Come scrivere una lettera formale: struttura e contenuto

Caro Padre Livio,

sono Marina F, una fedele ascoltatrice e sostenitrice sin dalla fine degli anni ’80.

La seguo costantemente e devo ringraziarla perché mi ha fatto crescere nella spiritualità, nella preghiera e mi ha aiutato a riflettere su tante tematiche sociali e religiose.

Le mando questa mail perché volevo comunicarle  che il suo commento sulla parola “legami” (del messaggio del 25 ottobre), su cui lei si è soffermato, mi ha visto pienamente d’accordo.

Infatti la considerazione che la Madonna non pronuncia parole a caso e che noi non dobbiamo cambiarle, neanche in buona fede, ritengo sia estremamente corretta.

Questo è il mio pensiero: la parola “catene” implica che la persona sia irrimediabilmente obbligata da qualcun altro a fare qualcosa e  non può far nulla per liberarsi, per quanto si divincoli, quindi NON HA colpe.

La parola “legami”, invece, implica la compartecipazione della volontà della persona a fare quella data cosa, perché, se volesse, la sua libertà le permetterebbe di scegliere diversamente.

Nella parola “legami“, quindi, c’è, secondo me, quella stessa matrice di libertà che Dio ha dato all’uomo per scegliere di andare in Paradiso o all’inferno.

La Madonna ha detto:

«Non è Dio che manda  all’inferno, ma siamo noi che vogliamo andarci», quindi quei “legami” sono una colpa.

Mi scuso se mi sono permessa di aggiungere queste parole ai suoi commenti, ma volevo condividere con lei questa mia riflessione.

Le auguro buona giornata e che Dio la protegga sempre e le dia la forza di continuare ad accompagnarci nella vita Cristiana.