbitrio, con l’aiuto della grazia, acquisti questa capacità di decidere, che fa di te una fortezza inespugnabile.

S. Ignazio di Loyola descrive nella sua biografia questo genere di esperienza che anche tu stai vivendo. Apparendogli sotto forma di angelo di luce, il maligno cercava di dissuaderlo dicendogli: “ Tu potrai davvero rinunciare alle cose che ti offro? Come potrai farne a meno per tutto il tempo della vita? Come potrai rinunciare al denaro, al sesso, ai piaceri del mondo? Come privarti dei godimenti  della vita per tutti gli anni che hai ancora davanti?”.

Anche a te l’astuta serpe fa queste insinuazioni, che ti penetrano nel cuore come aculei  velenosi. Tu però tieni gli occhi del discernimento fissi su ciò che il menzognero ti ha sempre offerto. Ormai hai scoperto la sua impostura e sai che la merce che ti pone davanti è avariata. Ora sai che la felicità che ti promette è falsa e che le illusioni che hai coltivato si sono sempre rivelate delle delusioni.

 Non soffermarti neppure per un istante sulle sue menzogne e non cadere nel tranello di dialogare con la tentazione. Chiudigli la porta in faccia con un no secco, e abbraccia Gesù Cristo.  Vinci la battaglia opponendo un rifiuto, tagliente come una rasoiata. Nel tuo cuore, anche a costo di sudare sangue, fai risuonare il tuo triplice: “ Rinuncio!, Rinuncio! Rinuncio!”

Ogni volta che Satana ti presenta il suo sterco, coperto da foglie di fico dorate, tu  non esitare a dirgli in faccia: “ Puzza!”. La battaglia è furibonda, ma la puoi vincere in un istante con una semplice decisione della volontà.

Caro amico, rafforza il tuo libero arbitrio e affila la lama della decisione, in modo tale che il tuo “Rinuncio” salga dal fondo del cuore. Tu fai la tua parte, con pazienza, perché la volontà si rafforza con la lotta. Anche se vacilla, non temere. Dio ti mantiene nell’umiltà, affinché  comprenda che è la sua grazia che porta alla vittoria. Sappi che se esiti e indietreggi, il nemico fiuta la preda e raddoppia gli assalti.  Se stai saldo nella rinuncia a satana e a tutte le due seduzioni, la bufera diminuisce di intensità, le passioni perdono forza e la tentazione evapora. Una volta scomparsa la suggestione satanica, sei inondato di luce e di gioia perché  Dio, che ti è sempre stato accanto anche se non te ne accorgevi, ti abbraccia col suo amore e ti dona la sua pace.

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,

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14.  La fiducia nella Divina  Misericordia sconfigge il  maligno

Ti sei mai chiesto perché, dopo aver peccato, Adamo è fuggito ed è andato a nascondersi laddove pensava che Dio non lo vedesse? Adamo aveva paura di Dio e temeva il suo castigo. Eppure, se avesse chiesto perdono, l’Onnipotente glielo avrebbe concesso.

 Il cristianesimo è la religione del perdono. Innanzi tutto del perdono di Dio verso i peccati degli uomini. Infatti il Figlio di Dio se li è addossati tutti e si è offerto in sacrificio, espiandoli al nostro posto e per la nostra salvezza. Come effetto del perdono divino, che non ha né limiti né eccezioni, viene richiesto il nostro perdono reciproco: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, recita la preghiera che il Signore ci ha insegnato.

Per quanto i tuoi peccati ti sembrino gravi, ed in realtà lo sono, perché il peccato è un male assoluto, sappi che l’amore di Dio è infinitamente più grande. Non c’è nessun peccato che Dio non perdoni a un cuore pentito e deciso a cambiare vita. Anche l’apostolo traditore sarebbe stato perdonato, se fosse andato a inginocchiarsi davanti all’albero della croce.

Non lasciarti opprimere dal male che hai commesso e del quale provi nausea. Dio sa quanto siamo deboli e quanto astuto sia il nemico.  L’Altissimo guarda con compassione chi ha peccato e fa tutto il possibile per la sua guarigione. Egli, mentre posa su di te i tuoi occhi misericordiosi, ti invita a gettare tutto il fardello del male nel fiamme della sua misericordia.

