Autore: Padre Livio Fanzaga Pagina 1 di 226
In diretta da Amsterdam
Il Papa ai seminaristi francesi: evangelizzate da preti “con l’odore delle pecore”

In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Parolin, in occasione di un incontro nazionale a Parigi, Francesco sottolinea che lo stile pastorale di “vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, pazienza” è diventato una necessità “per evitare di non essere credibili né ascoltati”, in una società dove la figura del sacerdote ha perso per molti ogni “autorità naturale” ed è “addirittura infangata”. Ribadito il valore del celibato, “perché Gesù era celibe”
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano – 1 Dicembre 2023
L’unico modo per portare avanti la nuova evangelizzazione, oggi che anche in Francia la figura sacerdotale ha perso per molti “ogni autorità naturale” ed è “addirittura infangata” è l’adozione “di uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, pazienza, dolcezza, dono radicale di sé agli altri, semplicità e povertà”. Insomma, con “l’odore delle pecore”. Innumerevoli santi sacerdoti “hanno adottato questo stile in passato, ma oggi è diventato una necessità per evitare di non essere credibili né ascoltati”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, indirizzato ai partecipanti all’incontro di oltre 700 seminaristi e formatori di seminari francesi, riuniti, dopo dieci anni, a Parigi dall’1 al 3 dicembre.
Amate Gesù e vincerete ogni crisi
Per vivere questa esigente, “perfezione sacerdotale, e affrontare le sfide e le tentazioni che incontrerete sulla vostra strada”, c’è – sottolinea il Papa – “una sola soluzione: alimentare una relazione personale, forte, viva e autentica con Gesù”. Amate Gesù più di ogni altra cosa, è il suo consiglio ai seminaristi, “che il suo amore vi basti, e uscirete vittoriosi da tutte le crisi, da tutte le difficoltà”. Nel suo messaggio, il Papa “rende grazie per la chiamata singolare” che il Signore ha rivolto ai giovani seminaristi francesi, e anche “per la risposta coraggiosa che desiderate dare a questa chiamata”. È motivo di ringraziamento, di speranza e di gioia, prosegue, “constatare che molti giovani – e meno giovani – osano ancora, con la generosità e l’audacia della fede, e nonostante i tempi difficili che le nostre Chiese e le nostre società occidentali secolarizzate stanno attraversando, impegnarsi nella sequela del Signore per il suo servizio e per quello dei propri fratelli e sorelle”.
Grazie a voi, insiste il Pontefice, “perché donate gioia e speranza alla Chiesa in Francia che vi attende e ha bisogno di voi”. Perché siate ciò che il sacerdote deve essere, partecipe “della autorità con la quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio corpo”, configurato a Cristo e che quando celebra Messa, rendendone presente il sacrificio, “si offre in unione con Lui sull’altare e vi depone l’offerta di tutto il Popolo di Dio e di ogni fedele”. Al centro della vostra identità, configurata a Gesù, scrive ancora Francesco, “si trova il celibato. Il sacerdote è celibe – e vuole esserlo –semplicemente perché Gesù lo era. L’esigenza del celibato non è anzitutto teologica, ma mistica”.
Le modalità del ministero devono tenere conto della società
Il messaggio a firma di Parolin ricorda che oggi “la figura sacerdotale viene molto spesso distorta in alcuni ambienti, relativizzata, talvolta considerata subalterna”. Ma “non spaventatevi troppo” aggiunge, perché nessuno cambierà mai la natura del sacerdozio, “anche se le modalità del suo esercizio devono necessariamente tener conto delle evoluzioni della società attuale e della situazione di grave crisi vocazionale che stiamo vivendo”. Quindi il Papa sottolinea che per queste evoluzioni, anche in Francia, la Chiesa e la figura del sacerdote, non vengono più riconosciute.
Il prete “ha perso agli occhi della maggior parte della gente ogni prestigio” ed è addirittura infangato. Quindi “per trovare ascolto presso le persone che incontriamo” e procedere con “la nuova evangelizzazione richiesta da Papa Francesco, affinché ognuno abbia un incontro personale con Cristo”, l’unico modo è l’adozione di uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, semplicità e povertà. Un sacerdote, perciò, che conosca “l’odore delle pecore”, e che cammini con esse, al loro ritmo. È così che il sacerdote “toccherà il cuore dei suoi fedeli, conquisterà la loro fiducia e farà loro incontrare Cristo”.
