Pensiero Spirituale sulla contemplazione della Passione di Gesù

Cari amici,
la Madonna ci ha detto – senza tanti giri di parole – che abbiamo rifiutato la fede e la Croce; inoltre, ci ha detto di prendere in mano la Croce e di inginocchiarci davanti a Essa.
Vorrei darvi un suggerimento, ispirato alla spiritualità del padre fondatore della Congregazione a cui appartengo, San Giuseppe Calasanzio. Nei giorni che ci separano dalla Pasqua vi suggerisco di leggere quotidianamente la Passione di Nostro Signore. Ci sono ben quattro versioni, ciascuna caratterizzata dalle sfumature della sensibilità di ogni evangelista ma certamente arricchenti dal punto di vista spirituale.
Questa lettura si può fare nel modo più tradizionale, ovvero aprendo la Bibbia, oppure in modo più moderno e tecnologico, ovvero dal cellulare: basta aprire un qualsiasi motore di ricerca per trovare una versione aggiornata e corretta del testo CEI.
Durante la giornata leggete dei brani della Passione, meditateli con il cuore, immedesimatevi con Gesù e contemplate la grandezza divina del Figlio di Dio nella sua umiliazione, nel suo amore, nel suo coraggio. Nella Passione sono raccolte tutte le virtù cristiane, sono state descritte dagli evangelisti proprio per essere contemplate.
La meditazione della Passione di Gesù è la più grande medicina di cui ha bisogno il genere umano.
Questa umanità ha bisogno di umiltà e nella Passione vediamo come il Figlio di Dio si è umiliato, si è fatto uomo, è diventato simile a noi. Già l’incarnazione nel grembo della Vergine Maria, già il fatto che il Figlio di Dio sia stato dapprima un embrione e poi è nato in una grotta, è stato deposto in una mangiatoia. San Luca descrive in modo mirabile la deposizione del Bambino nella greppia di legno, che preannuncia la Croce. La nascita di Gesù richiama la Sua Passione.
Tutto il percorso della vita di Gesù è un esempio di umiltà sublime: dalla casa di Nazaret nel silenzio e nel lavoro; gli anni della vita pubblica con tutte le umiliazioni che ha dovuto subire nella fatica dell’evangelizzazione, nel dolore per il rifiuto; le quaranta ore della Passione iniziate nel Getsemani, fino alla morte in Croce quando Gesù all’ora nona emette un grido «Elì, Elì lamma sabactàni?» che vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», è l’inizio del Salmo 22, ciò significa che Gesù è morto pregando. Prima ha perdonato dicendo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Gesù ha pregato quel Salmo che preannuncia la Sua Resurrezione. Il Salmo 22 infatti inizia con il grido di lamento per essere stato abbandonato e poi termina con la glorificazione del perseguitato. Non possiamo separare la Passione dalla Resurrezione del Signore, questa è la totalità del mistero pasquale.
Per arrivare preparati alla Santa Pasqua è importante leggere il testo della Passione e soffermarsi su alcuni passaggi particolarmente significativi. È edificante anche soffermarsi su tutti i personaggi descritti, sui loro gesti, le loro parole, i loro atteggiamento. L’attenzione maggiore, ovviamente, va fissata su Gesù e su Maria.
Maria, durante la Passione non ha parlato. La sua fortezza, la sua fedeltà al disegno di Dio e il suo immenso dolore sono racchiusi nell’assordante silenzio di quei momenti. Sicuramente lo sguardo di Maria su suo Figlio sofferente è molto più eloquente di qualsiasi parola. Maria ha accettato silenziosamente la Passione di Suo Figlio, lo ha offerto al mondo in sacrificio per noi e silenziosamente ha accettato di essere la Madre dell’umanità quando Gesù le ha donato come figlio Giovanni.
La presenza di Maria e i suoi gesti lungo la via del Calvario e ai piedi della Croce sono tutti silenziosi, segno dell’accettazione della volontà di Dio ma anche della certezza che a quei tremendi momenti di sofferenza si sarebbe susseguita la gioia immensa della Resurrezione.
Maria è sempre presente accanto a Gesù. Il suo amorevole sguardo non lo lascia mai. Maria è con Gesù sul Calvario, è con Gesù ai piedi della Croce, tiene tra le braccia Gesù quando viene tolto dalla Croce ed è con Lui nel momento della deposizione nel Sepolcro.
Maria, però, non è con le donne che vanno al Sepolcro per ungere il corpo del Signore e trovano il masso spostato. Maria sapeva che Suo Figlio non era più lì. La Madonna ha vissuto la Passione di Suo Figlio come dono totale ma nella prospettiva della vittoria del Bene sul male, nella prospettiva della Redenzione che è avvenuta.
Meditiamo allora su come Cristo ci ha salvati, come è stato redento il genere umano.
Gesù è stato rigettato, disprezzato, umiliato e maltrattato. In silenzio, ma con grande dignità, ha accettato umilmente queste umiliazioni. Le poche parole che Gesù ha pronunciato durante la Passione e nel momento della morte erano parole sovrane, sapienti, assolute, eterne, umili.
Gesù ha vinto con l’umiltà, con la sopportazione, con il dolore silenzioso.
L’amore di Gesù per noi si manifesta nell’abbracciare la Croce, nel cooperare arrivando in cima al Calvario e nel farsi crocifiggere senza opporre resistenza,
L’umiltà di Gesù ha resistito al disprezzo, alla malvagità degradata, scellerata di quelli che lo colpiscono con i flagelli.
Tutti questi particolari si trovano nella descrizione della Passione, nei Vangeli. Vi invito, allora, a leggere ogni giorno questo brano così suggestivo che scaturisce molte riflessioni sulla nostra condizione umana, sulla grandezza di Gesù Cristo, sulla presenza silenziosa di Maria, sull’amore immenso di Dio, sulla malvagità umana…
Da “La Lettura cristiana della cronaca e della Storia”