"VI SUPPLICO: CONVERTITEVI!" (REGINA DELLA PACE-MEDJUGORJE)

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RUSSKIY MIR: LA DOTTRINA DEL DOMINIO DEL MONDO DI PUTIN

13 Aprile 2022 

di Luca Della Torre –Corrispondenza romana

Il conflitto in Ucraina generato dall’aggressione militare russa ad uno Stato sovrano – in palese violazione di tutti i più importanti trattati politici di diritto internazionale ed ONU, a cui la stessa Russia ha aderito da decenni – non è il frutto di una irrazionale “volontà di potenza” nella mente della intellighentsia legata all’autocrate Vladimir Putin.

Esiste infatti un livello interpretativo di questa guerra di aggressione, che deve essere collegato alla dimensione geopolitica internazionale, un livello interpretativo in realtà assai ben noto da anni alle cancellerie diplomatiche occidentali, alla intelligence degli stati maggiori delle forze armate europee, USA e NATO, ai giuristi ed analisti che seguono il settore delle relazioni internazionali e dei trattati sulla sicurezza e sovranità degli Stati nazionali.

Parliamo di Russkiy Mir, la vera e propria leva strategica ideologica che è alla base del putinismo, inteso come dottrina politica che non condivide nè riconosce i valori filosofici della civiltà cristiana, del primato religioso della Chiesa cattolica di Roma, dell’esperienza storico culturale romano-germanica: insomma, un sistema geopolitico che si contrappone all’Europa ed all’Occidente in nome di un programma in cui l’ideologia panrussa, la mitologia eurasiatica, il misticismo ortodosso e puerili teorie complottiste si fondono pericolosamente.

I pezzi di questo complicato puzzle hanno origine di lunga data. Chi scrive ha insegnato in università russe materie afferenti al diritto internazionale, ai diritti umani ed ai conflitti armati, e può certificare che l’elaborazione del pensiero di Russkiy Mir si sia diffuso trasversalmente ben prima della aggressione alla Ucraina nelle strutture di vertice della società civile russa.

Russkiy Mir ha assunto ufficialmente visibilità quasi vent’anni orsono: nel 2007 Putin nel corso di un suo celebre intervento alla Conferenza di Monaco ha espressamente respinto la possibilità di cooperazione ed integrazione in una piattaforma comune di trattati e accordi secondo i principii di diritto internazionale del rispetto della reciproca sovranità ed integrità territoriale tra Russia e Occidente. 

Il complesso melting pot dell’ideologia di Russkiy Mir si basa sostanzialmente su tre concetti: l’esistenza di una unica comunità e civiltà identitaria etnica linguistica e religiosa dominata dal primato politico nazionalista di Mosca, comunità che include autoritariamente anche i cosiddetti “compatrioti”, ovvero tutti i popoli slavi di lingua russa o Paesi che abbiano  minoranze russofone  all’estero del confine russo:  quindi anche ucraini e bielorussi, armeni e kazaki, lettoni ed estoni, georgiani e moldavi, che non avrebbero diritto ad essere riconosciuti come popoli e Stati sovrani. Esemplari sono al riguardo le parole di Putin all’avvio dell’invasione in Ucraina: gli ucraini non sono un popolo e non sono uno Stato, non hanno diritto ad esistere se non sotto il tallone russo.

Il secondo ed il terzo perno di questo pasticciato progetto politico revanscista, oltre alla sottomissione dei popoli confinanti con la Russia, sono l’esaltazione della religione ortodossa come vera incarnazione del mito della Terza Roma, e l’odio viscerale nei confronti del complesso valoriale dei diritti civili e politici dell’individuo, lascito del primato cattolico della centralità della persona umana in contrapposizione alla mistica collettivista propria delle culture asiatiche di cui si imbeve Russkiy Mir.

Nella sfida ai valori ed alla tradizione religiosa e culturale dell’Occidente, dell’Europa in particolare, Putin trova nella Chiesa ortodossa e nel patriarca Kirill un alleato strumentale al potere politico del Cremlino: la fede ortodossa è il braccio spirituale di questo progetto di dominio sul mondo, facendosi portatrice di una feroce carica polemica contro il Cattolicesimo e contro la Chiesa di Roma, in nome di un equivoco pericoloso concetto di Tradizione antitetico al primato del Pontefice romano, pretendendo di incarnare la missione della vera Rivelazione divina che sarebbe stato assegnato al ruolo del patriarcato di Mosca quale Terza Roma.

Secondo la logica anticattolica del patriarca Kirill, alfiere della Chiesa ortodossa per combattere la difesa dei cristiani nel mondo sarebbe il leader Putin, coscienza della comunità panrussa contro l’Occidente, nel solco della tradizionale sinergia bizantina tra Trono ed Altare.

Il terzo perno, infine, di questo pericolosissimo quanto abborracciato brodo di cultura alla base di Russkiy Mir è dato da una pletora di ideologi, intellettuali, pensatori, in realtà di assai scarsa valenza accademica internazionale, che hanno sempre incarnato posizioni estremamente radicali e provocatorie nella elaborazione di una presunta mistica geopolitica euroasiatica nel panorama culturale russo.

Lev Gumilev (1912-1992), il filosofo da Putin, secondo cui le nazioni traggono la loro spinta da raggi cosmici, così che la volontà di esistere dell’Occidente sarebbe quasi esaurita e la Russia, al contrario, avrebbe ancora l’energia per formare un potente stato slavo che abbraccia l’Eurasia e sottomette l’Europa alla missione purificatrice dell’Ortodossia.

Konstantin Leontyev (1831-1891), un monaco ultra-reazionario del 19° secolo, che ammirava gerarchia e monarchia, Trono ed Altare secondo il primato della Terza Roma ortodossa, e aveva in sprezzo la fede cattolica.