Santa Teresa del Bambino Gesù, una maestra di vita spirituale
Per questo amare “Gesù più di ogni altra cosa”, è il consiglio del Vescovo di Roma ai seminaristi, vi farà uscire “vittoriosi da tutte le crisi”. Perché se Gesù mi basta, “non ho bisogno di grandi consolazioni nel ministero, né di grandi successi pastorali, né di sentirmi al centro di vaste reti relazionali”. E nemmeno “di affetti disordinati, né di notorietà, né di avere grandi responsabilità, né di fare carriera”, né di essere migliore degli altri. Se, al contrario, “soccombo a una di queste tentazioni o debolezze, è perché Gesù non mi basta e io vengo meno all’amore”.
Cari seminaristi, conclude Papa Francesco, “abbiate sempre come prima preoccupazione rispondere” alla chiamata alla comunione di Gesù, e “rafforzare la vostra unione con Colui che si degna di fare di voi degli amici”, che è fedele “e vi renderà felici”. E raccomanda loro, come maestra di vita spirituale, Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, in questo 150° anniversario della sua nascita. Lei che “respira” costantemente il Nome di Gesù, il suo “unico amore”, vi guiderà “sulla via della fiducia che vi sosterrà ogni giorno e vi farà restare in piedi sotto lo sguardo del Signore quando vi chiamerà a sé”. Il Papa invia la sua benedizione e affida all’intercessione e protezione di “Nostra Signora dell’Assunzione, Patrona della Francia, voi e tutti i membri delle vostre comunità di seminari”.
LA MIA VITA PER LA GOSPA

Cari amici, a intervalli regolari, vi racconto sul Blog la storia delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, così come io l’ho vissuta dai primissimi anni fino ad oggi ( Trovate la serie nella sezione “Medjugorje” del Blog)
31. La Gospa ha scelto per il suo piano non solo i 6 veggenti, ma anche la Parrocchia e i parocchiani
Le apparizioni della Madonna a Medjugorje sono un fatto inedito nella storia della Chiesa e ogni paragone con eventi precedenti rischia di oscurarne la comprensione. Non solo sono le più numerose, le più universali e le più ricche di messaggi, ma hanno come elemento specifico il fatto che sono legate a una parrocchia concreta, che la Madonna ha scelto per realizzare il suo piano di salvezza.
Questo elemento non è sufficientemente percepito, ma è chiarissimo nelle sue intenzioni. La parrocchia di Medjugorje svolge un ruolo fondamentale, che è presente fin dai primi giorni, e che ha ricevuto la sua consacrazione con una vera e propria elezione da parte del Cielo. La Madre di Dio e della Chiesa non solo ha scelto i sei veggenti, tutti membri della comunità parrocchiale, ma anche la parrocchia in quanto tale, inviando ad essa dei messaggi regolari attraverso la veggente Marija Paulovic.
Quando un pellegrino si reca a Medjugorje, sa di trovarsi nel cuore di una istituzione ecclesiastica, in perfetto comunione con la Chiesa, dove ogni attività liturgica e pastorale si svolge sotto la vigilanza del Vescovo locale. Non era mai successo che la Madonna scegliesse una parrocchia come suo strumento particolare. Ordinariamente i santuari mariani sono sorti a fianco delle parrocchie e a volte le hanno soppiantate. A Medjugorje la Gospa ha disposto fin dai primi mesi che i pellegrini confluissero nella chiesa parrocchiale, pur rimanendo il Podbrdo, dove è apparsa all’inizio, un luogo santo, che sarà illuminato dal segno promesso.
L’elezione della parrocchia è avvenuta in un modo solenne, anche se la comprensione di questa grazia e delle responsabilità che comporta si è chiarita nel tempo. Giovedì 1 Marzo 1984 la Madonna, attraverso la veggente Marija Paulovic, ha dato l’annuncio mentre la gente era accorsa in Chiesa per la consueta celebrazione eucaristica serale: “Cari figli, io ho scelto in modo speciale questa parrocchia ed è mio desiderio guidarla. Con amore la proteggo e desidero che tutti siano miei. Grazie per essere venuti qui questa sera. Desidero che vi troviate sempre più numerosi con me e con mio Figlio. Ogni giovedì darò un messaggio particolare per voi” (01 – 03 – 1984).
