“Apostoli di Maria”: un libro per l’esame finale dei Dieci Segreti

Carissimo Padre Livio,
Le scrivo per dirle che il suo libro “Apostoli di Maria” è un capolavoro. Ne ho letti tanti di libri suoi, ma questo, a mio avviso, ha una “luce” particolare. Lo sto leggendo e meditando con grande attenzione. In ogni pagina sottolineo i passaggi cruciali. Mi infonde forza e coraggio. È configurato come libro-guida, quasi un testo preparatorio ad un “esame” (mi scusi se faccio questo paragone). Non un esame qualunque, ma è quello decisivo. L’esame “finale” dei dieci segreti. Il mio intento sarebbe quello di leggerlo e commentarlo agli amici del Gruppo di preghiera di cui sono il responsabile della catechesi. Anche se un buon numero dei componenti storcono il naso riguardo a Medjugorje (compresi alcuni sacri ministri), io non voglio più tacere. Avverto che è giunto il momento di far giungere il messaggio della Regina della pace a tutti. Lei, Padre Livio, cosa mi suggerisce? Mi raccomanda prudenza? Sarei ben lieto di avere una sua risposta illuminante.
Un caro saluto.
Ave, Maria!
Donato da Milano
Caro Donato,
ti sono grato per l’incoraggiamento di cui anch’io ho bisogno, perché mi rendo conto che un libro come questo può essere indigesto anche gli stomaci più corazzati.
Tuttavia l’ho scritto perché è necessario che la gente abbia in mano qualcosa di concreto che spieghi a quali pericoli sta andando incontro e che cosa deve fare per salvare innanzi tutto la propria anima.
Tutto quello che ho scritto è basato sull’evento “unico” e “ultimo” della presenza di Maria a Medjugorje, per salvare un’ umanità che, come la Madre ammonisce, “ha deciso per la morte”.
Era pur necessario che qualcuno facesse questo lavoro, per fare conoscere il piano salvifico della Regina della pace, che esige la nostra collaborazione e che è l’unica via di salvezza percorribile in una situazione di caos generale.
Gli eventi dei segreti accadranno perché, eccetto il segno sulla collina, sono opere che l’impero delle tenebre sta predisponendo. Ma è un conto arrivarvi preparati, forti nella fede, certi nella speranza e ardenti di carità, come sono gli apostoli che la Gospa sta preparando, e un conto è arrivarvi incapaci di intendere e di volere, in balia di eventi imprevisti e inarrestabili.
In ogni caso sono decenni che parlo dei segreti di Medjugorje. La gente ha avuto il tempo di ascoltare e di valutare. Ci sarà il momento della verità, in particolare col terzo segreto sulla collina delle prime apparizioni.
Che dire? Chi vivrà vedrà.
In ogni caso chi si prepara interiormente alla grande prova della fede, fa quello che dovrebbe fare ogni cristiano nel corso questa vita che dura “un battito di ciglia”.
La mia risposta al tuo quesito? Proponi senza insistere e lascia che ognuno faccia le sue scelte.
Ave Maria
Padre Livio

NOVITÀ IN ARRIVO
“APOSTOLI DI MARIA: COME ESERCITO SCHIERATO A BATTAGLIA”
DI P.LIVIO:
⭐️ “Apostoli di Maria” : Un libro per l’esame finale dei Dieci Segreti
Carissimo Padre Livio,
Le scrivo per dirle che il suo libro “Apostoli di Maria” è un capolavoro. Ne ho letti tanti di libri suoi, ma questo, a mio avviso, ha una “luce” particolare. Lo sto leggendo e meditando con grande attenzione. In ogni pagina sottolineo i passaggi cruciali. Mi infonde forza e coraggio. È configurato come libro-guida, quasi un testo preparatorio ad un “esame” (mi scusi se faccio questo paragone). Non un esame qualunque, ma è quello decisivo. L’esame “finale” dei dieci segreti. Il mio intento sarebbe quello di leggerlo e commentarlo agli amici del Gruppo di preghiera di cui sono il responsabile della catechesi. Anche se un buon numero dei componenti storcono il naso riguardo a Medjugorje (compresi alcuni sacri ministri), io non voglio più tacere. Avverto che è giunto il momento di far giungere il messaggio della Regina della pace a tutti. Lei, Padre Livio, cosa mi suggerisce? Mi raccomanda prudenza? Sarei ben lieto di avere una sua risposta illuminante.