Il politologo esperto di relazioni internazionali Serghei Karaganov, che sostiene che il deprecabile crollo dell’Unione Sovietica abbia lasciato interi popoli privi del senso di nazionalità incapaci di affermarsi come Stati sovrani perché le élites politiche di questi popoli sono prive degli elementi storico valoriali che li dovrebbero caratterizzare. Da ciò secondo Karaganov deriva la missione della Russia di costituire una unione euroasiatica, in grado di dirigere e coordinare il bene comune di questi popoli sotto la sua autorevole guida, in partnership con la solida alleanza della Russia con il regime totalitario comunista asiatico in Cina.

Infine, il pittoresco quanto squalificato Aleksander Dugin, docente allontanato dall’Università di Mosca, filosofo e politologo, che incarna una vena delirante mistico-esoterica di ispirazione nazional-socialista, valorizzato in Italia ed Occidente da puerili ambienti di destra radicale. Dugin, intervistato di recente da media italiani, descrive l’invasione dell’Ucraina in questi termini: «Non si tratta solo di denazificare il paese e proteggere il Donbass, è una battaglia contro l’Occidente, cioè l’Anticristo».

Nel pantheon del pensiero geopolitico di Russkiy Mir si evidenzia inequivocabilmente, secondo gli analisti e studiosi europei, la matrice del livello ideologico  di scontro tra civiltà che ispira il disegno politico del regime di Putin:  si tratta di una guerra tra l’Occidente e la Russia, tra l’Occidente e il sogno euroasiatico delle potenze orientali – Mosca ma soprattutto Pechino – di imporre i loro modelli totalitari, atei e collettivisti contro la civiltà millenaria dell’Occidente cristiano

☕IL CAFFEINO QUOTIDIANO DI P. LIVIO☕

UNO SGUARDO DI FEDE SULL’ATTUALITA’

Pensiero Spirituale sui Sacramenti

Oggi molti si professano credenti e pregano, pensando che con la fede e la preghiera sia ben impostata. A questa impostazione mancano alcuni elementi fondamentali, senza i quali non si può parlare di vita cristiana.

La fede e la preghiera sono sicuramente fondamentali, ma senza i Comandamenti e i Sacramenti la vita cristiana non può dirsi vissuta appieno. Senza attingere alle fonti della grazia, ovvero i Sacramenti, la preghiera e la fede non hanno fondamento. I Sacramenti sono la preghiera della Chiesa, sono indispensabili per la vita cristiana.

I Sacramenti sono quelle fonti della grazia senza le quali non ci sarebbe la vita cristiana.

Il primo Sacramento è il Battesimo, grazie al quale si diventa cristiani, figli di Dio, membro del corpo mistico di Cristo e della Chiesa. Diventando figli di Dio si diventa anche eredi della vita eterna. Il Battesimo è il Sacramento di ingresso nella Chiesa.

C’è una certa tendenza da parte di certi cristiani di posticipare il Battesimo fino all’età adulta, per poter scegliere liberamente. Bisogna prendere le grazie come vengono date, d’altra parte, se vogliamo mettere l’accento sul decidere, chi decide di venire al mondo? Se la nascita (che non decidiamo noi) è un evento fondamentale nella nostra vita, così la rinascita in Cristo è un dono di grazia che riceviamo dalla fede dei genitori e senza il quale non diventiamo cristiani e non otteniamo la grazia della Redenzione.

Gli altri Sacramenti dell’iniziazione cristiana – la Confessione, l’Eucarestia e la Confermazione – si ricevono nei primi anni di vita.

C’è poi il Sacramento dell’Ordine, grazia al quale si diventa pastori delle anime prolungando la presenza di Cristo Buon Pastore nella Chiesa. Grazie a Dio la figura del sacerdote, nonostante la dilagante crisi delle vocazioni, è rimasta una figura fondamentale senza la quale la Chiesa non sarebbe riconoscibile visibilmente.

Gli altri due Sacramenti sono caduti un po’ nell’oblio, ovvero il Matrimonio e l’Unzione degli infermi. Ormai è abitudine sposarsi civilmente. Il Matrimonio non è più considerato un Sacramento. Questa abitudine deve essere corretta! Il Sacramento del Matrimonio è stato istituito da Gesù Cristo, oltre ad essere l’unione tra un uomo e una donna che si scelgono in maniera indissolubile con la volontà di costruire una famiglia insieme, è un segno divino. È il segno dell’unione di Cristo con la Chiesa. Il rapporto d’amore fra lo sposo e la sposa diventa un segno del rapporto d’amore tra Cristo e la Chiesa. C’è una grazia speciale che viene data agli sposi, affinché possano vivere la realtà della Chiesa domestica. È grazia al Sacramento del Matrimonio che i genitori sono come sacerdoti all’interno della loro casa, diventano educatori dei figli, diventano le pietre vive della Chiesa.

Cari giovani, bisogna andare controcorrente! Bisogna essere coerenti con la nostra fede! In questi tempi di crisi della fede, tocca a noi cristiani restaurare la pienezza della vita cristiana che il mondo tenta in tutti i modi di oscurare o sgretolare sotto i nostri occhi.

Gesù Cristo ha fondato la Chiesa che è una comunità ben organizzata con i pastori, con le fonti della grazia che sono i Sacramenti, con gli indicatori di strada che sono i Comandamenti, con la fonte della sapienza che è la Sacra Scrittura.