La Gospa parla di una “elezione speciale” nei confronti della parrocchia. E’ un concetto che ribadirà in altri messaggi. Per volontà di Dio la Madre di Gesù è anche la Madre di tutta la Chiesa e dell’intera umanità. La storia di questi primi due millenni cristiani dimostra quanto la Santissima Vergine abbia preso sul serio questo immane impegno, il cui scopo è quello di portare tutte le anime a Dio. La Madonna esercita la sua maternità sulla Chiesa intera come ha fatto con la prima comunità cristiana, dopo che Gesù è asceso al Cielo. Non si sostituisce alla gerarchia ecclesiastica, alla quale Gesù ha dato i suoi poteri, ma la affianca, la protegge e la sostiene, in quanto anch’essa è affidata alle sue cure materne.
A Medjugorje la Madonna non si sostituisce al parroco e al presbiterio pastorale e tanto meno al Vescovo. Ogni sua iniziativa è una proposta che passa al vaglio dell’autorità ecclesiastica. La straordinaria trasformazione di Medjugorje, che nel corso degli anni è divenuto uno dei centri di spiritualità mariana più frequentati del mondo, è avvenuta nel pieno rispetto delle disposizioni pastorali dell’autorità ecclesiastica competente.
Questo è avvenuto nonostante che i due Vescovi, che si sono succeduti, non credano personalmente alle apparizioni. Eppure la Madonna ha fatto tutto quello che desiderava, realizzando i suoi piani, col pieno consenso della Chiesa. D’altra parte come potrebbe la Chiesa essere contraria a un rinnovamento spirituale che fa crescere germogli di vita nuova in tutto il mondo? La Madonna, scegliendo la parrocchia, non si limita a fare da consigliera. Non lavora dietro le quinte, ma si espone in prima persona. Svolge un ruolo da protagonista e, pur muovendosi nell’ambito delle sue prerogative, tiene la situazione in mano con straordinaria sapienza e autorevolezza.
D’altra parte lo vediamo nel racconto evangelico delle nozze di Cana come la Madonna si sappia imporre con fortezza e umiltà straordinarie. La Gospa dice che Lei “desidera guidare” la parrocchia e lo fa. Il merito della comunità francescana, e indirettamente anche quello del Vescovo, è di essere uno strumento docile della sua volontà.
La Madonna richiama più volte alla parrocchia la grazia dell’elezione, invitando all’umiltà e alla responsabilità. Essere scelti è una grazia immeritata. La Madonna lo ricorda sia ai veggenti come ai parrocchiani. E’ una grazia che attende i frutti e sulla quale pende il giudizio di Dio. “Cari figli, ve l’ho già detto che vi ho scelti in modo particolare, così come siete…Vi prego, non permettete che il mio Cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato” ( 24-05- 1984).
Anche i parrocchiani hanno bisogno di convertirsi e la grazia dell’elezione rende più urgente la loro decisione. “ Cari figli, convertitevi voi della parrocchia: questo è il mio secondo desiderio. Così aiuterete a convertirsi tutti coloro che verranno qui” ( 18-03 1984). E’ errato chiedersi: “ Ma che cosa ho mai fatto, perché Dio ha scelto me?” Non hai fatto nulla di speciale. Anzi, forse sei più peccatore di altri. Rispondi alla chiamata attendendo alla tua conversione.
La Gospa è esigente e non tollera le mediocrità, le stesse che Gesù ha spesso rimproverato ai suoi apostoli: “Cari figli, oggi vi prego di cessare le critiche e di pregare per l’unità della parrocchia, poiché io e mio Figlio abbiamo un progetto speciale su questa parrocchia” ( 12 – 04 – 1984). Nel corso degli anni la Madonna interviene ogni volta che è necessario, come una madre che sorveglia con attenzione e apprensione i cammino dei suoi figli. I parrocchiani non di rado fanno come quei ragazzi svagati che ascoltano ma poi si dimenticano.