In questo passaggio del tuo cammino di conversione devi vigilare sull’insidia del demonio, che tenta di insinuarti il dubbio, la diffidenza e indurti allo scoraggiamento. Si tratta di una tentazione sottile, perché l’uomo fa fatica a credere all’amore di Dio. La nostra natura inquinata dal peccato ci rende più inclini a temere il suo castigo che a credere nel suo amore.

 E’ perciò necessaria la fatica del cuore per vincere il timore carnale.  Il nostro cuore è ancora troppo impregnato di egoismo per afferrare l’immensità dell’amore divino. Quando sarai più avanti nel cammino spirituale, comprenderai quanto ciò sia vero.

Tu mi obbietti che i tuoi peccati sono innumerevoli e giustamente ne provi vergogna. Ti chiedi come Dio possa cancellarli semplicemente su tua richiesta, con un colpo di spugna che non lascia più traccia. Ti rispondo dicendo che il peccato è un male così grande che mai potremmo comprenderne la portata mentre siamo sulla terra. E’ un “mistero di iniquità” la cui sconfinata malizia ci sfugge.

 Peccando l’uomo disprezza Dio, il Creatore che lo ha tratto dal nulla, plasmandolo a sua immagine, e che lo ama immensamente. Non basteranno mai le lacrime per piangere i nostri tradimenti. Guai a sottovalutare il peccato!  Solo il Figlio di Dio fatto uomo ha potuto espiarlo adeguatamente. Nessun uomo avrebbe potuto compiere una tale impresa.

Tuttavia l’Onnipotente distrugge nel suo amore ogni peccato che gli venga presentato da un cuore pentito e deciso a convertirsi. Questo è il miracolo della sua infinita misericordia alla quale devi affidarti senza restrizioni.

Emblematico al riguardo è il caso di Giuda e di Pietro. Il primo, dopo aver avuto la consapevolezza di aver tradito “un innocente”, va a impiccarsi. Il secondo invece versa le lacrime del pentimento e riprende il suo posto nel collegio apostolico. Pietro ha avuto fiducia nella bontà del Maestro. Si è ricordato della sua infinita misericordia verso i peccatori.

Per chiedere il perdono è necessario credere che Dio lo concede. Questo atto di fede non è facile, specialmente quando i peccati “gridano al cielo”. Eppure solo la fiducia nella divina misericordia, che è più grande di ogni peccato, può ottenere il perdono. Senza l’abbandono all’amore misericordioso non è possibile salvarsi.

In ultima istanza è questo il peccato che perde le anime. Ci troviamo dinanzi a uno di quei peccati contro lo Spirito Santo che non vengono perdonati. Ciò che ha condotto Giuda alla rovina è la sua incredulità. Per lui Gesù non era il Redentore, al quale poter ricorrere per ottenere la grazia della salvezza, come ha fatto il buon ladrone, ma solo un uomo “innocente”.

Tuttavia, anche se hai fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e nostro Salvatore, non è facile aprirsi totalmente al mistero del suo Cuore, nel quale ogni peccato viene consumato dal fuoco dell’amore. Quando la grazia ti mostra l’orrore dei peccati di cui è piena la tua vita, l’astuta serpe si frappone di mezzo insinuandoti il dubbio sul perdono di Dio.

 Quante persone satana frena sulla via della salvezza, colpendole con questa freccia micidiale. Insieme alla grazia del riconoscimento dei peccati, Dio ti dona anche quella della fiducia nel suo perdono senza limiti. Tu però devi saperla accogliere e farla fruttificare. Per questo ti è necessario uno sforzo del cuore per lasciarti dietro le spalle sensi di colpa che satana è abilissimo a sfruttare a proprio favore.

 “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tuo grande amore cancella il mio peccato ( Sal 51). Il grido di Davide, che chiede perdono, fa appello per ben due volte alla bontà di Dio. E’ in questo sguardo di fiducia nell’Amore misericordioso che ti devi stare saldo.

Caro amico, per te che stai uscendo dalla palude del male, col peso di una vita sbagliata sulle spalle, è fondamentale rafforzarsi nella fiducia in Dio. Credere all’amore di Dio è la grande sfida della fede. Anche chi è molto avanti nel cammino di santità può essere tentato su questo punto fondamentale e rischiare di vacillare sotto il peso della propria indegnità.

 Come ogni virtù soprannaturale, anche quella delle fede è un dono di grazia, ma che ha bisogno di un continuo esercizio da parte nostra. Quando dunque ti sfiora il dubbio che Dio non ti abbia perdonato o non ti possa perdonare a causa dei peccati che hanno devastato la tua vita,  devi fare lo sforzo del cuore e gettarti nelle grandi braccia della sua misericordia.