Il Sacramento dell’unzione degli infermi è anch’esso importantissimo. Il passaggio dal tempo all’eternità è un momento critico fondamentale della vita: come per entrare nella vita soprannaturale è necessario il Battesimo, così anche per il passaggio alla vita eterna è importante ricevere un Sacramento speciale, ovvero la Sacra Unzione. Grazie a questo Sacramento si riceve la grazia della forza nella sofferenza (che a volte diventa guarigione) e l’affidamento alla Divina Misericordia. È importante che le famiglie assistano gli anziani e i malati, tutti coloro che sono vicini al termine della vita terrena. Chiamate il sacerdote affinché amministri loro questo Sacramento insieme alla Confessione e all’Eucarestia, come viatico. Sono aiuti fondamentali per avere la vita eterna.

Dobbiamo vivere cristianamente, morire cristianamente.

Da: “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”

🔴NOVITA’🔴LIVE VIDEO LETTURA CRISTIANA DELLA CRONACA E DELLA STORIA

🌟🖊️CI SCRIVONO🖊️🌟 

LA VISIONE DELLA SERVA DI DIO LUISA  PICCARRETA:

La Madonna preserva dai flagelli i suoi devoti

buongiorno Padre Livio.

Mi collego alla lettera di Elisabeth sul blog del 27/08, dove questa signora cita quanto detta da Luisa Piccarreta sulla crisi della Chiesa.

Le premetto che la Divina Volonta’, di cui so che tramite un Padre e’ approdata su Radio Maria con una rubrica gli l’ultimi mercoledi’ di ogni mese, sara’ la spiritualita’ dei tempi futuri.

 Gesu’ in tutta l’opera di Luisa ne parla e desidera che sia conosciuta e praticata; verra’ un giorno in cui Essa regnera’ inTerra, come gia’ ora regna in Cielo, e gia’ noi lo chiediamo col Padre Nostro.

 Vivere di DV vuol dire fare Vita Divina gia’ qui, e’ molto di piu’ di vivere una vita da convertiti, rispettosa dei Comandamenti, perche’ vivendo cosi’ noi possiamo comunque fare la Volonta’ di Dio, ma sentire delle ferite, dei pesi, delle oppressioni, fare delle cose piu’ per dovere / necessita’ che per amore.

 Invece nella DV tutto e’ puro amore, non si sentono pesi, oppressioni, nemmeno nelle croci; viviamo qui sulla Terra con atteggiamenti di Cielo nelle parole, nei gesti, nei pensieri, in tutto, il primo moto che ci muove, anche negli atti piu’ piccoli, viene da Dio, non e’ umano…. 

Ora Le riporto cosa c’e’ scritto nella parte che ho messo in oggetto a proposito del ruolo della Madonna, dove io individuo benissimo che ci si riferisce al tempo dei segreti:

scrive Luisa

…il mio caro Gesu’ mi faceva vedere coi fatti che la Sovrana Regina scendeva dal Cielo con una maesta’ indicibile, e una tenerezza tutta materna, e girava in mezzo alle creature in tutte le nazioni e segnava i suoi cari figli e quelli che non dovevano essere toccati dai flagelli, chiunque toccava la mia Mamma Celeste, i flagelli non avevano potere di toccare le creature. Il dolce Gesu’ Le dava il diritto alla Mamma Sua di mettere in salvo chi Le piaceva. Come era commovente veder girare in tutte le parti del mondo l’Imperatrice Celeste, che prendeva fra le sue mani materne, se li affiatava al suo petto, li nascondeva sotto il Suo manto, affinche’ nessun male potesse nuocere coloro che la Sua Materna Bonta’ teneva in custodia, custoditi e difesi. Oh se tutti potessero vedere con quanto amore e tenerezza faceva questo ufficio la Celeste Regina, piangerebbero di consolazione e amerebbero Colei che tanto ci ama . (libro di cielo 33 cap 40 par. 5)

Buona giornata, Dio La benedica e ricompensi per tutto cio’ che fa.

Laura

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LA  SERVA DI DIO LUISA   PICARRETA ( Corato –  Bari 1865-1947)

