20. Medjugorje eterna primavera

            L’entusiasmo, col  quale, anni fa, ho iniziato la mia testimonianza,  pubblicando il mio  libro “Perché credo a Medjugorje, non si è affatto affievolito col passare del tempo. Al contrario è divenuto più consapevole e più motivato, come il seme di senape che, piantato nel giardino,  si sviluppa  fino a diventare un albero vigoroso e ospitale. Le cose di Dio incominciano sempre nella piccolezza e crescono nel silenzio e nella fedeltà, in modo tale che, quando si manifestano al mondo, sono preparate ad resistere alle insidie e alle difficoltà del serpente antico. Uno dei motivi di credibilità di Medjugorje è la vitalità inesauribile dell’evento, che è iniziato in quel 24 Giugno del 1981, festa della nascita di S. Giovanni Battista. Da allora si è aperta una sorgente d’acqua viva che è alimenta un fiume di grazia e di pace che scorre nel mondo intero. In questi anni delle apparizioni Medjugorje ha vissuto una storia esaltante e travagliata, dove i momenti pace si sono alternati a quelli delle persecuzioni e delle incomprensioni. Le schiere dei pellegrini si sono succedute con una continuità impressionante, coinvolgendo persone da ogni parte del mondo. Non vì è santuario mariano che abbia una presenza così universale, nonostante che i pellegrinaggi siano organizzati solo privatamente. Sono innumerevoli i pellegrini che non si stancano di ritornare, come se non potessero fare a meno di venire a dissetarsi e a ritemprare le forze nell’arduo cammino della vita.

            Da quando, nel marzo del 1985, mi sono recato a Medjugorje per la prima volta, anch’io, come tanti  altri pellegrini, ho sentito il bisogno di ritornare, anche più volte all’anno, trascorrendo in quell’oasi di preghiera e di pace i miei giorni di riposo. I primi tempi ero attratto dalla novità dell’evento e dalla presenza dei veggenti, con alcuni dei quali ho stretto una fraterna amicizia. I neofiti di Medjugorje fanno tutti un’esperienza particolare. Il primo incontro col soprannaturale sconvolge la loro vita, dando loro un nuovo modo di pensare e di vedere. L’incontro con la Madonna apre le porte del cuore e fa cadere le squame dagli occhi. Scoprono un mondo nuovo, dove la mano di Dio guida gli avvenimenti e intreccia le vicende della vita quotidiana. Ora comprendono che il cielo esiste veramente e che si apre sulla terra, chinandosi su ognuno di noi. Il ghiaccio dell’incredulità e dell’indifferenza si scioglie e il cuore si dilata al soffio soave dell’amore. Nessuno va a Medjugorje per caso, anche se le motivazioni per intraprendere il viaggio sono le più svariate. In realtà è la Madonna che chiama personalmente e si prende cura di ogni pellegrino al suo arrivo. Le moltitudini che salgono la collina sentono che la Madre è  viva e che si fa presente chiedendo di entrare nella nostra vita. La dolcezza dell’incontro con Maria è un’esperienza indimenticabile e accompagna anche nel ritorno a casa. E’ inevitabile desiderare di ritornarvi ancora, per ritrovare quell’incanto che la fatica della vita quotidiana dissolve rapidamente.

            Non si ritorna a Medjugorje per abitudine, ma perché spinti da un desiderio insopprimibile. Anche quelli che hanno accumulato i viaggi a decine o a centinaia, si commuovono ogni  volta all’arrivo, quando dal groviglio dei tetti spunta la Chiesa dai due campanili. Personalmente ho superato da tempo la fase dei primi entusiasmi, della ricerca dei segni, dell’incontro con i veggenti e persino della presenza ai momenti dell’apparizione, per quanto siano una grazia inestimabile.  Anche quando i veggenti sono assenti e non ci sono apparizioni, Medjugorje conserva il suo incanto soprannaturale di oasi di preghiera e di pace, dove la Madonna concede grazie particolari. Nulla in questo lungo tempo ha potuto offuscare o allontanare la presenza di Maria. Né le persecuzioni dei primi tempi, né gli anni drammatici della guerra, che hanno rarefatto i pellegrinaggi, né le seduzioni del benessere, né l’atteggiamento prudentei dell’autorità ecclesiastica. La Madonna, ringraziando fin dal principio, per aver risposto alla sua chiamata, ha voluto assicurare i pellegrini della sua costante presenza e del dono delle sue grazie. Il nemico, per quanto si dia da fare, non è riuscito  a far prevalere la zizzania là dove la Madonna ha seminato il buon grano. Solo la nostra infedeltà può rendere sterile questa terra di elezione.

            La lunga presenza della Regina della pace ha visto susseguirsi moltitudini di pellegrini, a ondate incessanti. A volte mi chiedo quanti di loro abbiano già raggiunto la Madre in cielo, dopo che hanno così tanto desiderato vederla qui sulla terra. Ivan testimonia che, quattro ore dopo la morte di S. Giovanni Paolo II, durante l’apparizione ha visto il grande Papa che contemplava la Madonna raggiante di gioia. Forse anche noi un giorno potremo godere di questa visione, dopo che per tanto tempo abbiamo colto sul volto dei veggenti in estasi un tenue raggio della bellezza di Maria. Per i molti che ci hanno preceduto in cielo, un numero non meno grande è andato a ingrossare le ondate provenienti da ogni parte del mondo.. I giovani che arrivano a Medjugorje sono nati quando le apparizioni erano già incominciate. La Madonna in questo lungo tempo è stata testimone di un cambio generazionale. Medjugorje è un albero sempre verde, che cresce e si rinnova. Nel frattempo a capo della Chiesa si sono succeduti tre Papi, ognuno dei quali scelto da lei e suo figlio prediletto e devotissimo. Il tempo, che corre sempre più veloce, ha visto il mondo trasformarsi radicalmente. La storia ha assunto tratti imprevedibili e inquietanti.  Medjugorje stessa non è più il villaggio delle origini. Tutto sta cambiando e il mondo incomincia a dubitare delle sue certezze. Ci sarà ancora un futuro per  il nostro pianeta, dove soffia il vento pernicioso dell’odio e della violenza e che potrebbe distruggerlo da un momento all’altro? Sono interrogativi angosciosi che è inutile soffocare e che ritornano inevitabilmente a bussare alla porta  del cuore.

            Più il tempo passa e più Medjugorje è attuale. Più si addensano le tenebre e più rifulge la sua luce. Più l’umanità è in balia dell’imprevedibile e più ha bisogno di una roccia a cui aggrapparsi. Più l’impero delle tenebre ostenta la sua forza e più si fa necessaria la presenza del Cielo. Chi ha seguito l’evento fin dai primi anni ha visto l’attuarsi di un piano mirabile per la salvezza della nostra generazione. Non una sola parola della Santa Vergine ha perduto il suo valore e la sua attualità. I suoi messaggi sono vivi e donano la vita. La sua presenza si fa sempre più intensa e più necessaria. La Regina della pace, con il fulgore della sua perenne giovinezza, ha portato su quella terra benedetta un oasi di paradiso. Il tempo, che divora uomini e cose, nulla può contro quella luce immortale, che brilla e illumina senza consumarsi. Gli uomini, assetati di assoluto, bisognosi di riaccendere la fiaccola della fede, fiaccati dalla zavorra dell’effimero, accorrono sempre più numerosi a quella fonte di grazia e di speranza che la Madre misericordiosa  alimenta per le anime aride e assetate dei suoi figli dispersi.