A volte sembra che non si rendano conto della grazia speciale che hanno ricevuto e la avvertono come un peso. Non si sono comportati allo stesso modo gli israeliti nel deserto, quando rimpiangevano le cipolle che mangiavano in Egitto? La Gospa ha una pazienza infinita e sembra non stancarsi mai. Alterna avvertimenti, come quella di non dare più messaggi ( 21 -02 1985) a incoraggiamenti ed esortazioni: “ Cari figli, desidero continuare a darvi i miei messaggi, e perciò oggi vi invito a vivere e ad accogliere i miei messaggi. Cari figli, vi amo ed ho scelto in modo speciale questa parrocchia, che mi è più cara di altre, dove sono rimasta volentieri quando l’Altissimo mi mandava. Pertanto, vi invito: accoglietemi, cari figli, perché anche voi siate felici. Ascoltate i miei messaggi. Ascoltatemi” ( 21 – 03 1985).
Ci sono dei parrocchiani che comprendono nel giusto modo l’elezione e si rendono conto che si tratta di una grazia esigente, che implica una conversione continua. Per altri invece è un motivo di orgoglio, senza lo sforzo conseguente di vivere i messaggi. La Madonna li richiami agli impegni dell’elezione, che riguarda innanzi tutto quelli di Medjugorje: “Cari figli, questa parrocchia che ho scelto, è una parrocchia speciale, che si distingue dalle altre. Io do grandi grazie a tutti quelli che pregano col cuore. Cari figli, io do i messaggi prima ai parrocchiani, poi a tutti gli altri. Spetta a voi, per primi, accogliere i messaggi, e poi agli altri. Voi ne sarete responsabili davanti a me e davanti a mio Figlio Gesù” ( 06 – 02 – 1986).
I primi ad essere interpellati dalle parole della Gospa sono i parrocchiani, i quali dovranno un giorno rispondere del compito speciale di testimonianza che è stato loro affidato. La tentazione dell’orgoglio per essere la parrocchia della Madonna di tanto in tanto spunta, ma l’umile Maria è sempre pronta a sventarla con richiami che non ammettono repliche.
Dopo aver invitato i parrocchiani a pregare lo Spirito Santo perché comprendano i progetti di Dio sulla parrocchia e su ognuno di loro, li mette in guardia: “Pregate, perché Satana non vi attiri con il suo orgoglio e con la sua falsa forza” ( 25 – 11 – 1987). Perché il piano divino si realizzi attraverso la parrocchia è necessario che siano “umili e obbedienti” ( 25-04-1994). Chi è stato a Medjugorje nei primi anni è riuscito a cogliere il fervore di una comunità parrocchiale che, in un numero discreto , ha camminato con la Madonna.
Ora, con l’afflusso dei pellegrini durante grande parte dell’anno, è più difficile individuare la componente parrocchiale. Tuttavia la comunità dei frati, che si prodiga per i pellegrini, è molto attenta anche ai bisogni dei parrocchiani. Quanto sia esigente l’elezione, lo dimostra il fatto che i primi due segreti, saranno un ammonimento serio per la parrocchia di Medjugorje. La Madonna ha l’occhio su tutto e ricorda a ognuno le grazie ricevute e le sue responsabilità.

Pensiero Spirituale sulla volontà di Dio
Cari amici, dobbiamo vivere questi tempi serenamente, senza paura, con fiducia. Non dobbiamo subire passivamente ma dobbiamo entrare nel piano di Dio perché è lui che governa il mondo.
San Tommaso D’Aquino dice che la volontà di Dio si realizza sempre, è verissimo, è proprio così. Anche nel Padre Nostro diciamo: sia fatta la tua volontà come in Cielo così in Terra. Ciò che Dio vuole è il bene per le sue creature, è la loro salvezza. La volontà di Dio, che è volontà di bene, si realizza sempre sia pure nel rispetto delle libertà create.
La teologia distingue tra la volontà di Dio primaria e quella permissiva, cioè permette il male che le creature che deviano dalla retta via compiono, ma quando saremo al cospetto della visione del Padre Celeste ci sarà tutto chiaro, anche la permissione divina del male. La gloria di Dio è il Suo amore diffuso nelle creature; Dio opera nella Storia e anche quando permette il male lo fa per ottenere un bene maggiore. Umanamente però è difficile entrare in quest’ottica. Questa distinzione è fondamentale per comprendere la permissione divina dell’attività diabolica e anche dell’attività umana che è libera di scegliere il male, proprio sotto l’impulso di satana.
La fede dei decenni scorsi dava quella visione delle cose per cui alla fine ciò che Dio vuole è sempre un bene, anche se per noi può essere una prova. Dio, con la nostra buona volontà, può orientare al bene quello che permette. Ad esempio, la morte di una persona cara può portare alla conversione di chi rimane e così entra nella luce della speranza di ritrovarsi un giorno in Cielo.