Ecco un’altra grande e pur nascosta figura di vittima di espiazione, consumata sull’altare quotidiano del proprio letto di dolore, portando sul proprio corpo una sofferenza, che le precluse le gioie della cosiddetta felicità terrena, ma per rivelarle le gioie più gratificanti, della vita dello spirito unito con Dio.
Luisa Piccarreta nacque a Corato (Bari) il 23 aprile 1865, quarta delle cinque figlie di Vito Nicola Piccarreta e Rosa Tarantini. Trascorse la sua fanciullezza e adolescenza in una masseria agricola, di cui il padre era fattore, situata al centro delle Murge, in località Torre Disperata.
Ricevette la Prima Comunione e Cresima a nove anni e da quel momento imparò a rimanere in preghiera per ore intere; a undici anni si iscrisse all’Associazione delle Figlie di Maria.
Verso i tredici anni ebbe la visione di Gesù, che portando la Croce sulla via del Calvario e alzando gli occhi verso di lei, pronunziò: “Anima, aiutami”. Da allora si accese in lei un desiderio insaziabile di patire con Gesù le sue sofferenze, per la salvezza delle anime; a 16 anni fece il voto di offrirsi come vittima di espiazione.
Iniziarono per lei quelle sofferenze fisiche, dovute alle stimmate invisibili e agli attacchi del demonio, che aggiunte a quelle spirituali e morali, la portarono a vivere con eroismo le virtù cristiane.
Luisa per ricevere conforto ed aiuto per superare queste prove così sofferte, si rivolgeva con la preghiera alla Madonna. Subì fenomeni particolari, di cui il più eclatante fu quello che era soggetta ad una rigidità cadaverica, anche se dava segni di vita e non esistevano cure che potessero risolvere questa indicibile pena.
La famiglia si rivolse alla scienza medica, ritenendo questi fenomeni una malattia, ma come detto senza successo e allora fu interpellato un sacerdote, provvisoriamente ritornato nella sua famiglia, l’agostiniano padre Cosma Loiodice, il quale recatosi dall’inferma, tracciò un segno di croce su quel corpo immobile, che fra la meraviglia dei presenti, fece riacquistare all’inferma le sue normali funzioni.
Partito il padre agostiniano, ogni giorno veniva chiamato un sacerdote qualsiasi, che con un segno di croce la riportava alla normalità. Non fu compresa da tutti, anzi gli stessi sacerdoti la consideravano una ragazza esaltata, una nevrotica che voleva attirare l’attenzione degli altri su di sé.
Una volta la lasciarono in quello stato cadaverico per più di venti giorni; tutto questo era cominciato da quando si era offerta come vittima d’espiazione e ogni mattina al risveglio si trovava rigida, immobile, rannicchiata sul suo letto e nessuno riusciva a stenderla o farle fare qualche movimento; solo il segno della croce del sacerdote, riusciva a sbloccarla.
Non aveva un direttore spirituale, perché Gesù le parlava interiormente, correggendola e conducendola verso le vette più alte della perfezione cristiana. Quest’avvenimento non poteva passare inosservato, per cui una volta informato l’arcivescovo di Trani, mons. Giuseppe Bianche Dottula (1848-1892), avocò a sé il caso, delegando un confessore speciale per Luisa Piccarreta, nella persona di don Michele De Benedictis, il quale con la sua prudenza e saggezza, impose alla ragazza di Corato, dei limiti per cui non poteva fare niente senza il suo consenso; le ordinò di mangiare almeno una volta al giorno, anche se subito rimetteva il cibo ingerito.
Luisa doveva vivere solo della Divina Volontà. Padre Michele dal 1° gennaio 1889 le diede il permesso di rimanere a letto, dove rimase seduta per 59 anni, fino alla morte, ininterrottamente.
Il nuovo arcivescovo di Trani, mons. De Stefano (1898-1906) delegò come nuovo confessore di Luisa, don Gennaro De Gennaro, che lo fu per 24 anni. Questo sacerdote, intuendo il lavorio interno di Dio su quest’anima, le ordinò categoricamente di mettere per iscritto, tutto ciò che la Grazia Divina operava in lei.
Nonostante che avesse frequentato solo la prima elementare, Luisa Piccarreta cominciò il 28 febbraio 1899 a scrivere il suo diario, che consiste in un manoscritto raccolto in 36 volumi. L’ultimo capitolo fu scritto il 28 dicembre 1938, quando le fu ordinato di non scrivere più.
Ebbe dopo i primi due, altri due confessori sempre delegati dalla Curia arcivescovile, l’ultimo don Benedetto Calvi le fu vicino fino alla morte. All’inizio del Novecento incontrò sant’Annibale Maria Di Francia (1851-1927) un fondatore di Congregazioni di Messina, il quale fu suo confessore straordinario e censore dei suoi scritti, che venivano regolarmente esaminati ed approvati dalle autorità ecclesiastiche.
Sant’Annibale curò la pubblicazione dei suoi vari scritti, tra i quali ebbe successo il libro “L’orologio della passione”, stampato in cinque edizioni, le fece scrivere nel 1926, pure un quaderno di “Memorie d’infanzia”.
Il 7 ottobre 1928, si completò la costruzione a Corato della Casa delle suore della sua “Congregazione del Divino Zelo” e per adempiere al desiderio del fondatore (nel frattempo morto nel 1927 a Messina), Luisa Piccarreta fu trasferita in quel convento.
Dieci anni dopo tre dei suoi scritti furono messi all’Indice; quando seppe della condanna del sant’Uffizio, Luisa si sottomise subito al giudizio dell’autorità della Chiesa, consegnando all’incaricato romano tutti i diari manoscritti (ed oggi ancora conservati negli archivi vaticani) e riprovando lei stessa ciò che le veniva condannato negli scritti pubblicati.
Inoltre il 7 ottobre 1938, esattamente dopo dieci anni dalla sua entrata in quel convento, per disposizione dei superiori, dovette lasciarlo, sistemandosi in un’abitazione, dove trascorse gli ultimi nove anni della sua vita, assistita amorevolmente dalla sorella Angelina e da alcune pie donne.
Non possedeva quasi nulla e il lavoro al tombolo che faceva da tutta la vita, nei limiti delle sue possibilità fisiche, era appena sufficiente al sostentamento della sorella; lei invece i pochi grammi di cibo che mangiava, li rimetteva subito dopo.
Era un miracolo vivente, non aveva l’aspetto di una moribonda ma nemmeno di una persona sana, eppure non stava mai inoperosa. La sua giornata iniziava all’alba, quando arrivava il sacerdote a benedirla e celebrare la Messa (era un privilegio accordato da papa Leone XIII e confermato dal suo successore s. Pio X nel 1907).
Poi seguivano due ore di ringraziamento e preghiera e alle otto prendeva a ricamare; a mezzogiorno c’era il frugale pasto, come detto il più delle volte rimesso; nel pomeriggio vi erano alcune ore di lavoro, poi veniva recitato il Rosario e alle otto di sera iniziava a scrivere il suo diario e circa a mezzanotte si addormentava, per ritrovarsi al mattino di nuovo rigida, rannicchiata con la testa piegata a destra; sempre in preda a questo stranissimo fenomeno inspiegabile.
Dopo quindici giorni di malattia (l’unica clinicamente accertata) Luisa Piccarreta morì a Corato il 4 marzo 1947, nonostante tutto a 81 anni. Morì all’alba prima del risveglio, per cui rimase seduta sul letto nella posizione avuta per tutta la vita e pertanto non fu possibile stenderla e venne portata al cimitero in quella posizione.
I funerali videro la partecipazione di una immensa folla, dopo pochi anni i suoi resti furono traslati dal locale cimitero, nella parrocchia di Santa Maria Greca.
Con l’approvazione della Santa Sede del 28 marzo 1994, l’arcivescovo di Trani – Barletta – Bisceglie, mons. Cassati, aprì il processo diocesano per la sua beatificazione.
Il 29 ottobre 2005, con una solenne cerimonia nella Chiesa Matrice di Corato, l’Arcivescovo di Trani, Mons. Giovanni Battista Pichierri, ha concluso la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio, trasmettendo gli atti al competente dicastero della Santa Sede per il prosieguo dell’iter canonico.