Guai se cedi anche un minimo spazio al sibilo del serpente il quale, dopo averti indotti al male, ti fa dubitare del valore del sangue di Cristo versato in espiazione di tutti i peccati del mondo.

Non si è lontani dal vero affermando che il cammino della salvezza si identifica con una crescente fiducia nell’amore misericordioso. Questo è il grande insegnamento delle rivelazioni di Santa Faustina Kowalska, che hanno portato la Chiesa a istituire la festa della Divina Misericordia.

Non si tratta di una nuova devozione da aggiungere a tante altre che alimentano la vita cristiana. Si tratta piuttosto dell’affermazione della verità fondamentale della fede e cioè che siamo stati salvati per grazia, perché Dio ci ha amato per primi ed ha inviato il Figlio per cercare e salvare ciò che era perduto.

Abbi dunque la consapevolezza della gravità dei tuoi peccati, che Gesù ha espiato sulla croce. Ma è proprio dal suo Cuore trafitto che sgorga il fiume inesauribile della sua Misericordia.  

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

L’URGENZA DELLA CONVERSIONE

Cari amici,

la  Madonna  a  Medjugorje ci ha supplicato di convertirci perché,  se  aspettiamo il tempo dei segreti, per molti sarà  troppo tardi.  Con questa nuova iniziativa del  Blog offriamo la  possibilità di fare un cammino di conversione con delle riflessioni settimanali  da  meditare e da  vivere. ( Le  troverai man mano nella  sezione:  Il Combattimento spirituale


13. Mostra a Dio il male che ti affligge

L’uomo che si mette in ginocchio davanti a Dio si colloca nella luce della verità. Si riconosce creatura, che l’Onnipotente ha tratto dal nulla e dal quale dipende. Si colloca così nella giusta situazione esistenziale perché la sua preghiera sia ascoltata. Dio infatti “resiste ai superbi e fa grazia agli umili” ( 1 Pt 5,5).

Ogni volta che ti metti in ginocchio, col corpo ma soprattutto col cuore,  poni la premesse per essere ricolmato di grazie. La luce che ti ha investito ti ha aperto gli occhi e ti ha mostrato il cumulo dei tuoi peccati. Non avresti mai immaginato di essere caduto così in basso.  “La nuvola della superba” (Caterina da Siena) ti impediva di vedere. Ora l’occhio, reso limpido dall’umiltà, ti fa scorgere anche le colpe più sottili e le malizie più nascoste.

Ti rendi conto che la devastazione dell’anima è una sventura più grave delle peggiori malattie del corpo. Comprendi che cosa significhi  l’enigmatica espressione di “peccato mortale”, che avevi imparato da piccolo al catechismo. Stai facendo l’esperienza di che cosa sia la morte dell’anima perché, nonostante la grazia della conversione che sta operando, ti senti paralizzato e incapace di uscire dalla plaude nella quale annaspi.

Hai preso coscienza della gravità della tua situazione, ma non sai come apportarvi un rimedio. Sei come uno che, dopo una caduta rovinosa, vorrebbe rialzarsi e riprendere il cammino, ma sente che le gambe spezzate non rispondono alla sua volontà.

Che fare? Caro amico, fai ciò che hanno fatto innumerevoli anime nei primi passi della loro conversione. Incomincia a pregare. Lancia verso il Cielo il tuo grido di aiuto. Chiama Dio in tuo soccorso. Fallo con le tue parole, quelle che ti uscirebbero spontanee dalla bocca se stessi per annegare e non trovassi un appiglio al quale afferrarti.

Grida a squarciagola, senza rispetto umano. L’urlo della creatura che chiama in suo soccorso il Creatore è forse la preghiera più antica, che rimbomba fin dagli albori della storia e il cui eco non si spegnerà mai. La Sacra Scrittura trabocca di queste invocazioni che escono dai cuori straziati dei esuli figli di Eva.

“O Dio vieni a Salvarmi”, “Signore vieni presto in mio aiuto” è la supplica quotidiana  della Chiesa in preghiera. “Signore salvaci!” è il grido che attraversa i Salmi. Anche gli apostoli, che temono di affondare da un momento all’altro, lo fanno proprio: “ Signore salvaci, siamo perduti”.