Dobbiamo esercitarci in questa visione di fede e aprirci alla preghiera di Gesù nel Getsemani, entrare nella visione di fede del Padre Nostro. La santità della vita è questo sì generoso alla volontà di Dio.
Per capire la volontà di Dio è necessario uno sforzo da parte nostra, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo il dono della sapienza. Conoscendo la volontà di Dio nella sua realtà vera, che è appunto volontà di bene, possiamo dire il nostro sì generoso a Dio. Gesù nel Getsemani ha pronunciato il suo sì inginocchiato e sudando sangue, poi si è alzato e ha affrontato serenamente la volontà del Padre e cioè la Passione.
Siamo in un periodo storico costellato di prove, la vita stessa è una prova e possiamo conservare la serenità per quello che accade e nello sguardo di ciò che accadrà dicendo Signore, sia fatta la Tua volontà.
Entriamo, allora, in questa dimensione che richiede uno sforzo e un sì radicale, ma ci porta ad affrontare il presente con serenità e a guardare il futuro con luce e speranza.
Da “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”
INCONTRO DI VICKA CON S. GIOVANNI PAOLO II

Ciao padre Livio!
Hvaljen Isus i Marija!
Il 22 marzo 1995 Vicka Ivanković accompagnò in udienza in Vaticano 350 feriti e invalidi di guerra croati e bosniaci.
Qui in allegato trovi la foto bellissima, a colori e in bianco e nero.
Al termine dell’udienza Giovanni Paolo II la riconosce: «Tu non sei Vicka di Medjugorje?». La ragazza fa cenno di sì e gli offre una corona del Rosario, dicendo: «Santo Padre, lei ha senz’altro tante corone, ma questa è stata benedetta direttamente dalla Madonna». Il papa, sorridendo, ringrazia Vicka, la benedice e la congeda con queste parole: «Tu prega la Madonna per me e io pregherò per te»”.
ciao Alessio
ASPETTARE LA FINE DEI SEGRETI PER AVERE FIGLI?

: Non temete piccolo gregge
Caro Padre Livio, La ringrazio per lo stimolo che ha dato a tutti noi ascoltatori a rispondere alla coppia di giovani sposi che esprime dubbi sull’opportunità di avere figli prima del tempo dei Segreti.
E ci ha spronati a dare una risposta ulteriore a quella meravigliosa data dalla Madonna alla veggente Mirjana.
Mi sento di rispondere a questi due giovani sposi con le parole di Gesù:
“Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno” (Vangelo secondo Luca 12,29-32).
Gesù dice di cercare il regno di Dio. Il regno di Dio è la vita d’Amore che Egli stesso è.
Gli sposi danno gloria a Dio con ogni atto d’amore aperto alla vita e, nel caso di giovani sposi all’inizio della loro vita matrimoniale, possono formare una bella famiglia con almeno tre figli. Poi, con il passare degli anni, possono decidere per una paternità e maternità responsabili per mezzo dei metodi naturali, metodi promossi dalla Chiesa e magistralmente illustrati su Radio Maria dai coniugi Dedè.
Occorre tenere presente che Gesù, nel Vangelo, parla a tutti e a ciascuno. Ognuno può riconoscere, nella meditazione di un determinato brano del Vangelo, che quella Parola è rivolta proprio a lui.
Per esempio, nel Vangelo secondo Luca al capitolo 23, versetti 28-31, leggiamo le parole che Gesù, sulla via del Calvario, rivolge alle donne che lo seguono piangendo: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”
Chi è il legno secco? E’ chi non vuole amare.
Gesù, nel Vangelo, parla a tutti: a chi rischia di perdere la propria anima, perché si converta, e a chi si riconosce peccatore, perché si rifugi nel Suo Cuore misericordioso.
Rimaniamo nel Suo amore e non avremo nulla da temere.
Educhiamo i nostri figli ad amare Dio, fin da piccoli, e non avremo nulla da temere.
Riconosciamo che Dio è Dio, in totale fiducia!
Ecco, questo è quello che mi sento di dire ai giovani sposi e a tutti.
Un caro saluto, caro Padre Livio, con affetto e grande stima. Ave Maria!