Autore: Antonio Borrelli

🌟🖊️CI SCRIVONO🖊️🌟 

Amore per  il  Papa attuale

Caro padre Livio,

La seguo dal 1996 con molto interesse e per alcune volte Lei ha raddrizzato il mio cammino di conversione. In particolare mi ha raddrizzato quando sono entrato in crisi con la figura non convenzionale di papa Bergoglio. Alcuni anni dopo la Sua elezione, ascoltando altre voci critiche e molto legate al tradizionalismo, arrivai a pensare che forse questo papa non fosse pienamente cattolico. Mi colpi molto allora la Sua trasmissione al mattino in cui ha sempre preso le difese con molta decisione della figura del Santo Pontefice. Ho rischiato di andare fuori strada anche io e non potrò mai ringraziarla abbastanza per questo Suo eccelso esempio di fedeltà alla Santa Chiesa. 

Ma cosa accadde dopo? L’ inattesa svolta. 

Preso dal rigetto tentai di approfondire la vita di Bergoglio per cercare di capire veramente da dove venisse questo suo agire anticonvenzionale. Mi lessi alcune biografie e vidi che ogni autore offriva una propria spiegazione. C’era chi lo accostava ad amicizie filomarxiste, chi ai teologi della liberazione sudamericana, chi a tendenze autoritarie represse… Ma io mi feci un’idea mia che mi apri il mondo e rinnovo’ in me l’amore per Gesù e per Pietro. D’un tratto mi resi conto che di Bergoglio non avevo capito nulla perché ancora troppo superba e rigida era l’anima mia. 

Oggi amo profondamente papa Bergoglio (e non riesco ancora a credere ai miei occhi, a questo mio cambiamento) e il solo udire la Sua voce mi commuove fino alle lacrime.

Oggi ascolto con molta attenzione ogni sillaba da lui pronunciata e lo considero uno dei papi più fedeli alla dottrina cattolica che mai siano esistiti. Perché la vera logica di Bergoglio sta nell’amore per l’altro, nell’amore per la creatura fallace che è l’uomo. Bergoglio fa di tutto, per sincero e profondo amore anzitutto, per avvicinarsi al prossimo, chiunque esso sia. In questo non solo segue le indicazioni di Gesù, ma anzi fa come fece Gesù e ancora mi meraviglio della immensa sua pazienza. Capiremo in futuro il difficile papato che ha dovuto affrontare in tempi tremendi. Dio ha scelto il povero Bergoglio, che spesso ha saputo sopportare, sommerso dalle critiche, tonnellate di pesi con un fisico già provato. Oggi vedo in lui non solo un papa, ma un eroico difensore della fede e dell’amore per il prossimo. 

Ecco, anche adesso che ripenso e riscrivo di lui, mi commuovo profondamente. 

Quindi, caro padre Livio, La ringrazio per la sferzata di anni fa, che mi aiutò a rimanere con Pietro. 

Distinti saluti. 

Carlo da Bolzano

🌹STORIE DI MEDJUGORJE🌹

MIRJANA DI MEDJUGORJE RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CON LA MADONNA (5)

“ Chi sente me come  Madre e  Dio come Padre non ha paura dei segreti”

Padre Livio: Ecco Mirjana, passiamo al capitolo riguardante i dieci segreti. Ti dico con sincerità che non sono una persona curiosa, ma vorrei sapere tutto quello che è lecito sapere e che la Madonna vuole che si sappia. Essendo Direttore di Radio Maria sento al riguardo una precisa responsabilità.

Mirjana: Padre Livio, dimmi la verità, da quando abbiamo cominciato questo nostro colloquio, tu aspetti questo momento. Hai già detto dall’inizio che questa è la cosa che ti interessa di più.

Padre Livio: C’è un motivo personale che mi spinge ad avere al riguardo delle informazioni molto esatte. Da quanto ho letto, mi pare che questi segreti verranno resi noti al mondo mediante un sacerdote che tu hai scelto tre giorni prima che si realizzino. Allora io mi sono posto questo problema: se al tempo della rivelazione dei segreti io sarò ancora Direttore di Radio Maria, dovrò ogni volta informare la gente di quanto svelerà il sacerdote che tu hai scelto? Eccoti dunque messe con molta chiarezza le carte in tavola.

Mirjana: Anche a me piace mettere le carte in tavola e ti dico subito che potrai informare tutti gli ascoltatori di Radio Maria. Non ci sono problemi per questo.

Padre Livio: Va benissimo. Allora, Mirjana, tu hai avuto i dieci segreti già dal Natale 1982, quando sono terminate le apparizioni?).

Mirjana: Forse è meglio che ti dica subito tutto quello che posso dire.

Padre Livio: Dì pure tutto quello che puoi dire e poi io ti chiederò alcuni chiarimenti.

Mirjana: Ecco io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubicich. Io devo dire a lui dieci giorni prima che cosa succede e dove. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima lui dovrà dirlo a tutti. Lui non ha il diritto di scegliere: dire o non dire. Lui ha accettato che dirà tutto a tutti tre giorni prima, così si vedrà che è una cosa del Signore. La Madonna dice sempre: “ Non parlate dei segreti, ma pregate e chi sente me come Madre e Dio come Padre, non abbia paura di niente”.

