Pensiero Spirituale  sul valore dell’uomo

Cari amici,

l’uomo è un mistero di profondità e di trascendenza. Per questo non possiamo accettare supinamente la versione del pensiero dominante secondo la quale l’uomo sarebbe un prodotto della terra che fa parte della catena animale e ne conseguirebbe che tutto ciò che l’uomo è lo si spiega con il fatto che avrebbe solamente un cervello più sviluppato. In questo modo l’uomo sarebbe ridotto ad una cosa. Questa versione dell’uomo che oscura la sua dignità e che lo identifica con il suo corpo è il pensiero dominante che ci ha permeato e che ha formato la nuova visione della vita al posto di quella cristiana.

In quest’ottica l’uomo sarebbe orientato a fare di se stesso uno strumento, non più una finalità, una persona alla quale tutto deve essere orientato. È un qualcosa che serve al fin fine per arricchire.

Satana regna perché regna il profitto, il denaro. Tutto oggi deve essere orientato a questo, anche gli uomini. Nella misura in cui non servono più, vengono scartati, come dice sempre papa Francesco.

Attraverso le leggi il mondo fa di tutto per scartare l’essere umano giudicato imperfetto o inutile, fin da quando è nel grembo materno, o improduttivo e quindi da eliminare quando è anziano.

Secondo questo pensiero satanico l’uomo dev’essere asservito alla produzione del denaro. Altrimenti non serve a niente.  

Questo è il motivo per cui satana regna.

L’uomo, invece, è un mistero insondabile. È un mistero immenso, profondo, meraviglioso!

La vita umana è straordinaria, non è certamente banale come quella di un animale.

Dentro di noi portiamo una ferita esistenziale, fin dal momento della nascita e nessuno ne è esente. Questa ferita è un’infelicità (chiamata anche “male di vivere”) insita in noi per cui cerchiamo di curarla cercando quelle felicità che dovrebbero sanarla, lenirla. Di conseguenza ci buttiamo sulle cose di questo mondo, nell’illusione di trovare la felicità. In realtà non è possibile questo perché, nell’ottica cristiana, la natura umana è stata creata a immagine di Dio e ricolmata del suo amore.

La prima coppia umana era felice, era colma di Dio, aveva i doni dell’immortalità, della sapienza, dell’integrità, dell’assenza di dolore. Originariamente Dio ci ha donato questa situazione paradisiaca, noi abbiamo scelto di perderla. Il riferimento, il ricordo di quella felicità è rimasto dentro di  noi e passiamo la vita a ricercarla.

Questa ferita aperta può essere guarita unicamente attingendo all’amore di Dio, che è un amore fedele, totale, che trasforma, che ricolma, che rende felici veramente.

Le persone veramente felici esistono e sono quelle che hanno il cuore aperto a Dio e al suo amore e pur camminando nella vita con tutte le asperità che la caratterizzano, la affrontano con una luce nello sguardo che le differenzia dalle altre.

Già in questa vita, che è un pellegrinaggio pieno di difficoltà, possiamo sperimentare la felicità.

Le persone semplici sono felici perché sentono l’amore di Dio, sentono la sua protezione, la sua paternità, la sua presenza, il suo aiuto, la sua compagnia. È un’esperienza largamente diffusa, difatti sarebbe poca cosa il cristianesimo se non avesse rallegrato milioni di cuori. Ogni giorno milioni di persone aprono il cuore a Dio, parlano con lui, sentono la sua presenza, gioiscono del suo amore. Sono queste le persone che tengono accesa la luce nel mondo e impediscono alle tenebre, alla cattiveria e all’odio di impossessarsi di tutta la terra!

Un aspetto di questa ferita esistenziale è quindi la nostalgia delle felicità perduta, l’aspirazione a ritrovarla, da cui scaturisce la ricerca di Dio e prodotti umani bellissimi che si declinano nella arti, nelle forme belle di pensiero, nelle manifestazioni alte delle capacità umane.

Un altro aspetto di questa ferita esistenziale è il veleno del serpente che è rimasto. Il peccato originale è il morso di satana col quale ci ha iniettato il veleno, ovvero l’odio contro Dio, la superbia, la cattiveria, l’inganno.