Un caro saluto.
Ave, Maria!
Donato da Milano
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“Come esercito schierato a battaglia”

Caro Padre Livio,
stiamo avendo la grazia di vivere in tempi in cui credere e parlare dei segreti di Medjugorje scatena reazioni più avverse di una Croce di San Benedetto!
È chiaro che siamo una minoranza, proprio per questo dobbiamo farci coraggio.
Nessuno è profeta in patria e nella sua era, viene riconosciuto tale sempre a posteriori; non dimentichiamoci che Cristo rimarrà crocifisso fino alla fine dei tempi, perché il mondo ha imparato ben poco ed oggi, più che mai indurito, rifiuta i frutti di Medjugorje.
Nonostante ci considerino degli “spostati”, chiediamoci chi fa parlare così le persone che ci attaccano. Al vanaglorioso ribelle fa gola soltanto una fetta più ampia di anime e in questi tempi di permissione è così forte da poter stravolgere tutto ciò che ci circonda, perché sa di aver già perso con Medjugorje e non riesce ad accettarlo.
Nel delirio idolatra di sé, l’uomo non si sta solo facendo strumento affinché una moltitudine popoli le già fittissime schiere celesti?
Dobbiamo essere pronti a dare testimonianza a qualunque costo temporale, sicuramente con prudenza, ma anche con fortezza e temperanza, non potremo essere né tiepidi, né codardi, quando mancheranno 3 giorni al primo segreto.
Possiamo iniziare da ora, nel nostro piccolo, valorizzando ogni minuto come una prova per guadagnarci il Paradiso, che chi si ritrova sotto lo stesso Manto avrà sperimentato almeno una volta.
Per i consapevoli, la scelta non è tra Paradiso ed inferno, la scelta è tra Paradiso e peccato, il libero arbitrio è uno strumento di perfezione a prescindere dalla predestinazione.
La Madonna sta chiamando tanti giovani alla conversione, come testimoniano la lettera di Benedetta, le GMG, il Giubileo, esperienze personali, preparando la generazione che dovrà vivere nel tempo di pace.
Per quanto le tribolazioni possano accrescersi, così faranno in maniera direttamente proporzionale la Fede e la Speranza.
Rimaniamo con fiducia nell’Amore del Padre e della Madre ai piedi della Croce.
Ave Maria
Enrico

Pensiero Spirituale sul fine della vita
Cari amici, il fine della vita è un interrogativo sempre all’ordine del giorno. Senza la luce della fede è molto difficile dare una risposta. Senza la luce della fede si cercano delle finalità relative, si vive per lavorare, per la famiglia, per affermarsi nella propria professione; sono senz’altro tutte cose nobili ma non è questo il fine della vita.
Nella società in cui viviamo, che ha perso la luce della fede e quindi la struttura stessa della vita e non sa rispondere alle domande fondamentali (chi sono? da dove vengo? dove vado?), si rischia di entrare in un groviglio di ipotesi che si frantumano strada facendo per cui si arriva al termine della propria vita con le tasche vuote. Se come stanti oggi professano Dio non c’è, allora la vita è una fatica inutile o un divertimento fine a se stesso. Ma sappiamo che la vita è ben altro.
Nella luce della fede possiamo rispondere a questo interrogativo con tre parole che la gente semplice e di fede prendeva dal Catechismo di San Pio X che offriva alle persone più umili la chiave di interpretazione della vita: conoscere Dio, amarlo e servirlo.