Noi, come persone umane, parliamo sempre di che cosa succederà nel futuro, ma chi di noi potrà dire se sarà vivo domani? Nessuno: Quello che la Madonna ci insegna è di non preoccuparci del futuro , ma di essere pronti in quel momento ad andare incontro al Signore e non invece perdere tempo a parlare dei segreti e di cose di questo genere.

Padre Petar, che adesso si trova in Germania, quando viene a Medjugorje, scherza con me e dice: “Vieni a confessarti e dimmi almeno un segreto adesso…

Perché tutti sono curiosi, ma si deve capire che cosa è veramente importante. L’importante è che noi in ogni momento siamo pronti ad andare dal Signore e tutto quello che succede, se succede, sarà la volontà del Signore, che noi non possiamo cambiare. Possiamo cambiare solo noi stessi.

Padre Livio: Anche la Madonna insiste sul fatto che chi prega non ha paura del futuro. Il vero problema è quando ci allontaniamo dal suo cuore e da quello di Gesù.

Mirjana: Certo, perché tuo padre e tua madre non ti possono fare nulla di male. Vicini a loro siamo al sicuro.

Padre Livio: Ho letto un articolo recente su una rivista cattolica italiana che irrideva i segreti dicendo che, assommando tutti quelli dei sei veggenti, sarebbero cinquantasette e la buttava nel ridicolo. Che cosa puoi rispondere?

Mirjana: Anche noi sappiamo la matematica, ma dei segreti non parliamo perché sono segreti.

Padre Livio: Nessuno sa i segreti degli altri veggenti?

Mirjana: Non parliamo di quello.

Padre Livio: Non ne avete parlato fra di voi?

Mirjana: Mai ne parliamo. Noi diffondiamo i messaggi della Madonna e quello che il Signore vuole che diciamo alla gente. Ma i segreti sono segreti e noi veggenti tra di noi non parliamo dei segreti.

Padre Livio: Quindi tu non sai quali sono i nove segreti di Vicka e Vicka non sa quali siano i tuoi dieci segreti?

Mirjana: Ecco non parliamo di questo. Questa è una cosa che è come se fosse dentro di me e io so di  questa cosa non si parla.

Padre Livio: Vicka è qui presente. Tu Vicka puoi confermare che non conosci i dieci segreti di Mirjana?

Vicka: Io non ho mai avuto nessun bisogno di sapere quello che la Madonna ha detto a Mirjana. Io credo che lo stesso lo ha detto anche a me e che i segreti sono uguali

Padre Livio: Adesso vediamo che cosa si può dire quanto al contenuto almeno di alcuni segreti. Mi pare che si possa dire qualcosa del terzo e del settimo segreto. Del terzo segreto che cosa ci puoi dire?

Mirjana: Ci sarà un segno sulla collina delle apparizioni, come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è presente qui come nostra mamma.

Padre Livio: Come sarà questo segno?

Mirjana: Bellissimo!

Padre Livio: Senti Mirjana, non voglio apparirti curioso e tanto meno indurti a dire qualcosa che non vorresti. Però mi pare giusto che gli ascoltatori di Radio Maria possano sapere quello che la Madonna desidera o permette che si sappia. Per quanto riguarda il segno ti faccio una domanda precisa, però, se vuoi, lascia pure di rispondere. Sarà un segno che ha un significato spirituale?

Mirjana: Sarà un segno che si vede, che non si poteva fare con mani umane, che è una cosa del Signore e che rimane.

Padre Livio: E’ una cosa del Signore. Mi pare una affermazione piena di significato. Ma è una cosa che viene dal Signore, perché solo il Signore è onnipotente e la può fare, o perché il segno ha un significato spirituale e trascendente? Se il segno è una rosa, a me non dice niente. Se invece è una croce, allora mi dice molto.

Mirjana: Io non posso dire niente di più. Ho detto tutto quello che si poteva dire.

Padre Livio: Comunque hai detto tante belle cose.

Mirjana: Sarà un dono per tutti noi, che non si può fare con mani umane e che è una cosa del Signore.  

Padre Livio: Ho chiesto a Vicka se io vedrò questo segno. Lei mi ha risposto che non sono così tanto vecchio. Allora voi sapete la data del segno?

Mirjana: Sì, so la data.

Padre Livio: Dunque sai esattamente la data e in che cosa consiste. Tu, Vicka, sai la data?

Vicka: Sì, anch’io so la data.

Padre Livio: Adesso passiamo al settimo segreto. Che cosa è lecito sapere del settimo segreto?

Mirjana: Io ho pregato la Madonna se fosse possibile che almeno una parte di quel segreto si cambiasse. Lei ha risposto che dovevamo pregare.  Abbiamo pregato moltissimo e lei ha detto che è stata modificata una parte, ma che ora non si può più cambiare, perché è la volontà del Signore che si debba realizzare.

Mirjana: Allora, se il settimo segreto è stato  mitigato, significa che è un castigo.

Mirjana: Io non posso dire nulla.

Padre Livio: Non potrà né essere ulteriormente mitigato e neppure abolito?

Miriana: No.

Padre Livio: Tu, Vicka, sei d’accordo?

Vicka: La Madonna ha detto che il settimo segreto, come ha già detto Mirjana, è stato in parte cancellato con le nostre preghiere. Ma siccome Mirjana sa più di me di queste cose, lei adesso risponde direttamente.

Padre Livio: Insisto su questo punto perché qualcuno dice in giro che, se si prega, si può…

Mirjana: Non è possibile che venga abolito del tutto. E’ stata tolta una parte e basta.

Padre Livio: Insomma è stato mitigato e ora si realizzerà necessariamente.

Mirjana: Questo è quello che la Madonna ha detto a me. Io non chiedo più queste cose perché non è possibile. Questa è la volontà del Signore e si deve fare.

