Nella loro resistenza, gli ucraini danno una lezione alla codardia, al cinismo e al nichilismo.

E’ un capovolgimento culturale i cui effetti trasformativi si faranno sentire per decenni, in un’ideologia contraria ma importante come il ’68. E’ una rottura e un inizio. Stiamo assistendo a un fenomeno affascinante, storicamente raro: abbiamo davanti ai nostri occhi, dal vivo, la nascita di una nazione, l’Ucraina. Vediamo la storia in televisione nel suo lavoro di nascita di una nazione. La simpatia degli europei ĆØ legittimamente attratta dall’Ucraina e dalla sua resistenza all’invasione, mentre questa resistenza esprime tutto ciò che gli europei hanno rifiutato negli ultimi decenni, quella cultura alla moda ridicolizzata e che l’istruzione scolastica ha cercato di distruggere: il sentimento della nazione, l’amore per la patria, della terra, il senso del sacrificio militare, la difesa dei confini, la sovranitĆ  e la libertĆ ā€. Redeker conclude su un’eco francese. ā€œIl popolo ucraino armato ĆØ molto simile al popolo francese al tempo della Rivoluzione, intorno al 1791-1794, quando inventò la nazione e trionfò a Valmy. Una grande vittoria militare ucraina sarebbe un’altra Valmy. Tutti conoscono l’influenza di questa battaglia sulla storia d’Europa. Sarebbe lo stesso se gli ucraini riuscissero a ottenere una vittoria simile sulla Russia. Anche il popolo francese armato stava combattendo gli imperi, come il popolo ucraino sta combattendo l’imperialismo russo con il suo nazionalismo e patriottismoā€. Il mulino di Valmy, a metĆ  strada fra Reims e Metz, ĆØ familiare a qualunque studente delle elementari, in Francia. Il 20 settembre 1792 il neonato e scombinato esercito rivoluzionario respinse le armate prussiane che volevano conquistare Parigi. Ne fu simbolo il grido di carica del generale Kellermann: ā€œViva la nazione!ā€

(Robert Redeker –Il Foglio – 3 Maggio 2022))