Conoscere Dio. Ovviamente, quando entriamo nel cammino della vita non conosciamo Dio perché in un certo senso si nasconde, ma ci lascia le sue tracce. Le tracce di Dio sono innanzitutto l’opera della Creazione per cui anche un bambino si chiede chi ha fatto questo mondo. Dio non si mostra, non si fa vedere ma si manifesta nelle sue creature. Con la ragione umana possiamo arrivare a conoscere Dio autore dell’universo, come creatore. Dall’opera della Creazione possiamo anche conoscere l’onnipotenza divina, che ha tratto dal nulla tutte le cose; la sapienza divina, con cui Dio ha fatto tutte le cose. La Creazione è una meraviglia insondabile. L’uomo stesso, creatura di Dio, ha una bellezza interiore incommensurabile. La Regina della pace ha proprio detto: «siate gioiosi cercatori di Dio» (25 settembre 2022). Il primo obiettivo della vita è quindi conoscere Dio, arrivare alla certezza della sua esistenza, mettersi alla sua presenza, parlare con Lui nella preghiera. La vita è una progressione continua nella conoscenza di Dio, delle sue perfezioni, del suo amore. La vita è un approfondimento, anche, della conoscenza di noi stessi che siamo stati creati unici e irripetibili, ciascuno con le sue caratteristiche e la sua missione. Chi non si pone l’obiettivo di conoscere Dio e di cercarlo, fallisce la vita. Chi non cerca Dio arriva alla fine della vita in un abisso oscuro. «Ogni persona adulta è in grado di conoscere Dio. Il peccato del mondo consiste in questo: che non cerca affatto Dio. Per coloro che adesso dicono di non credere in Dio, quanto sarà duro allorché si avvicineranno al trono dell’Altissimo per sentirsi condannare all’inferno» (Messaggio del 3 febbraio 1984)
Amare Dio. Il cuore segue la conoscenza. Così come dopo aver conosciuto una persona decidiamo se rimuoverla dalla nostra vita o amarla; allo stesso modo la conoscenza di Dio ci deve portare all’amore di Dio. Anche il nostro itinerario verso di Lui è sotto la sua guida, è sotto la grazia che ci accompagna. È sempre Dio che bussa per primo alla porta del nostro cuore. Il secondo passo verso Dio, allora, è accogliere il suo amore e rispondere al suo amore; in questo modo poi la vita diventa un poema d’amore con Dio. Mentre cresce la conoscenza di Dio cresce l’amore per lui fino a stringere con lui un’amicizia così stretta che nessuna tempesta della vita potrebbe mai rompere. Nel tempo delle prove le tempeste saranno talmente violente che se la nostra fede non sarà salda e la nostra amicizia con Dio non sarà forte, rischieremo di perderci. Ecco perché, allora, dobbiamo alzarci in volo nella conoscenza di Dio e sperimentare il suo amore.
Servire Dio. Diffondendo il Suo nome, testimoniandolo, portando le anime a Lui, si serve Dio. Servire Dio vuol dire impostare la vita secondo la Sua Santa volontà, cercando di capire qual è la missione che Dio ci ha dato. Un conto è impostare la vita come affermazione di se stessi, altra cosa è impostare la vita come compimento della volontà di Dio, della missione che Lui ci ha dato. La Madonna ha detto: «Figlioli, non dimenticate che siete importanti nel mio piano di salvezza dell’umanità» (25 giugno 2022), ciascuno faccia ciò per cui è chiamato, ognuno di noi operi secondo i propri talenti per realizzare il piano di salvezza di Maria. Ogni giorno dobbiamo impostare la vita nella luce di Dio. Nella vita quotidiana, nel nostro lavoro, in famiglia, nella società, tutto sia orientato al servizio a Dio. Anche nella sofferenza, nei travagli, nelle lotte, nelle fatiche quotidiane dobbiamo servire Dio e tenere nel cuore la viva speranza che Lui non ci abbandona mai.
Impostata su questi tre punti cardine, la vita ha un senso. Conoscere Dio e percorrere l’itinerario che porta continuamente a Lui, perché la sua conoscenza è inesauribile; amarlo con tutto il cuore, perché il suo amore è felicità ed è forza; servirlo in modo infaticabile sull’esempio di tanti Santi.
Da “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”
Il Paradiso è affollato e infinito

Carissimo padre Livio, sono felice di poterle scrivere.