Tiziana
“La Provvidenza davvero provvede a tutto”
Caro padre Livio,
Io sono nonna di una meravigliosa bambina dagli occhi azzurrissimi di 1 anno e mezzo. Ringrazio sempre Dio per avercela concessa quasi subito dopo il matrimonio di mia figlia col suo sposo. Io stessa mi sono sposata a 24 anni piantando lì l’università: volevo fare la mamma! Mio marito ne aveva 23 ma questa decisione era anche sua.
Abbiamo avuto 4 figli che sono la nostra felicità e anche il nostro più grande dolore. Gli ultimi 2 figli sono ammalati di distrofia muscolare ma hanno raggiunto una buona età: 28 e 24 anni. Il figlio maggiore ci è stato tolto in un incidente 8 anni fa a 29 anni. Nessun calcolo su stipendi, soldi e cose varie ci hanno impedito di desiderarli tutti. Solo la diagnosi sul quarto e poi sul terzo ci hanno fermato. Nel mezzo c’è stato un altro bimbo non nato che attendo di vedere, così come attendo di rivedere Andrea, oggi suo onomastico.
Trovo che sia così liberante affidarsi alla Provvidenza che davvero provvede a tutto con la nostra buona volontà. Non sono mai mancati i soldi, abbiamo visto come il Signore opera nella nostra famiglia, siamo cambiati e la nostra fede è cresciuta, siamo riusciti a mandare i figli alle scuole libere sborsando quel che avevamo pur di fare sentire loro il profumo di Cristo: ciò che avevamo incontrato noi! La vita è tutt’ora bella e ridente anche se i ragazzi sono in carrozzina e la malattia avanza. Mai pentiti della scelta di far decidere al Signore della nostra famiglia perché i fatti ci hanno dimostrato che Egli è qui in questa casa. Niente paura ragazzi!!!
Luciana dalla Brianza
Abbiamo tre bambini e aspettiamo con gioia il Regno della Divina Volontà
Bravo Padre Livio,
mi è piaciuta tantissimo la tua risposta che condivido al 100%!
E’ proprio così!
Anche noi abbiamo 3 bambini e aspettiamo con GIOIA l’avvento del Regno della Divina Volontà (il periodo di Pace promesso da Apocalisse 20, di cui parlano anche il Catechismo della Chiesa Cattolica e i profeti dell’Antico Testamento.. Ezechiele, Daniele.. e quello a cui si riferisce la Madonna..).
Infatti Gesù non dice: quando vedrete accadere queste cose, smettete di vivere e abbiate paura, ma RISOLLEVATEVI! perché tutto sta per cambiare e finalmente ogni male verrà bandito dalla faccia della terra; la terra si unirà al Cielo e la Sua Volontà sarà fatta nel modo in cui da due millenni chiediamo nel Padre Nostro.
Ti dirò di più: i miei figli pregando con lo stesso Volere di Dio, sotto il manto di Maria attraverso il Suo Stesso Cuore Immacolato, fanno pregare anche tutti i Santi, gli Angeli (in cui scorre Questa Stessa Volontà) e lo fanno anche al posto di tutta l’umanità per ora ignara (sostituendosi a lei), affinché si anticipi, si affretti questo momento e venga accorciata per tutti la purificazione e si salvino più anime possibili nel tempo dei segreti.. perché questa è la potenza data ai piccoli (piccoli, in tutti i sensi) perché questa è la potenza divina di questo tipo di Preghiera, è lo stesso Volere di Dio che prega in tutti!
E’ quello che ha fatto Maria Santissima sulla terra, l’Unica che viveva già dentro questo Regno.. e conosceva questo modo di pregare.. E’ così che ha potuto infatti affrettare la discesa del Verbo di anni.. e poi ha anticipato anche la Resurrezione.. lei la più Piccola! Ben vengano altri piccoli, allora!
Fiorella

Pensiero Spirituale sul silenzio e l’umiltà di Dio
Cari amici, il primo Natale ha indubbiamente delle accezioni diametralmente opposti a quelle del mondo. L’umiltà, il silenzio, la sobrietà che hanno accolto Gesù Bambino sono l’opposto del chiasso, del bisogno di apparire, dell’arroganza del mondo di oggi. Sono relativamente poche le persone che hanno avuto la gioia e la grazia della consapevolezza della venuta del Salvatore.
