LA POLITOLOGA FRANCESE ALEXANDRA GOUJON
ÂŤLa maturitĂ democratica dellâUcraina è giĂ una prima vittoriaÂť

DANIELE ZAPPALĂ – Avvenire
Parigi – 31 Luglio 2022
ÂŤSi è molto parlato del ruolo guida di Zelensky, ma si tratta pure di un presidente accompagnato in questo ruolo da una societĂ decisa a resistereÂť. A sottolinearlo è la politologa francese Alexandra Goujon, docente allâUniversitĂ della Borgogna e autrice dâimportanti saggi sulla societĂ ucraina, come il recente âLâUkraine, de lâindĂŠpendance Ă la guerreâ (Le Cavalier Bleu). La studiosa sâè recata in Ucraina anche nei mesi scorsi, come fa da decenni.
LâUcraina di oggi è unita?
La costruzione nazionale si è aperta nel 1991 e ha conosciuto nel 2014 una tappa drammatica allâinsegna dâun compattamento anche attorno ai valori europei. Oggi, câè unâaccelerazione del consolidamento nazionale, come mostrano a mio avviso gli stessi territori occupati, in regioni piuttosto russofone. In proposito, si fa spesso confusione, as- similando la russofonia a una sorta dâadesione ai progetti di Mosca. In Ucraina, molti parlano russo, ma nel Donbass, tanti russofoni non associano la propria lingua materna ai progetti di Vladimir Putin, combattendoli anzi sul campo.
Le istituzioni democratiche reggeranno lâurto alla lunga?
Oggi, câè innanzitutto un presidente che rifiuta di partire, nonostante gli eventuali commando a Kiev per eliminarlo. La presidenza resta forte e si è anzi consolidata, dato che Volodymyr Zelensky era, prima della guerra, un presidente al contempo molto popolare e molto criticato. Mi pare significativa la condotta di Zelensky, pronto a chiarire piĂš volte di non voler prendere decisioni in modo isolato. Richiami fondamentali che confortano quella che si può ormai definire la tradizione democratica del Paese. In proposito, è fondamentale il fatto che il Parlamento continui a funzionare durante la guerra.
Scorge nondimeno incognite?
Per il momento, lo sforzo bellico consolida patriotticamente lâUcraina. Ma le cose potrebbero complicarsi nelle fasi successive, in particolare di fronte alla prospettiva di negoziati con Mosca, anche se per il momento non sembrano nelle intenzioni russe. Ciò potrebbe suscitare divisioni fra gli ucraini, attorno al dilemma se negoziare o no. Oggi, i sondaggi in Ucraina mostrano che lâobiettivo resta di continuare a combattere per difendere il Paese ed eventualmente recuperare territori.
Il ruolo di leader assunto da Zelensky la sorprendeâŚ
No. Zelensky, eletto come uomo del cambiamento, è pure un pragmatico che si è reso conto, a un certo punto, del livello esorbitante delle richieste russe. Pur trattandosi da sempre dâun patriota, Zelensky, russofono, aveva sostenuto inizialmente una linea di dialogo con Mosca, ma è poi divenuto molto meno conciliante, adattandosi ai nuovi scenari. Del resto, è pure un âpresidente specchioâ, nel senso che è trascinato da una popolazione decisa a resistere e che gli ha chiesto di divenire un trascinatore. Una galvanizzazione reciproca.
Gli ucraini paventano la rinascita dellâUrss?
Il progetto civile e politico espresso dagli ucraini non può essere definito antirusso. Ma si tratta dâun progetto contro il ritorno dâuna dominazione russa. Se gli ucraini non hanno mai aderito al progetto russo dâunione euroasiatica è perchĂŠ sanno che in un simile quadro Mosca tornerebbe egemonica. In questâottica, per molti ucraini, quella in corso resta soprattutto una guerra dâindipendenza, tanto piĂš dopo i massacri via via rivelati. CosĂŹ va interpretato pure il desiderio dâuna de-sovietizzazione della storia ucraina e quello dellâingresso nellâUnione Europea, uno spazio politico dove nessuno Stato domina gli altri. Dietro al patriottismo ucraino, câè questo sentimento ormai radicato dâindipendenza maturato lungo un arco di tempo molto lungo.
ÂŤDietro al patriottismo ucraino câè un sentimento dâindipendenza consolidato in un arco di tempo molto lungoÂť
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PAPA FRANCESCO POPOLO UCRAINO AGGREDITO E MARTORIATO
“Anche durante il viaggio non ho mai smesso di pregare per il popolo ucraino, aggredito e martoriato, chiedendo a Dio di liberarlo dal flagello della guerra”.
Se si guardasse la realtĂ obiettivamente, considerando i danni che ogni giorno di guerra porta a quella popolazione ma anche al mondo intero, lâunica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi e negoziare. Che la saggezza ispiri passi concreti di pace. (Angelus 31 Luglio 2022).