Dirle grazie per tutto ciò che fa, non è abbastanza.
Seguo sempre con gioia la sua “Lettura della cronaca e della storia”, purtroppo non sempre riesco a seguirne la diretta per via del lavoro ma la sera la guardo dal suo Blog.
Le scrivo perché vorrei ringraziarla di cuore per una cosa meravigliosa che ha fatto qualche giorno fa, e cioè per aver parlato con tanta delicatezza ma allo stesso tempo con tanta forza, di quella grande realtà che è la presenza in Paradiso di TUTTE quelle povere Anime Innocenti che sia per cause naturali naturalmente, sia perché in nome di una cosiddetta falsa libertà, vengono sacrificate, eliminate e scartate da una società che si considera “evoluta”.
Sa caro padre, quando ha pronunciato quelle parole “la Terra ha tremato”!!!
Forse lei non si è reso conto della forza e dell’importanza delle sue parole!
È stata come un’ondata gigantesca di luce, è come se lei avesse dato voce a tutte quelle Anime che adesso beatamente ci guardano, pregano e custodiscono dal Cielo, ma soprattutto vegliano su coloro da cui sono state rifiutate.
Il Paradiso l’ho sempre immaginato affollato, ma lei con le sue parole me l’ha fatto vedere realmente Infinito .
Certamente se da una parte è molto triste e davvero tanto doloroso pensare che un così gran numero di Anime sia in Paradiso per quel motivo così ingiusto e orribile, dall’altra parte è meraviglioso pensare che tutta quella cattiveria, quell’egoismo, quella superficialità umana nei confronti di altri esseri umani, venga travolta da quella realtà così Immensa dove il male e la morte non hanno l’ultima parola.
È una Luce nella quale si sente la voce di coloro che sono usciti vittoriosi da quella momentanea e apparente sconfitta terrena. Si perché loro sono Vivi e godono della vita eterna.
Il dolore che urla da questa Terra viene annientato proprio da quel canto di lode che tutte quelle Anime sacrificate cantano a Dio e che viene tramutato in Gioia Eterna.
Chi più di queste anime ne ha diritto?
Grazie padre Livio, grazie perché ci ricorda e fa capire che Il Paradiso è meravigliosamente affollato e infinito.
Maddalena

Pensiero Spirituale sul vivere come cittadini del Cielo
Cari amici, dobbiamo vivere la nostra giornata come cittadini del Cielo. È importante vivere sulla Terra ma “la nostra conversazione è nei Cieli” come dice san Paolo scrivendo ai cristiani di Filippi. Non dobbiamo escludere dalla nostra giornata, e quindi dalla nostra vita, quello che è il punto di arrivo del nostro pellegrinaggio che è il Paradiso.
Noi apparteniamo a quella porzione della Chiesa che è pellegrina sulla Terra, ma la Chiesa nella sua totalità comprende anche tutti i cittadini del Cielo che sono una moltitudine immensa e tutte le anime del purgatorio che sono numerose, come ha detto la Madonna. Le anime sono dei soggetti personali, degli “io”, sia pure ancora mancanti di quella componente della natura umana che è il corpo, che riavranno alla fine dei tempi e rispecchierà la loro condizione esistenziale di salvezza o perdizione. Queste anime sono vive, quelle in Paradiso sono in uno stato di gioia; quelle in purgatorio sono in uno stato di sofferenza perché non possono vedere Dio ma nel medesimo tempo la sofferenza stessa li purifica e fa accrescere la gioia.
Questo squarcio di fede che si apre per quelli che hanno la fede, è una realtà a cui pensare e con cui essere in comunione. Già ora siamo cittadini del Cielo. È una realtà vera, realmente esistente, è una realtà alla quale noi stessi apparteniamo per cui sulla Terra siamo solamente di passaggio, la nostra vera patria è il Cielo e quella è la nostra grande famiglia.