Padre Livio: Di questi dieci segreti c’è qualcuno che riguarda te personalmente o riguardano tutto il mondo?

Mirjana: Io non ho segreti che riguardano me personalmente.

Padre Livio: Quindi riguardano…

Mirjana: Tutto il mondo.

Padre Livio: Il mondo o la Chiesa?

Mirjana: Io non voglio essere così precisa, perché i segreti sono segreti. Dico solo che i segreti riguardano il mondo.

Padre Livio: Ti faccio questa domanda per analogia col terzo segreto di Fatima. Esso riguardava certamente i disastri della guerra che sarebbe venuta, ma anche la persecuzione alla Chiesa e infine l’attentato al Santo Padre.

Mirjana: Io non voglio essere precisa. Quando la Madonna lo vuole, dirò tutto. Adesso sto zitta.

Padre Livio: Dobbiamo però dire che, nonostante i vent’anni che abbiamo alle spalle, il più deve ancora venire per quanto riguarda Medjugorje. Si direbbe che la Madonna ci ha preparato per momenti particolarmente impegnativi. Infatti i segreti riguardano il mondo in generale.

Mirjana. Sì.

Padre Livio: Tuttavia siamo certi che almeno il terzo è positivo.

Mirjana: Sì

Padre Livio: Tutti gli altri sono negativi?

Mirjana: Non posso dire nulla. Lei ha detto quello. Io sto zitta.

Padre Livio: D’accordo, l’ho detto io, non tu.

Mirjana: Come dice Gesù: “ Tu hai detto questo”. Lo dico anch’io: “Tu hai detto questo”. Quello che potevo dire dei segreti io l’ho detto.

Padre Livio: Sì, ma bisogna che abbiamo le idee chiare e ordinate su quelle cose che è lecito sapere. Abbi un po’ di pazienza se ti chiedo ancora qualche chiarimento. Tu di ogni segreto sai quando accadrà?

Mirjana: Sì, ma veramente non voglio parlare dei segreti perché è la volontà della Madonna di non parlare.

Padre Livio: Tu non dire quello che non si può, ma almeno dì qualcosa su quello che si può. Sai di ognuno quando accadrà. Sai anche dove?

Mirjana: Anche dove.

Padre Livio: Ho capito: sai dove e quando.

Mirjana:  Sì

Padre Livio: Questo due parole, dove e quando, sono molto importanti. Adesso vediamo come avviene il procedimento attraverso il quale i segreti vengono resi noti. La Madonna ti dirà qualcosa al momento debito? I dieci segreti verranno rivelati secondo l’ordine progressivo, cioè il primo, il secondo, il terzo e così via?

Mirjana: Io non posso parlare più.

Padre Livio: Non insisto. Che cosa puoi dire su una diceria che circola, secondo la quale tu avresti scritto i dieci segreti?

Mirjana: Guarda, Padre, se noi vogliamo proseguire l’intervista su cose importanti, cioè sulla Madonna e i suoi messaggi, io rispondo volentieri, ma dei segreti non parlo, perché sono segreti. Ci hanno provato tutti, dai sacerdoti ai comunisti, soprattutto con Jakov che aveva solo nove anni e mezzo, ma non sono mai riusciti a capire o a sapere qualche cosa. Lasciamo perciò questo argomento. Se succederà, sarà la volontà del Signore e questo l’abbiamo chiarito. L’importante è che noi, che la nostra anima sua pronta e preparata per trovare il Signore e noi non dobbiamo preoccuparci per il futuro e per null’altro.

Padre Livio: Quindi dobbiamo rimanere su quelle informazioni che tu ci hai dato all’inizio?

Mirjana: Ecco, e basta.

Padre Livio: Sinceramente c’è quanto basta per meditare a lungo.

Mirjana: Quello è quanto la Madonna vuole che sappiamo.

Padre Livio: Per quanto mi riguarda, obbedisco più che volentieri. L’ultima cosa che non ho ancora chiarito e alla quale neppure Vicka ha saputo rispondermi, e che perciò devo chiedere a te, è questa: la rivelazione dei dieci segreti, per bocca di Padre Petar, avverrà rendendo noto un segreto per volta, o tutti insieme in una sola volta? Non è una cosa da poco, perché se avverrà per dieci volte successive, rischieremo un infarto. Neanche questo ci puoi dire?

Mirjana: Non posso.

Padre Livio: Però tu lo sai?

Mirjana: Sì.

Padre Livio: Benissimo. Ecco, lasciamo dunque questo argomento e chiudiamo la parentesi. Credo che sappiamo tutto quello che è necessario sapere.

Mirjana: Che possiamo sapere!

Padre Livio: Per quanto mi riguarda non voglio saperne di più, neanche mi fosse concesso. Preferisco aspettare con fiducia le sorprese di Dio. Non voglio neppure sapere se sarò vivo io. Mi basta sapere che lo sappia Dio. Ma ora vorrei cercare di capire il significato teologico e spirituale di tutto questo. Se colloco i dieci segreti nel contesto dei messaggi della Madonna, mi pare di poter dire che essi, anche se a prima vista possono costituire per noi un motivo di preoccupazione, in realtà sono una manifestazione della divina misericordia. Infatti la Madonna in molti messaggi dice di essere venuta per costruire con noi il nuovo mondo della pace. Quindi l’approdo finale, cioè il punto di arrivo di tutto il piano della Regina della pace, è un golfo di luce, cioè un mondo migliore, più fraterno e più vicino a Dio.

Mirjana: Sì, sì. Io sono sicura che alla fine vediamo questa luce. Vediamo il trionfo del cuore della Madonna.