Come vedi, c’è una preghiera che nasce spontaneamente dalla vita e che non ha bisogno di apprendistato. Anche tu, nella tua infermità, non esitare a al Cielo. Mostra al Creatore il male che ti affligge, l’angoscia che ti opprime, il peso che ti schiaccia. Grida come un bambino che nel pericolo chiama la madre. Invocalo senza covare risentimenti, perché non Dio ma tu stesso sei la causa del tuo male.

“Dal profondo a te grido, o Signore, Signore ascolta la mia voce. Siamo i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica” ( Sal 130). Forse, caro amico, ti chiedi perché sia necessario gridare a Dio. La ragione ormai ti è chiara davanti agli occhi. Da solo non ce la faresti mai. Sei spiritualmente morto.

 Se la grazia non fosse venuta a visitarti, non ti saresti neppure accorto che l’abisso senza ritorno ti stava inghiottendo. La morte spirituale e quella fisica sono in uno stretto rapporto di causa ed effetto. “ Per invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono” ( Sap 2, 24).

Chi può liberare l’uomo dal peccato e dalla morte? L’umanità ci ha tentato più volte, ma con quali risultati? La catena delle illusioni e delle illusioni è senza fine. L’uomo non può salvare se stesso, dal male, dall’infelicità e dalla morte.

 Per questo Dio è venuto a visitarci, scendendo negli inferi della condizione umana e condividendo la nostra vita in tutto eccetto il peccato. Infatti ha portato sulle sue spalle il fardello del male commesso dall’umanità, per espiarlo e bruciarlo nel fuoco del suo amore.

Sappi che nessun uomo ti potrebbe liberare dal male che ti affligge e che porta alla rovina la tua vita. Nessuno, eccetto Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. O gridi a Lui, o la tua voce rimarrà senza risposta. E’ lui infatti che è venuto a cercarti, che ha bussato alla porta del tuo cuore e che ti ha chiesto di entrare. E’ lui che ti ha investito con la sua luce e che ti ha avvolto col suo amore.

A che cosa ti dovresti aggrappare se non alla sua mano? E’ l’unico che ha non solo il desiderio ma anche la possibilità di aiutarti. Chi dei tuoi amici e conoscenti è venuto in tuo soccorso nelle tue disavventure? I migliori hanno fatto uno sforzo per ascoltarti e per capirti. Non ti hanno negato la comprensione e la parola di incoraggiamento. Ma poi sei rimasto solo con te stesso e con il tuo peso soffocante sulle spalle.

L’uomo non riesce a rimuovere il male che lo assedia implacabile, corrodendolo nell’anima e nel corpo. Caro amico, non c’è forza umana che possa far fronte al potere delle tenebre. O chiami Dio in tuo soccorso o sei perduto. Se hai l’umiltà di rivolgerti al tuo Salvatore, la barchetta vacillante della tua vita verrà portata al sicuro.  

Non dovrai gridare a lungo. E’ vero, Dio ama farsi pregare, perché la preghiera stessa è una medicina che guarisce. Mentre tu gridi a Lui, la sua forza ti investe. Anzi, non saresti capace neppure di invocarlo, se la sua grazia non operasse nel tuo cuore.

 “Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica”. Non una sola sillaba sfugge ai suoi orecchi. Anche il minimo movimento della tua anima è presente al suo sguardo. Davanti ai suoi occhi sei un libro aperto, del quale conosce ogni parola. Ha presente ogni istante della tua vita, ogni pensiero della tua mente, ogni battito del tuo cuore. “Signore tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposto, ti sono note tutte le mie vie” ( Sal 139).

 Dio aspetta che tu lo invochi. E’ pronto ad aprire l’orecchio al tuo grido di aiuto. Egli da sempre ti segue e attende con pazienza questo momento.  Dio è l’unico al quale tu stai veramente a cuore. Conosci qualcun altro?  Ed è l’unico che ti vuole e che ti può aiutare. Sei un naufrago, come lo sono tutti gli uomini. O gridi a Dio o affoghi.

 Il problema della salvezza ora ti è chiaro. Si salvano tutti coloro che  hanno l’umiltà di inginocchiarsi e di elevare la loro voce verso il Cielo. Non pensavi che fosse così semplice. Dio è un padre che è pronto ad accogliere  i figli che cercano rifugio fra le sue braccia.  Ora comprendi perché Gesù ha detto che per entrare nel Regno dei cieli bisogna essere come dei bambini

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