L’evento dell’Incarnazione è avvenuto a Nazareth, un paesino sconosciuto, senza la presenza di testimoni. Al momento dell’Annunciazione erano presenti solamente la Vergine Maria e l’angelo Gabriele. Il fine per il quale Dio ha creato il mondo è l’uomo, cioè l’Incarnazione di Gesù Cristo, è avvenuto nel silenzio, nel nascondimento. Solamente la cugina Elisabetta, per grazia dello Spirito Santo, ha visto in Maria “la Madre del Signore” e l’ha proclamata beata perché ha creduto.
Il viaggio di Maria e Giuseppe da Nazareth a Betlemme è stato indubbiamente tribolato e faticoso, si avvicinavano i giorni del parto e non c’era posto per loro nelle locande. La nascita di Gesù Bambino avviene in una grotta di pastori, alcuni dei quali all’annuncio degli angeli accorrono a adorare Gesù. C’è poi una chiamata delle genti all’evento di grazia della venuta del Signore attraverso i Magi che giungono a Betlemme seguendo la stella.
Il più grande evento della Storia, allora, è avvenuto nel silenzio e nel nascondimento. Questo è stato lo stile di vita di Gesù fino alla missione pubblica; per trent’anni Gesù ha vissuto nell’umiltà e nel silenzio. Dio opera nel silenzio, non ama il chiasso del mondo.
Ora che siamo di fronte a un Avvento particolare, che è una configurazione della Storia ben precisa, possiamo constatare che sta avvenendo tutto in maniera poco eclatante e che interessa un numero ristretto di persone. Dal 24 giugno 1981 la Madonna appare a Medjugorje per chiamare l’umanità per l’ultima volta alla conversione e da allora tutto questo avviene senza un gran clamore, senza chiasso. In tutto questo tempo la Madonna ha formato gli Apostoli del suo amore in un modo interiore, sobrio che nulla ha a che vedere con la vistosità del mondo di oggi.
Gli Apostoli di Maria non ostentano, amano la Madonna nel silenzio del loro cuore e nelle opere di ogni giorno in maniera sempre sobria e non appariscente. Chi segue la Gospa lo fa attraverso chiamate interiori, la preghiera, la fortificazione e tutti gli altri doni dello Spirito Santo che opera nei cuori. Dio opera nel mondo, ma attraverso i suoi metodi poco vistosi.
La Storia umana inizia dalla Creazione e termina con la venuta di Cristo nella gloria, ha quindi un principio e una fine. Sappiamo che la fine della Storia umana, il tempo di grazia, inizia con l’Incarnazione del Verbo cui segue l’ultima tappa della Storia umana che è il tempo della Chiesa.
Il tempo dell’Apocalisse è una fase specifica, particolare, che ci prepara alla seconda venuta di Cristo che verrà nella gloria del Cielo. Questa fase è già iniziata. La Madonna ha detto che è venuta per l’ultima volta a chiamare il mondo alla conversione, significa che il suo compito poi sarà terminato. Rimarrà il suo ruolo di intercessione come Madre della Chiesa, ma non verrà più a chiamare l’umanità alla conversione.
Da questa affermazione della Madonna possiamo allora evincere che gli ultimi tempi sono già incominciati, che siamo già nella prospettiva della preparazione della seconda venuta nella Storia che certamente non sarà imminente e che, nella prospettiva dell’Apocalisse, ha tre tappe. Non sappiamo quanto durerà ma alla fine ci sarà un tempo di pace per l’umanità, sarà un dono di Dio che precederà l’ultimo attacco di satana a Cristo, il quale verrà nella gloria a giudicare il mondo.
A mio parere, nello stile di Dio che è il silenzio e l’umiltà, è iniziata l’ultima fase della Storia umana. Dio opera senza clamore, senza chiasso; il suo stile non è appariscente né vistoso.
Come la nascita del Bambino, pur essendo stata profetizzata e lungamente attesa dal popolo di Israele, è avvenuta in una mangiatoia alla presenza di poche persone che lo hanno adorato nell’umiltà del loro cuore e nel silenzio delle loro preghiere, allo stesso modo l’Apocalisse è incominciata nel silenzio e nell’umiltà. Il tempo di preparazione al tempo di pace rispecchia lo stile umile e silenzioso che ha contraddistinto il tempo di preparazione alla nascita di Gesù Bambino.
Da “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”