
Pensiero Spirituale sull’invito fatto dalla Madonna alla preghiera personale (messaggio del 25/1/2022)
Cari amici, siamo una generazione particolare in cui dilaga spaventosamente l’ignoranza religiosa. Bisogna proprio spiegare alla gente, che è desiderosa di imparare quello che non ha imparato a catechismo. C’è necessità di insegnare le basi del cristianesimo e della fede con molta pazienza. Vorrei pertanto rispondere alla richiesta di spiegare cos’è la preghiera personale menzionata dalla Madonna nel suo ultimo messaggio.
Possiamo distinguere la preghiera in personale e comunitaria. La preghiera personale è solitaria, è un “a tu per tu” con Dio; la preghiera comunitaria è corale e solitamente viene fatta in chiesa. La preghiera liturgica è comunitaria, così come lo è quella nei gruppi, in famiglia e – come diceva Gesù: Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro (Mt 18, 20). Entrambe queste forme di preghiera sono importanti, necessarie e vanno alimentate. La Santa Messa è la forma più importante di preghiera perché è la partecipazione al sacrificio di Cristo, alla sua morte e resurrezione e la Chiesa ci invita a partecipare alla domenica. Sarebbe veramente grave non partecipare, potendo farlo ovviamente.
La Regina della pace ha esortato alla preghiera comunitaria in famiglia e più di una volta si è compiaciuta per l’attività dei gruppi di preghiera e la loro forza di intercessione.
«I gruppi di preghiera sono forti: attraverso di loro posso vedere,
figlioli, che lo Spirito Santo opera nel mondo». (Dal messaggio del 25/6/2004)
C’è anche una forma di preghiera comunitaria in cui si riuniscono due o tre persone che recitano insieme il Rosario, magari facendo una passeggiata o a casa e con un’intenzione particolare. La preghiera comunitaria esprima la nostra appartenenza alla Chiesa, come le membra di un corpo che sono tra loro interdipendenti come dice San Paolo.
La preghiera personale oggi è particolarmente sentita. Devo anche dire che è anche strumentalizzata da coloro che dicono apertamente di non andare in chiesa e compenserebbero questa mancanza (grave) pregando per conto proprio. È sbagliato! Per conto proprio non si possono ricevere i Sacramenti! Questa espressione non è certamente nobile.
Sotto il profilo della crescita spirituale, la preghiera personale è altrettanto importante della preghiera comunitaria. Noi siamo sia persone che hanno un rapporto “a tu per tu” con Dio unico e speciale, che riflette la nostra unicità e irripetibilità davanti a Dio. Dio ci ama uno per uno, ci conosce per nome, nell’intimo del cuore di ciascuno di noi, il Padre Celeste si è riservato una parte tutta per sé. Da questo punto di vista la preghiera personale non è certamente inferiore a quella comunitaria, ha una sua specificità che ci mette “a tu per tu” con Dio con i nostri bisogni, le nostre esigenze.
La preghiera personale, inoltre, ha il vantaggio di poter essere fatta in qualsiasi momento: di giorno in auto, in casa, passeggiando o di notte nel proprio letto quando non si riesce a prendere sonno. Dio ci sorprende chiamandoci mentre stiamo svolgendo qualsiasi attività della giornata.
Proprio perché Dio illumina e chiama personalmente bisogna dare spazio alla preghiera personale che da una parte è la risposta a questa chiamata (Dio stesso bussa alla porta del cuore di ciascuno di noi), molte volte Dio cerca anche chi è lontano, chi è nel peccato, nelle tenebre facendo sentire il disagio di questa condizione; dall’altra è una ricerca nostra di Dio e da questo punto di vista siamo proprio inclini alla preghiera di domanda. Nella nostra giornata abbiamo bisogno di Dio.
Molti chiedono ad altri di pregare per delle intenzioni particolari, quasi sempre si tratta di richieste. Ma non c’è bisogno di delegare le preghiere personali. Quando abbiamo bisogno, abbiamo tutti il diritto di parlare con Dio direttamente. Nel momento del bisogno siamo come i figli che si rivolgono al Padre e chiediamo noi personalmente le grazie di cui abbiamo bisogno. Detto questo, rimane importante chiedere ad altri di pregare per una determinata intenzione perché in questo modo la preghiera acquisisce più forza di intercessione. Tuttavia dobbiamo essere noi per primi a pregare.
Quello che voglio dirvi, però, è: non abbiate paura di chiedere qualcosa a Dio, non abbiate paura di disturbare Dio, non abbiate paura di tirargli la veste e richiamare la sua attenzione!
Da: “La lettura cristiana della cronaca e della storia”