Questo veleno, benché col Battesimo venga eliminato il peccato originale, rimane in noi. L’uomo ha dentro di sé la spinta al male che la Sacra Scrittura chiama concupiscenza.

Non è in sé un peccato, ma è una spinta al peccato.

Perché Dio ha permesso che questa pulsione al male rimasse insita nel cuore umano? Dio ha lasciato questa spinta al male perché, con il combattimento spirituale e con la grazia, possiamo guarirla.

Se l’uomo non domina questa tendenza al male, essa esplode, sfocia nell’odio, nelle guerre.

Dal cuore dell’uomo il male poi si dilaga nella società inquinandola, rendendola invivibile, cattiva, superba, infernale.

Nelle Sacre Scritture non mancano le descrizioni delle proliferazioni del male che è latente in noi e può svilupparsi in modo iperbolico se non lo combattiamo, come succede nei giardini quando le erbe infestanti inizialmente sono rade, ma se non vengono estirpate continuamente sovrastano il giardino.

I vizi capitali altro non sono che l’elenco delle proliferazioni del male: lussuria, gola, avarizia, accidia, ira, invidia, superbia. Sono sette radici da cui nascono a loro volta altri vizi. È una situazione evidente, vera, tangibile. Il male latita nel nostro cuore e se non lo combattiamo ne diventa il padrone. Se tanti cuori non combattono il male, il mondo inizia a barcollare.

«Nel mondo c’è la guerra perché nei cuori c’è l’odio» ha detto la Madonna. Satana sta scardinando i cuori con l’odio, la superbia, la prepotenza, l’arroganza, l’avarizia.

Questo è l’uomo nelle sue profondità, questa è la natura umana nella su integrità: l’anima spirituale immortale con i suoi doni, la sua divina figliolanza, la sua tendenza alla verità, alla santità, all’immortalità, alla bellezza, all’amore.

Nella natura umana coesistono due ferite esistenziali: l’aspirazione a ciò che abbiamo perduto (la felicità che non ha fine) e la spinta al mael, alla cattiveria, all’odio, alla distruzione. Queste due tendenze possono essere sanate con la medicina della fede, della preghiera e dell’amore di Dio.

È così che la vita così come la concepiamo noi cristiani è un combattimento spirituale. Ogni giorno, con l’aiuto della preghiera e della grazia di Dio, dobbiamo cercare di far sì che l’amore di Dio si impadronisca del nostro cuore e che a sua volta produca le virtù, anziché i vizi: l’umiltà, la santità, la bontà, la generosità, la pazienza. Tutte quelle virtù che rendono la vita personale bella e degna di essere vissuta, di riflesso anche la vita familiare diventa migliore e di conseguenza i rapporti sociali sono più sereni e piacevoli.

Abbiamo perso la fede. Siamo diventati pagani. Nelle nostre vite manca il sole, la luce, il calore. Senza la fede, la vita sulla terra è come una lunga e gelida notte invernale. La società è degradata. Non c’è sincerità, non c’è bontà, non c’è compassione, comprensione. Al posto delle mani tese ci sono inganni, superbia, prepotenza.

È questo il mondo senza Dio al quale il mondo la Madonna oppone gli Apostoli del suo amore affinché facciano da diga al dilagare del male con la propria conversione personale.

L’uomo non è un animale! È un’espressione stupida e indegna. La grandezza e la profondità dell’uomo sono incommensurabili.

Ridurre l’uomo a questo stato è un inganno satanico.

Noi cristiani abbiamo il dovere di smascherare la menzogna e confutare il catechismo del demonio (secondo il quale Dio non c’è, non esiste l’Aldilà, l’uomo non ha l’anima ma è come un animale) che è diventato il pensiero unico della società moderna.

È in atto una vera e propria colonizzazione ideologica sistematica finalizzata a inculcare nelle menti (anche più giovani, a scuola) queste idee mendaci!

Dobbiamo fermare questa deriva che porta il mondo nell’abisso.

Il mondo verrà distrutto con la peggiore delle armi, ovvero la bimba atomica dell’odio.

Rispondiamo con la fede, apriamo i nostri cuori a Dio. Accogliamo gli accorati appelli della Madonna e arruoliamoci nell’esercito degli Apostoli di Maria!

Da: “La lettura cristiana della cronaca e della storia”