FESTA DEL CORPUS DOMINI

Cari amici,
la solennità del Corpus Domini ci conduce al cuore della Chiesa che è l’Eucaristia nella quale Cristo è realmente presente col suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Se noi riflettessimo su questo mistero, che è un dono immenso di umiltà e di amore, non saremmo così svogliati nell’andare a Messa e non riceveremmo l’Eucaristia senza sapere chi abbiamo ricevuto.
L’Eucaristia racchiude il dono totale che Gesù ha fatto di se stesso, la sua morte in Croce e la sua Resurrezione, la fonte inesauribile del suo amore che ci rinnova e ci salva.
Non basta andare a Messa alla Domenica ( che sarebbe già un passo importante) ma dobbiamo essere presenti con la mente e col cuore, in modo tale che ogni Eucaristia sia per noi un incontro con Gesù e ogni santa Comunione una grazia e una gioia.
Buona Festa !
Vostro Padre Livio
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O salutaris hostia
quae caeli pandis ostium,
bella premunt hostilia:
da robur, fer auxilium.
Uni trinoque Domino
sit sempiterna gloria,
qui vitam sine termino
nobis donet in patria.
(S. Tommaso d’Aquino)
O vittima salvatrice
che spalanchi la porta del cielo
guerre ostili premono,
da’ forza, porta aiuto!
Al Dio uno e trino
sia una gloria eterna,
affinché egli doni a noi
una vita senza fine nella patria.
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BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 26 giugno 20
Cari fratelli e sorelle!
Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra il Corpus Domini, la festa dell’Eucaristia, il Sacramento del Corpo e Sangue del Signore, che Egli ha istituito nell’Ultima Cena e che costituisce il tesoro più prezioso della Chiesa. L’Eucaristia è come il cuore pulsante che dà vita a tutto il corpo mistico della Chiesa: un organismo sociale tutto basato sul legame spirituale ma concreto con Cristo. Come afferma l’apostolo Paolo: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (1Cor 10,17). Senza l’Eucaristia la Chiesa semplicemente non esisterebbe. E’ l’Eucaristia, infatti, che fa di una comunità umana un mistero di comunione, capace di portare Dio al mondo e il mondo a Dio. Lo Spirito Santo, che trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo, trasforma anche quanti lo ricevono con fede in membra del corpo di Cristo, così che la Chiesa è realmente sacramento di unità degli uomini con Dio e tra di loro.
In una cultura sempre più individualistica, quale è quella in cui siamo immersi nelle società occidentali, e che tende a diffondersi in tutto il mondo, l’Eucaristia costituisce una sorta di “antidoto”, che opera nelle menti e nei cuori dei credenti e continuamente semina in essi la logica della comunione, del servizio, della condivisione, insomma, la logica del Vangelo. I primi cristiani, a Gerusalemme, erano un segno evidente di questo nuovo stile di vita, perché vivevano in fraternità e mettevano in comune i loro beni, affinché nessuno fosse indigente (cfr At 2,42-47). Da che cosa derivava tutto questo? Dall’Eucaristia, cioè da Cristo risorto, realmente presente in mezzo ai suoi discepoli e operante con la forza dello Spirito Santo. E anche nelle generazioni seguenti, attraverso i secoli, la Chiesa, malgrado i limiti e gli errori umani, ha continuato ad essere nel mondo una forza di comunione. Pensiamo specialmente ai periodi più difficili, di prova: che cosa ha significato, ad esempio, per i Paesi sottoposti a regimi totalitari, la possibilità di ritrovarsi alla Messa domenicale! Come dicevano gli antichi martiri di Abitene: “Sine Dominico non possumus” – senza il “Dominicum”, cioè senza l’Eucaristia domenicale non possiamo vivere. Ma il vuoto prodotto dalla falsa libertà può essere altrettanto pericoloso, e allora la comunione con il Corpo di Cristo è farmaco dell’intelligenza e della volontà, per ritrovare il gusto della verità e del bene comune.
Cari amici, invochiamo la Vergine Maria, che il mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II ha definito “Donna eucaristica” (Ecclesia de Eucharistia, 53-58). Alla sua scuola, anche la nostra vita diventi pienamente “eucaristica”, aperta a Dio e agli altri, capace di trasformare il male in bene con la forza dell’amore, protesa a favorire l’unità, la comunione, la fraternità.