Pensiero Spirituale sul dono della fortezza

Cari amici,
l’imminente festa di Pentecoste deve essere vissuta con cuore aperto, imitando gli Apostoli che insieme a Maria stavano nel Cenacolo in preghiera nell’attesa del dono dello Spirito Santo.
Le feste Liturgiche sono una riattualizzazione degli eventi della Redenzione, non sono solamente dei ricordi. Anche per noi, e per tutta la Chiesa, è un evento di grazia da vivere.
Anche la Madonna ci ha preparato alla Pentecoste con gli ultimi due messaggi in cui ha fatto proprio riferimento alla venuta dello Spirito Santo.
I doni dello Spirito Santo sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza,scienza, pietà, timore di Dio.
La fortezza è un dono di cui abbiamo bisogno, soprattutto nel nostro tempo. Non mi riferisco solamente alla fortezza di carattere psicofisico o morale, intendo quella soprannaturale. Questo dono si innesta nella nostra volontà, che è il soggetto della fortezza, e che quindi viene sorretta, guidata e rafforzata dallo Spirito Santo.
La fortezza porta a dei comportamenti non comprensibili dal punto di vista umano, un esempio sono i martiri. Ci sono anche persone umanamente fragili, come i bambini, che hanno testimoniato la loro fede anche con il sacrificio della propria vita. La fortezza come dono ha anche come prospettiva la gloria del martirio. La Storia della Chiesa, dalprotomartire Santo Stefano fino ai giorni nostri, è la testimonianza di questo dono.
Come tutti i doni soprannaturali, anche la fortezza deve essere chiesta nella preghiera, deve essere vissuta nella fede e alimentata con la pratica. Beata quell’anima che riesce a far fiorire in sé tutti i doni dello Spirito Santo, che vanno al di là dei sette canonici, sono innumerevoli. I doni dello Spirito Santo fanno della nostra vita un capolavoro, basti pensare alle vite dei santi, dei confessori della fede, dei martiri, delle vergini, dei mistici.
Se la Chiesa resiste e rimane – come diceva il grande papa Giovanni XXIII – la fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, è sicuramente grazie alla presenza dello Spirito Santo che è l’anima della Chiesa, presente spiritualmente come lo è Cristo concretamente attraverso l’Eucarestia.
Senza quest’anima la Chiesa si ridurrebbe a un’organizzazione umana, sarebbe come un albero senza linfa e non produrrebbe né fiori, né foglie, né frutti.
Il dono della fortezza è fondamentale nel combattimento spirituale. La vita sulla Terra è una battaglia, sia a livello planetario (il bene contro il male), sia a livello personale ed è quella che riguarda tutti, ogni giorno, contro la carne e contro il demonio. La carne è la nostra natura umana, che senza la grazia di Dio, senza il soffio dello Spirito, è morta, manca della vita soprannaturale.
Per conquistare il Regno dei Cieli dobbiamo ogni giorno affrontare il combattimento spirituale, che necessita dei doni dello Spirito Santo e in particolare della virtù della fortezza.
I nemici sono tre: la carne, il mondo e il diavolo.
Il dono della fortezza serve per lottare contro la carne, ovvero quella concupiscenza che è dentro di noi e ci spinge al male. Questa spinta al male ha radici talmente profonde che richiede un forte combattimento spirituale. La fortezza, allora, è necessaria per il combattimento spirituale dentro di noi e per resistere alle seduzioni del mondo.
Ci vuole una fortezza speciale per andare controcorrente rispetto alle proposte seduttive del mondo, per resistere alle tentazioni del demonio.
La fortezza è necessaria per resistere alle persecuzioni che sono all’ordine del giorno e questo avviene non solamente dove il Cristianesimo è una minoranza, ma ovunque! C’è una persecuzione capillare, diversa, ma c’è. I cristiani sono irrisi, emarginati, subiscono violenze, odio e intolleranza.
In questa Pentecoste, allora, chiediamo allo Spirito Santo questo dono, oggi più necessario che mai.
Infine, la fortezza è necessaria nella testimonianza della fede. La Madonna ci chiama a professare la nostra fede in Gesù Cristo unico Salvatore del mondo, ci esorta a farlo senza paura e senza vergogna, ma con semplicità, umiltà, tenacia.
Da: “La Lettura cristiana della cronaca e della storia”