Oggi la fede si è annebbiata a causa di quelle correnti di pensiero che chiamiamo “modernismo” e che escludono il soprannaturale dalla prospettiva della nostra conoscenza. Il modernismo ha svuotato le chiese e ha portato l’umanità a quello che la Regina della pace ha detto apertamente: «l’uomo moderno non vuole Dio» (25 gennaio 2023), rifiuta il soprannaturale, esclude il Cielo. L’uomo moderno esclude la dimensione soprannaturale che è invece tipica ed essenziale della fede cristiana.
La fede è proprio lo sguardo oltre i limiti della finitezza dello spazio e del tempo. La fede è lo sguardo su Dio e su tutto ciò che Dio ha preparato per tutti quelli che credono, lo seguono e lo amano. La mentalità modernista è talmente penetrata nel modo di pensare che ha eliminato del tutto la dimensione soprannaturale. Ne deriva che la Bibbia sia un libro come tutti gli altri, e non la Parola di Dio; la stessa Chiesa deve operare per l’umanità, e non essere strumento di grazia attraverso la quale l’amore di Dio perdona i peccati e nutre le anime; gli angeli vengono espulsi così come la grande moltitudine dei Santi che nemmeno viene considerata. Viene eliminato tutto questo e la fede viene retrocessa a una forma di cultura che non è più una realtà viva che incide sulla vita, al massimo desta interesse e approfondimento.
Il modernismo ha raso al suolo la dimensione soprannaturale della fede cristiana e ha portato l’umanità in una fase regressiva della sua Storia, ha ridotto l’uomo a un animale.
Basta guardarci intorno per vedere quante persone pregano, credono, praticano la fede. Tutto quello che è il popolo vivente del Cielo è stato cancellato, per cui chi crede viene preso in giro, viene compatito.
Attraverso la preghiera usciamo fuori dal mondo e entriamo nel piano soprannaturale, siamo a tu per tu con Dio che ci apre il Suo cuore, ci introduce nel Suo mistero d’amore che è la Santissima Trinità. Nella preghiera entriamo nel cuore di Dio, parliamo con Dio, ascoltiamo Dio, ci nutriamo di Dio, ci scambiamo l’amore reciproco con Dio.
Attraverso la preghiera, inoltre, andiamo a visitare tutta la popolazione del Cielo. Preghiamo gli angeli e i santi che ci ascoltano e ci proteggono.
I nostri cari non sono al Cimitero. I nostri cari sono in Paradiso o all’inferno o in purgatorio. Se noi pensassimo avremmo certamente molta più sollecitudine nell’accompagnare i nostri cari nell’ultimo tratto della loro vita con i Sacramenti, con le preghiere.
Anche le persone care che sono morte nella speranza della fede – e che quindi sono in Paradiso o in purgatorio – ascoltano le nostre preghiere e possono pregare per noi, c’è questo scambio di amore reciproco. Possiamo parlare con i Santi, chiedere le grazie. Soprattutto possiamo parlare con Maria, la Madre che Cristo ci ha dato e che ci accompagna e ci ascolta sempre. La Madonna è una persona vera, reale e nella preghiera possiamo sentire la Sua presenza.
L’esperienza del soprannaturale cambia. Sentire l’amore di Dio quando la preghiera si eleva verso il Cielo è un’esperienza straordinaria che tutti i credenti sono chiamati a fare.
Con la preghiera entriamo nel soprannaturale e tutte le durezza si sciolgono, le amarezze si addolciscono, le ferite si rimarginano, diventiamo più aperti agli altri.
Quanto più entriamo in comunione con il mondo soprannaturale, più siamo sereni, gioiosi, forti, rinnovati. Per guarire dal male di vivere basta l’amore di Dio, ci basta sentirci parte del popolo del Cielo.
Il modernismo ci ha privato di tutto questo e ci ha lasciato soli in questo mondo che è un’assurdità se non c’è la luce di Dio che lo illumina e lo riscalda.
Dobbiamo tornare a Dio e ai Suoi Comandamenti. Torniamo alla preghiera. Rifugiamoci sotto il manto di Maria che ci protegge e ci indica la vera strada della salvezza. Viviamo, ogni giorno, come cittadini del Cielo.
Da “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”