( Intervista in diretta su Radio Maria –  8 Agosto 2001- h 14-15.30 – in lingua italiana)

UNO SGUARDO DI FEDE SULL’ATTUALITA’

Pensiero Spirituale sul giudizio alla fine della vita

Cari amici,

la mia preoccupazione è quella di mettere a fuoco quelle verità della fede che illuminano la vita e il mio intento è quello di aiutarvi a comprendere che ci sono due modi molto diversi di vivere. È diversa l’impostazione della vita di chi non crede in Dio e ha perso la fede e chi conserva la propria fede e crede in Dio.

Ovviamente, questo riguarda tutta la prospettiva della vita. Tanti sono coloro che non credono in Dio e pensano che con la morte finisca tutto, e con essa si dissolva l’essere umano. Questa mentalità, oltre che essere pseudoscientifica, è un sottile inganno satanico perché porta a pensare che l’uomo venga dalla Terra e a essa ritorni. Il modo di pensare modernista crede che alla fine della vita non ci sia un giudizio, che la sorte dei giusti e quella degli empi sia uguale.

Ma noi cristiani sappiamo bene che non è così. Se non c’è Dio a giudicare chi fa la giustizia? L’uomo? Così facendo si darebbe la vittoria in mano ai potenti e ai prepotenti che fanno della giustizia un’arma per il proprio tornaconto personale.

Chi crede in Dio ha una visione della vita nella quale – nella prospettiva del pellegrinaggio che è la vita e del suo atto finale che è la morte – c’è il giudizio.

Questa è una componente che capovolge tutto perché al termine della vita ogni uomo sarà giudicato secondo i suoi meriti. Questa è la prospettiva del credente.

Questa Verità di fede fondamentale è talmente oscurata che la Madonna ha sentito la necessità di ribadirla più volte. Una volta lo ha fatto citando addirittura l’Atto di fede con una frase che mi è rimasta molto impressa: «Siate coscienti figlioli, che la vita è breve e vi aspetta la vita eterna secondo i vostri meriti» (messaggio del 25 maggio 2019). Perché la Madonna ha voluto richiamare questa Verità di fede? Perché è stata un po’ oscurata e il veleno del serpente si insinuato a tal punto da convincerci che, qualunque sia la nostra condotta, alla fine andremo tutti in Paradiso.

Ma la Madonna dice «secondo i vostri meriti» e l’insegnamento della Chiesa, tratto dalla Parola di Dio, dice che il giudizio avverrà secondo la condotta di vita e pertanto la sorte non sarà la stessa per tutte le anime.

Certamente nel corso della vita può capitare di commettere peccati anche molto gravi, ma non c’è salvezza senza pentimento. È qui il nodo fondamentale, è questa la differenza!

La contrizione, il dolore, il pentimento, il rifiuto del peccato, la rinuncia al mondo e alle sue seduzioni sono componenti necessarie perché una persona si salvi.

Se per tutta la vita abbiamo rimandato la conversione e abbiamo lasciato che sulla nostra coscienza si depositasse il fango che l’ha silenziata è chiaro che a quel punto è necessaria una grande grazia affinché si risvegli. Pensiamo a Giuda, la cui coscienza era stata silenziata nonostante il tempo trascorso insieme a Gesù. Perfino a Giuda è stata concessa la grazia del risveglio della coscienza, difatti quando si è reso conto di quello che aveva fatto umanamente si è pentito. Giuda però, non si è affidato alla Divina Misericordia e si è impiccato.

Il problema, allora, non è arrivare alla fine della vita senza aver commesso alcun peccato. Il punto è la contrizione e il pentimento per i peccati commessi. Sono questi i fattori che aprono la porta della salvezza.

Non dobbiamo attardare la conversione, perché così facendo il rischio è quello di morire impenitenti.

Accogliamo allora quanto ci ha detto la Madonna nel messaggio del 25 maggio 2019: la vita e breve e saremo giudicati secondo i nostri meriti.

Da: “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”

🔴NOVITA’🔴LIVE VIDEO LETTURA CRISTIANA DELLA CRONACA E DELLA STORIA

🌟🖊️CI SCRIVONO🖊️🌟 

Lettura Cristiana della Cronaca e della Storia

Caro Padre Livio,

da qualche anno ho cominciato a seguire giornalmente la sua rubrica su RM. Il suo lavoro di ricerca degli articoli, nel mare di ideologia e pensiero unico, se non di banalità, che è la stampa generalista, era preziosissimo.

Il modo in cui lei arricchiva la lettura con i suoi commenti poi era magistrale. Ricordo gli articoli su Ratzinger, Salah etc… e le testimonianze commoventi come la storia di Jim Caviezel… momenti che arricchivano le mie giornate.

Senza voler azzardare giudizi ne consigli, volevo con semplicità dirle che del taglio dato alla rubrica oggi, quasi completamente riempita dalla riflessione teologica, il blog etc.. mi manca molto la parte della ricerca/lettura degli articoli dai vari quotidiani e siti e i suoi commenti ad essi.

Le auguro una buona serata,

con affetto,

Nino

Caro Nino,

benché io lo ripeta quasi ogni giorno molta gente non si rende  conto che  siamo entrati nel tempo dell’Apocalisse,  nel quale  l’unica cosa che serve  è la  Conversione.

Tematiche un tempo interessanti ora  lasciano il tempo che trovano.

 Occorre invece guardare i segni che  Dio  ci invia  per capire che siamo entrati nella fase della grande tribolazione.

Il  compito di Radio Maria in questo  momento  è quello di  preparare  le  anime  ad  affrontare  la grande tribolazione e  la   prova della  fede, per uscirne vittoriosi insieme alla Regina della pace.

Per quanto ti possa  importare, gli ascoltatori della  rubrica in questa  nuova fase sono raddoppiati.

Andiamo avanti con coraggio,  come ci ha esortato la  Madonna.  E’ incominciato il tempo del grande  combattimento spirituale.

Ave Maria

Padre  Livio

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